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IL CLERO ROMANO IN PELLEGRINAGGIO IN TURCHIA

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Si sta svolgendo in questi giorni il pellegrinaggio in Turchia riservato al clero della diocesi di Roma, presieduto dall’arcivescovo Angelo De Donatis, vicario generale del Santo Padre per la diocesi di Roma. “Si tratta di un’importante occasione di fraternità per il clero della diocesi del Papa”, sottolinea l’amministratore delegato di Opera Romana, mons. Remo Chiavarini, “nell’ambito della quale stiamo vivendo l’incontro con la Chiesa delle origini rappresentata dalla comunità di Efeso e dalla vicenda di San Paolo, e l’incontro con il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli nel segno della Chiesa di Roma come Chiesa sorella”. Istanbul, Smirne, Efeso, e poi Pergamo, Thyatira, Sardi, Filadelfia ed infine ancora Smirne: luoghi dove la grandezza dell’epoca Classica, ancora apprezzabile nei monumenti principali, cede il passo alla storia della cristianità così evidente ad Efeso, luogo del Concilio del sec. V e della definizione di Maria Madre di Dio, e in particolare alla missione dell’evangelista san Giovanni con le comunità cristiane da lui menzionate nel testo conclusivo del Nuovo Testamento, l’Apocalisse. I primi tre giorni del pellegrinaggio a Istanbul, l’antica Bisanzio, Costantinopoli, la seconda Roma. Il giorno dell’arrivo, il 2 aprile, il gruppo dei sacerdoti romani ha visitato il Palazzo Topkapi che fu residenza dei sultani Ottomani. Oggi la giornata sarà dedicata alla visita della città posta in posizione dominante sul Corno d’Oro ed il Bosforo, punto di incontro tra Asia ed Europa.

Dopo la crociera sul Bosforo, il pellegrinaggio, realizzato grazie alla collaborazione con il Ministero della cultura e del turismo della Repubblica di Turchia, avrà il suo culmine nell’incontro con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I. La direttrice dell’Ufficio cultura e informazioni dell’Ambasciata di Turchia, Esin Zeynep Selvi, ha dichiarato: “Siamo molto felici di questa collaborazione con l’Orp, grazie alla quale speriamo che i pellegrini possano ritornare numerosi nel nostro Paese. La Turchia è stata la patria di Abramo, la culla del Cristianesimo, terra di apostolato e missione dei Santi Paolo, Filippo e Nicola, luogo di nascita dei Santi Giorgio e Basilio. In Cappadocia si sviluppò una intensa attività monastica mentre ad Efeso, dove fu vescovo S. Giovanni, visse i suoi ultimi anni la Madonna e la sua casa è un luogo pieno di spiritualità. Accogliamo quindi i pellegrini con gioia e con l’ospitalità tipica della Turchia, certo che in questo loro speciale viaggio sapranno apprezzare le bellezze storiche, archeologiche, artistiche e paesaggistiche del nostro Paese”.

Domani si conclude la visita a Istanbul con la Moschea Blu, Santa Sofia, l’Ippodromo, la Cisterna sotterranea, il Gran Bazaar ed il mercato delle spezie. Giovedì 5 aprile la partenza per Smirne e la visita a Efeso, già luogo sacro nell’antichità pagana per la presenza del Tempio di Artemide, una delle sette meraviglie del mondo antico, e oggi memoria del Concilio omonimo che proclamò la divina maternità di Maria. Verranno visitati la biblioteca di Celso, il teatro, il tempio di Adriano, la basilica dell’omonimo Concilio. Ad Efeso, il clero romano in pellegrinaggio farà visita alla Basilica di San Giovanni dove verrà celebrata la messa, e salirà alla collina degli Usignoli dove si trova il santuario della “Casa della Madonna”, luogo sacro per il cristianesimo, ritenuta l’abitazione in cui concluse la sua vita terrena la madre di Cristo. Il giorno successivo, il 6 aprile, il pellegrinaggio raggiungerà Pergamo, l’antica città citata nell’Apocalisse di Giovanni come una delle sette chiese dell’Asia Minore e dopo aver visitato l’acropoli, proseguirà per i siti di Thyatira, Sardi e Filadelfia, altre chiese menzionate nell’Apocalisse. La messa a conclusione del pellegrinaggio sarà celebrata a Smirne presso la Chiesa di San Policarpo, discepolo dell’apostolo Giovanni e ultimo testimone dell’epoca apostolica, che assistette al passaggio per Smirne di Ignazio, vescovo di Antiochia, che andava sotto scorta a Roma dove avrebbe subito il martirio. “Un pellegrinaggio nel segno della Chiesa indivisa dei primi secoli”, sottolinea mons. Chiavarini.

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