GLI SPECIALISTI: PER ERADICARE L’EPATITE C SERVE SCREENING SULLA POPOLAZIONE
Per eliminare l’epatite C si deve superare il problema dei pazienti “sommersi”: si stima siano ancora oltre 200 mila le persone con il virus a ignorare la propria condizione.
“Il personale scientifico è pronto – spiega Alessia Ciancio, gastroenterologa e professoressa associata dell’Università di Torino e azienda ospedaliera Città della Salute e della Scienza – ma mancano le istituzioni, sia a livello regionale che nazionale. Ciò che i medici possono fare purtroppo è soltanto una microeradicazione, perché possono intervenire e inserirsi soltanto in ambienti che ben conoscono. Ma per un programma di eradicazione nazionale occorre il supporto istituzionale, regolamentativo ed economico, per poter eseguire uno screening su tutta la popolazione generale. L’esperienza fatta in altri Paesi, infatti, confermerebbe che questa, e solo questa, è la via giusta per la tanto attesa eradicazione”.
Si è concluso il progetto ’Hcv: Be Fast, Be Different’, promosso da Abbvie, rivolto agli specialisti infettivologi, epatologi e internisti. “Tra i 200 mila ’sommersi’ però – avverte Ciancio – ci potrebbero essere anche persone che sono risultate positive agli anticorpi, quindi già guarite o trattate. Inoltre, probabilmente, a questi pazienti vanno aggiunti quelli che non presentano fattori di rischio o per cui l’Hcv non è mai stato diagnosticato. I principali indagati restano i cosiddetti pazienti ’difficili’ – conclude – si tratta di soggetti tossicodipendenti, o detenuti, o che si sono sottoposti in passato a procedure particolari. Il vero problema è la popolazione generale”. L’iniziativa segue i meeting già organizzati in primavera a Matera e Roma e a settembre a Milano. “Quattro iniziative di alto valore scientifico rivolte agli specialisti infettivologi, epatologi e internisti, per coordinare l’attività e individuare i pazienti che non sanno o non si sono ancora sottoposti alla terapia gratuita per eliminare il virus Hcv, una terapia della durata di poche settimane, per bocca, non tossica, senza effetti collaterali”, concludono gli organizzatori.