Fatti di Roma

GLI ESERCENTI IN PROTESTA A ROMA: “NON SIAMO NOI GLI UNTORI”

Chef, cuochi, ristoratori, gelatieri e gestori dei pubblici esercizi di Roma si sono radunati questo pomeriggio in piazza del Pantheon per un sit-in di protesta contro i provvedimenti adottati dal governo, a causa dell’emergenza Coronavirus.

Il presidio è stato promosso da Fiepet-Confersecenti di Roma e Lazio. In segno di protesta, davanti l’imponente monumento del Pantheon, i dimostranti si sono disposti su file ordinate e distanziati con indosso la mascherina, in rispetto delle regole anti Covid, sventolando bandiere dell’associazione degli esercenti e tenendo in mano dei cartelli con su scritto: “Gli untori non siamo noi”, “Nuovi crediti per ripartire”, “Ristorazione=sicurezza” e “Fiscalità più equa”. Ad animare la protesta anche l’inno di Mameli intonato dai manifestanti.

Gli esercenti hanno tenuto a ricordare il valore economico e sociale del settore e a chiedere alle Istituzioni il necessario sostegno per non fallire. “La filiera dell’agroalimentare è in grande difficoltà economica, ancora oggi ritardano ad arrivare i ristori e manca un sostegno alle imprese romane e laziali – hanno ammonito gli esercenti -. La chiusura dopo le 18 di ristoranti, bar, gelaterie, pizzerie al taglio e street food, sta mettendo in pericolo aziende e lavoratori. Oggi siamo in piazza per portare proposte al governo Conte”.

In particolare, il presidente di Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio, Claudio Pica ha spiegato che “oltre alla riapertura dopo le ore 18, ovviamente con i protocolli di sicurezza adeguati, chiediamo: fiscalità di vantaggio a favore delle imprese che hanno avuto una contrazione del volume d’affari 2020 rispetto al 2019 superiore al 50 per cento. Inoltre, decontribuzione per tutti i dipendenti in forza all’azienda, qualunque sia la data di assunzione e l’inquadramento”.

Altre richieste sono: “la cassa in deroga per tutti i dipendenti in forza all’azienda; il credito d’imposta per gli affitti e stop agli sfratti per tutto il 2021. Moratoria per tutto il 2021 per mutui e finanziamenti per imprese e persone fisiche; utilizzo dei fondi europei per favorire la riconversione delle aziende del commercio con meccanismo analogo a quello utilizzato dall’industria”, ha spiegato ancora Pica, chiedendo al governo anche “l’esenzione totale dal pagamento del Cosap (canone di occupazione del suolo pubblico) per tutto il 2021. Infine, il credito con l’erogazione veloce a tutte le imprese già beneficiarie del finanziamento dei 25 mila euro di una ulteriore somma minima di 50 mila euro. Garanzia statale al 100 per cento. Restituzione in 15 anni con pre-ammortamento di 2 anni”.

“Questa pandemia – ha sottolineato Pica – durerà forse un altro anno, è impensabile che il governo Conte continui a vessare tutte queste persone, non ce la fanno più. Anche i dipendenti stanno guadagnando il 52 per cento del loro stipendio mensile. È un danno per tutte le famiglie che passeranno un Natale brutto. Quindi grazie al governo Conte che ci sta uccidendo”, ha concluso.

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