GIOVANI CRISTIANI IN IRAQ, ACS ANNUNCIA UN POGRAMMA PER 1,5 MILIONI DI EURO
In occasione del Viaggio apostolico del Papa in Iraq la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) annuncia un nuovo e ambizioso programma del valore di 1,5 milioni di euro.
Scopo dell’iniziativa è sostenere la gioventù cristiana della nazione mediorientale attraverso l’offerta di borse di studio per 150 studenti dell’Università Cattolica di Erbil, capitale della regione autonoma del Kurdistan iracheno, per i prossimi quattro anni. Il progetto intende così promuovere la coesione sociale fra le diverse comunità religiose e assicurare agli studenti cristiani migliori prospettive di impiego. “Senza dubbio l’Università Cattolica di Erbil (UCE) rappresenta un raggio di luce e un simbolo di speranza specialmente per le generazioni più giovani. Aiutare finanziariamente la UCE attraverso borse di studio assicurerà un grandissimo sostegno, e questo aiuto non andrà a beneficio solamente di un numero limitato di giovani che sperano in un futuro migliore, perché allo stesso tempo rappresenterà un forte gesto di solidarietà nei confronti dei cristiani, delle altre minoranze e degli emarginati della regione”, spiega mons. Bashar Warda, arcivescovo caldeo di Erbil e fondatore dell’ateneo.
“Ho sempre profondamente apprezzato il lavoro svolto per molti anni da ACS a nostro favore, specialmente dopo l’ISIS. Avere ACS quale principale e fondamentale donatore per il programma delle borse di studio è particolarmente appropriato ed accolto con estremo favore. Sentiamo il bisogno di dare buone notizie al popolo durante la visita pontificia, e poter annunciare la prospettiva di avere 1.000 studenti entro il 2025, dona grande speranza”, aggiunge l’arcivescovo di Erbil. La maggior parte di questi studenti universitari sono rifugiati o sfollati interni provenienti da diverse parti dell’Iraq, tra le quali Baghdad, Basra, Diala, Duhok, Kirkuk, Ninive/Mosul, Sinjar e Sulaimaniya. “Crediamo che questo progetto possa sostenere il messaggio del Papa per la coesione sociale e la riconciliazione. L’Università si sviluppa intorno alla diversità, con il 72% di cristiani, il 10% di musulmani e il 18% di yazidi”, spiega Thomas Heine-Geldern, presidente esecutivo di ACS Internazionale. Secondo Alfredo Mantovano, presidente di ACS Italia, “nel Kurdistan iracheno la minoranza cristiana vive in un contesto di sicurezza relativa. Vi è infatti una persistente sensazione di instabilità causata anzitutto dalla precaria situazione economica. Ciò pone in particolare i giovani di fronte al restare o emigrare. Non a caso negli ultimi dieci anni la presenza cristiana è drammaticamente diminuita. L’UCE, fondata cinque anni fa, ha lo scopo di fornire ai giovani l’opportunità di restare in patria grazie a migliori prospettive per l’immediato futuro”, prosegue Mantovano.