GUERRA PER LO SPACCIO DI DROGA A ROMA EST PRESI GLI UOMINI DEL BOSS STEFANO CRESCENZI
Dopo due anni di serrate e complesse indagini, oltre cento Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, con l’ausilio di unità cinofile, oggi stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 9 soggetti, appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico, radicata nella città di Roma con basi operative e logistiche nei quartieri di Tor Vergata e Cinecittà.
Il vertice del gruppo criminale, ben strutturato, è rappresentato da uno degli uomini di fiducia di Stefano Crescenzi, attualmente in carcere, con precedenti per reati di tipo associativo inerenti il traffico di stupefacenti nonché ritenuto l’autore di gravi fatti di sangue avvenuti nella periferia di Roma. Ingenti quantità di sostanza stupefacente di ottima qualità giungevano nella Capitale attraverso il canale di approvvigionamento campano. I componenti dell’organizzazione avevano spesso condotte violente per il cosiddetto “recupero crediti”, nei confronti degli acquirenti che tardavano nel saldare i debiti per pregresse forniture di droga. Gli indagati disponevano di considerevoli somme di denaro, funzionali all’acquisto e alla vendita di ingenti quantitativi di stupefacente (prevalentemente cocaina) palesando un’organizzazione strutturata e consolidata nel tempo. Il canale di approvvigionamento privilegiato era quello campano per un flusso settimanale di ingenti quantità di sostanza stupefacente di ottima qualità che fruttava giornalmente decine di miglia di euro.
Il gruppo era strutturato con una “catena di comando” idonea a curare tutte le fasi del traffico di stupefacenti, a partire dall’individuazione dei canali di approvvigionamento sino alla distribuzione al dettaglio, passando attraverso le attività di trasferimento e custodia della droga. Nel corso dell’attività, poi, sono emersi altri due aspetti di assoluto interesse. Il primo è rappresentato dalle condotte spesso violente da parte dei sodali, il cosiddetto “recupero crediti”, nei confronti degli acquirenti che tardavano nel saldare i debiti per pregresse forniture di droga. A volte, infatti, per consolidare la propria egemonia sul territorio gli indagati si sono resi responsabili di “interventi” anche al di fuori dell’ambito della compravendita di droga, aggredendo soggetti protagonisti di azioni ritenute “insopportabili” nei confronti di amici e conoscenti. Il secondo è rappresentato dal ritrovamento e dal sequestro di armi, oggetto di precedenti furti che dimostra la pericolosità degli indagati. Nel particolare i carabinieri hanno sequestrato una pistola beretta calibro 9×21, una Smith & Wesson cal. 357 e numerosi proiettili, il tutto provento di furti in provincia di Roma e nella disponibilità dei vertici del gruppo. omniroma