DOTTORE MA È VERO CHE… BISOGNA FARE 10.000 PASSI AL GIORNO?
Muoversi fa bene alla salute. Meglio camminare che stare fermi. Fin qui, tutti d’accordo. Ma come nasce la storia dei diecimila passi al giorno come obiettivo quasi irrinunciabile per chiunque voglia mantenersi in forma? È “Dottore ma è vero che…”, il sito anti-fake news della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), a fare chiarezza sulla questione.
“La storia – spiega il sito – è stata spiegata da un bravo giornalista di un importante quotidiano inglese, The Guardian, che ha raccontato come il target dei 10.000 passi sia nato da una campagna di marketing giapponese nella metà degli anni Sessanta del secolo scorso. Si era all’indomani dei Giochi olimpici che si erano svolti a Tokio nel 1964 e un signore – poi diventato un imprenditore – inventò il primo contapassi: lui si chiamava Yoshiro Hatano e l’aggeggio fu battezzato manpo-kei. Intervistato dall’autore dell’articolo del Guardian, David Bassett, direttore del Dipartimento di chinesiologia e studi sullo sport dell’Università del Tennessee, dichiarava che non c’era alcuna prova che associasse questa distanza ad un particolare stato di salute: “Hanno solo ritenuto che fosse un numero indicativo di uno stile di vita attivo e teoricamente sano”. Oggi, l’obiettivo dei 10.000 passi è diventato qualcosa di molto simile a una moda, anche grazie alla progressiva diffusione dei cosiddetti tracker, dispositivi che consentono di tenere traccia non solo del nostro movimento ma anche di una serie di parametri vitali”.
L’autore specifica che “non c’è dubbio che camminare faccia del bene all’organismo. È la stessa Mayo Clinic a dirci che gli effetti benefici del movimento contribuiscono alla salute cardiovascolare, al mantenimento di un peso accettabile, alla prevenzione della malattia diabetica e anche al tono dell’umore. In quanto strategia ottimale per la riduzione del peso, il movimento può avere un’influenza positiva anche sulla prevenzione del cancro. Ma nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’American Heart Foundation e diverse altre istituzioni sanitarie internazionali abbiano gradualmente adottato la misura dei 10.000 passi come raccomandazione dell’attività quotidiana da eseguire, la validità di questa soglia è sempre più discussa”.
“Dobbiamo pensare – aggiunge – anche che per qualcuno un obiettivo del genere potrebbe rappresentare qualcosa di difficilmente raggiungibile, almeno nel breve periodo. Chi soffre di una malattia cronica o è molto anziano, per esempio, potrebbe correre qualche rischio sforzandosi per raggiungere questo obiettivo”.
Un altro punto sarebbe la velocità della camminata, oltre alla lunghezza. “È necessario un minimo di 100 passi al minuto perché l’esercizio sia benefico, ha spiegato il team della Tudor-Locke. ‘Questo è il tipo di ritmo a cui arrivi in modo naturale quando fai una camminata con l’intenzione di fare esercizio fisico.’ Da questa evidenza il gruppo statunitense ha avviato un nuovo filone di ricerca: osservare non sono solo quanti passi fanno al giorno le persone in buona salute, ma anche la velocità della loro andatura. Al ritmo di cento passi al minuto, in una mezz’ora saremo in grado di compierne 3.000. ‘Tuttavia è importante che la precisione di qualsiasi stima non sia sopravvalutata, ma serva invece come valore guida, piuttosto che come prescrittivo’: camminare fino a far venire un po’ di fiatone e aumentare la frequenza cardiaca potrebbe essere anche più importante del numero esatto di passi compiuti”.