GIANPIERO PERONE: “HOPE MUSIC SCHOOL OPPORTUNITA’ DI CRESCITA PERSONALE E PROFESSIONALE”
Intervista a Gianpiero Perone, cabarettista e attore torinese, da anni impegnato al fianco dell’associazione Hope nel campo della formazione e degli eventi ecclesiali, come le Giornate Mondiali della Gioventù, Jubilmusic – Festival internazionale di Christian Music a Sanremo, l’accoglienza dell’incontro dei giovani con il Papa a Torino, occasioni in cui ha fatto sorridere, riflettere e anche commuovere. Nel 2014 è stato protagonista con Hope in piazza San Pietro nell’udienza speciale dei fidanzati con Papa Francesco, primo attore comico a intrattenere, con garbo e gusto, dal sagrato della Piazza più importante del mondo.
Dal 6 al 13 febbraio 2016 sarà anche uno dei docenti presso la scuola di Hope (Hope Music School), dove terrà una master class sulla comunicazione da palco per giovani cantanti, compositori e autori di canzoni.
Da tanti anni ormai sei un affermato attore comico, un sogno che hai coltivato fin da piccolo. Quanto è stato difficile tramutare questa passione in un lavoro?
E’ avvenuto tutto in maniera molto naturale. Già dalle scuole superiori avevo questa passione per il teatro in generale. L’ho coltivata, ho studiato, sono stato tenace, questo sì, e molto fortunato. Il mio intento da ragazzino era quello di poter vivere di questo lavoro e così è stato.
Come si riesce oggi a far ridere le persone senza ricorrere ai soliti cliché?
Non è facile, ma tutto il lavoro fatto in ambito cattolico e a contatto coi bambini mi ha dimostrato che si può far ridere anche senza la scorciatoia della volgarità o del già sentito. Avere paletti e confini delineati aguzza l’ingegno, stimola la creatività e alla fine le risate che arrivano forse valgono addirittura di più.
Grazie all’associazione Hope hai potuto partecipare a diversi eventi importanti, per ultimo l’happening dei giovani in attesa dell’arrivo del Papa a Torino lo scorso giugno. Che emozioni si provano a salire sul palco in momenti così particolari?
Emozioni grandissime per le location (Piazza San Pietro per fare solo un esempio), per la quantità di persone a cui non si è comunque abituati e per il fatto di sentirsi coinvolti in un contesto che va al di là della semplice esibizione. C’è, in quelle occasioni, una sensazione palpabile di appartenenza ad un progetto più grande, in cui ognuno di noi mette il suo piccolo contributo.
Oggi sei anche un insegnante della Hope Music School. Qual è il valore più importante che cerchi di trasmettere a un giovane che vuole diventare un artista?
Esiste secondo me un’etica dell’artista che è sganciata dalle proprie capacità e dal proprio talento. Rispetto, correttezza, ascolto e collaborazione. Chi intraprende questa carriera dovrebbe farlo con l’intento di trasmettere emozioni e arricchire le persone incontrate sul cammino; inseguire esclusivamente il “successo” mi sembra davvero un po’ riduttivo.
Cosa deve fare un giovane per iscriversi a Hope Music School e soprattutto perché dovrebbe farlo?
Prima di tutto è necessaria una grande passione per il mestiere di cantante, compositore e autore di canzoni, poi ci si informa e iscrive sul sito www.hopeonline.it. Il perché è fondamentale: a Hope Music School si ha l’opportunità di crescere personalmente e professionalmente in un ambiente collaborativo che non esclude e non elimina. C’è spazio per tutti in base alle proprie capacità e al proprio talento.