Religioni

FRANCESCO: LASCIAMOCI EVANGELIZZARE DAI POVERI, INSEGNANO LA SPERANZA

Il nostro “è un mondo che, se da un lato sembra aver raggiunto mete che sembravano irraggiungibili, dall’altro è ancora schiavo dell’egoismo e pieno di contraddizioni, di divisioni. Il grido della terra e quello dei poveri, le guerre e i conflitti che versano sangue sulla storia umana, la situazione angosciante di milioni di migranti e di rifugiati, un’economia che rende i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, sono alcuni aspetti di uno scenario dove soltanto il Vangelo può mantenere accesa la luce della speranza”. Lo ha detto papa Francesco ricevendo oggi in udienza nella Sala Clementina i partecipanti al Capitolo generale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata.

“Pellegrini e viandanti, sempre pronti a partire, come Gesù con i suoi discepoli nel Vangelo”, li ha definiti il Pontefice: “Come Congregazione missionaria, siete al servizio della Chiesa in 70 Paesi del mondo. A questa Chiesa (…) offrite il vostro slancio missionario e la vostra vita, partecipando al suo esodo verso le periferie del mondo amato da Dio, e vivendo un carisma che vi porta verso i più lontani, i più poveri, coloro che nessuno raggiunge. Camminando su questa strada con amore e fedeltà, voi, cari fratelli, rendete alla Chiesa un grande servizio”. “E’ un dramma quando i ministri della Chiesa non donano ai poveri!”, ha commentato.

Per Francesco, “essere missionari della speranza significa saper leggere i segni della sua presenza nascosta nella vita quotidiana della gente. Imparare a riconoscere la speranza tra i poveri a cui siete mandati, i quali spesso riescono a trovarla in mezzo alle situazioni più difficili. Lasciarsi evangelizzare dai poveri che evangelizzate: loro vi insegnano la via della speranza, per la Chiesa e per il mondo”. E ha indicato ai Missionari Oblati che “la comunione oggi è una sfida da cui può dipendere il futuro del mondo, della Chiesa e della vita consacrata. Per essere missionari di comunione bisogna viverla prima di tutto tra noi, nelle nostre comunità e nei rapporti reciproci, e coltivarla poi con tutti senza eccezioni”.

“Farsi prossimi, un lavoro di tutti i giorni”, ha esortato il Papa. In questo Capitolo, ha quindi aggiunto, “avete spesso evocato anche il vostro ‘impegno a favore della casa comune’, cercando di tradurlo in decisioni e azioni concrete. Vi incoraggio a continuare a lavorare in questa direzione. La nostra madre terra ci nutre senza chiedere niente in cambio; sta a noi capire che non può continuare a farlo se anche noi non ci prendiamo cura di essa. Sono tutti aspetti di quella conversione alla quale il Signore ci chiama continuamente”.

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