GIORNATA MONDIALE DEL LATTE: PIACE AGLI ITALIANI, MA 1 SU 4 LO BEVE SENZA LATTOSIO
Il latte vaccino piace ancora agli italiani, ma 1 su 4 lo beve senza lattosio. Una scelta slegata dalle condizioni di salute del consumatore, dato che solo un quarto di chi sceglie senza lattosio ha un’intolleranza.
È uno dei dati emersi dall’indagine condotta dal gruppo di Psicologia dei Consumi della Facoltà di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Università Cattolica di Cremona, diretto dalla professoressa Guendalina Graffigna e presentata oggi all’evento promosso dal Comitato italiano della Fédération Internationale du Lait e dall’Università Cattolica, con il supporto della Fondazione Invernizzi, in occasione della “Giornata mondiale del latte”, appuntamento che si è focalizzato sul ruolo dei prodotti lattiero caseari in età pediatrica e adolescenziale, con accento sulla corretta informazione e sulla sfera psicologica che guida i consumi.
“L’indagine, nata nell’ambito del progetto Cremona Food Lab, ha preso in considerazione un campione di 1004 persone rappresentativo della popolazione italiana, con un approfondimento particolare su 269 mamme con figli da 1 a 22 anni – spiega la professoressa Graffigna –. L’obiettivo è stato quello di esplorare e misurare i comportamenti, gli atteggiamenti, le motivazioni e le informazioni che ruotano intorno al consumo di latte”.
Quanto al latte, il frigo degli italiani è un puzzle di diversi prodotti: il 30% della popolazione nazionale dichiara di aver consumato spesso latte vaccino fresco nell’ultimo mese, nel 25% dei casi dichiarano di aver bevuto latte senza lattosio e nel 20% di aver consumato bevande vegetali alternative. Il latte vaccino viene percepito come salutare e gustoso, mentre l’imprescindibilità di consumo appare essere una “zona d’ombra”, soprattutto in riferimento all’età adulta (maggiori di 22 anni). Tra questi consumatori, l’89% ritiene le scelte alimentari un modo per sentirsi responsabili della propria vita e nel 74% si ritengono efficaci nell’affrontare i problemi della quotidianità.
Ma se ci concentriamo su coloro che dichiarano di consumare tutti i giorni prodotti senza lattosio (un 25% del totale), scopriamo che solamente un quarto di essi (6%) lo consuma per la presenza di un’intolleranza (per altro non sempre diagnosticata da uno specialista). Nella maggior parte dei casi i motivi appaiono più emotivi che razionali: “Dai dati dalla nostra ricerca il consumo del “senza lattosio” oggi appare più che mai dettata da ragioni emotive – preoccupazione per la propria salute, insoddisfazione per il proprio stile di vita, ricerca di rassicurazione-, più che da una valutazione razionale legata alle componenti nutritive degli alimenti” sottolinea la professoressa Graffigna.
I forti consumatori di prodotti senza lattosio, infatti, si dichiarano preoccupati per la loro salute e meno soddisfatti per il loro stile di vita rispetto ai consumatori di latte vaccino (il 64% risulta infatti insoddisfatto del proprio stile di vita e il 22% si dichiara in procinto di cambiamento del proprio stile alimentare). Infine i consumatori di prodotti “senza lattosio” si dichiarano più spesso preda delle fake news in ambito agro-alimentare (20% dei consumatori di senza lattosio, contro il 10 % dei consumatori di latte vaccino) e appaiono alla ricerca di una guida affidabile per orientarsi nella scelta dei diversi prodotti, spesso vittime di paure ipocondriache e di reazioni psico-somatiche.
“La scarsa e poco corretta informazione sull’alimentazione e le proprietà del latte vaccino è un problema crescente che impatta sui comportamenti dei consumatori con ricadute problematiche sul sistema agro-alimentare. Il progetto Cremona Food Lab nasce da un’idea dell’Università Cattolica al fine di sostenere il dialogo e il continuo aggiornamento tra imprese, esperti del settore e opinione pubblica sulla filiera del latte”, spiega il professor Lorenzo Morelli, direttore del progetto e delegato rettorale per l’offerta formativa della sede di Cremona dell’Università Cattolica.