ECOREATI: LAZIO AL QUINTO POSTO, A ROMA OLTRE 1.000 NEL 2014
Lazio al quinto posto fra le regioni d’Italia per ecoreati, “subito dopo le 4 regioni a tradizionale insediamento mafioso”. È quanto emerso dal rapporto “Ecomafia 2015”, presentato oggi da Legambiente, che in relazione al territorio laziale riporta “2.255 ecoreati”, il “7,7% del totale nazionale”, e “2.022 denunce, 6 arresti e 540 sequestri”, in una graduatoria guidata dalla Puglia. E ancora, “nella classifica nazionale della corruzione, il Lazio si piazza invece al quarto posto con 26 inchieste aperte”.
Roma e provincia si assestano invece “al 4° posto della classifica nazionale con 1053 ecoreati”. Mentre il totale nazionale è di “29.293 ecoreati”, con un giro d’affari di “22 miliardi di euro”. Inoltre, “sono 561 gli illeciti contro la fauna nel Lazio e 248 gli incendi dolosi, dei quali 67 in provincia di Frosinone e addirittura 150 a Latina”. Regione laziale “al primo posto assoluto sul piano nazionale per le archeomafie, l’insieme di illeciti che riguardano crimini a danno delle opere d’arte e della storia del nostro territorio”, con “148 reati che costituiscono il 17,4% del dato italiano”.
“Principali protagonisti” per Legambiente “continuano a rimanere il ciclo del cemento e quello dei rifiuti che vedono il Lazio rispettivamente al 4° posto con 545 illeciti per abusivismo edilizio e addirittura in aumento per reati sul ciclo dei rifiuti dove dal 7° del 2014 (con 392 infrazioni) si passa al 4° posto con 486 illeciti. Roma si conferma regina dell’illegalità laziale nel ciclo dei rifiuti dove gli illeciti salgono dai 229 del 2013 ai 255 del 2014; seguono Latina con 140, Frosinone con 37, Viterbo con 28 e Rieti con 26. Non va meglio nel ciclo del cemento, tradizionalmente colpito da infiltrazioni mafiose e dove si conferma al primo posto la capitale con 180 illegalità, seguita a breve distanza da Latina dove gli illeciti accertati sono stati ben 173″.
“I dati sulle illegalità nel Lazio continuano ad essere allarmanti e la nostra regione è la quinta in assoluto per tali reati – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – A Roma e nel Lazio si esca dall’era dell’illecito e di Mafia Capitale, da anni denunciamo con i nostri dossier i numeri impressionanti degli ecoreati, adesso le indagini in corso siano l’occasione per creare un nuovo sussulto civile tra cittadini, associazioni e amministratori per aprire un varco indelebile di legalità nel futuro”.
“La regione” per Scacchi “deve assolutamente mettere in campo specifici impegni per combattere i reati ambientali, a partire dall’istituzione della consulta regionale Ambiente e Legalità, bisogna infatti proteggere il Lazio dalle mire eco-mafiose per valorizzare al meglio lo straordinario patrimonio naturale, storico-culturale e archeologico del nostro territorio; da quest’anno sarà decisiva per la lotta all’eco-criminalità la legge sugli ecoreati approvata lo scorso maggio che può davvero dare una svolta alla lotta alle ecomafie se tutti, cittadini, istituzioni e associazioni, continueranno a tenere alta la guardia”.