Fatti di Roma

DON ŁOS, MALATO TERMINALE, STA COMMOVENDO IL MONDO. OLTRE 350 MILA PERSONE PREGANO CON LUI

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Vorrei ringraziare il Signore per questo meraviglioso atto silenzioso di amore, che in mezzo alle tempeste e le difficoltà che attraversiamo, è il segno della presenza umile di Dio“, ha scritto Ania dalla Polonia, guardando una foto che sta facendo il giro dei social di mezzo mondo. Essa ritrae Michał Łos, 31 anni, malato terminale, ricoverato all’ospedale militare di Varsavia, in Polonia, che giovedì scorso ha emesso i voti perpetui come Figlio della Divina Provvidenza (Don Orione), e successivamente è stato ordinato diacono e sacerdote. Un’immagine che racconta, più di mille parole, una testimonianza di grande fede. A Don Michał non è stata affidata nessuna comunità, ma tanti lo hanno adottato come loro pastore. 

Ad una settimana esatta da quei giorni densi di emozioni e di profonda spiritualità ritornano alla nostra mente forti e profonde le sue parole: “Nulla potrà mai separarmi dall’amare Cristo Gesù“. Un vero e proprio «programma di fede» annunciato dal suo letto di ospedale nel corso della celebrazione della sua prima Santa Messa.

La sua storia ha fatto rapidamente il giro del mondo, perché Don Michał si trova ricoverato in ospedale, a causa di una grave malattia che, purtroppo, secondo i medici lascia poche speranze.

Ed è stato proprio all’interno dell’ospedale che Don Michał, chierico orionino al momento del ricovero, ha emesso la professione religiosa in perpetuo nella Congregazione dei Figli della Divina Provvidenza, entrando a far parte della Provincia “Madonna di Czestochowa”. Il suo sogno più grande, infatti, era poter celebrare la Santa Messa, per essere ancora più unito a Cristo, ed è stato Papa Francesco a concedere tutte le dispense necessarie per la sua ordinazione diaconale e sacerdotale, così da permettere a Don Michał di realizzare il suo sogno.

La sua testimonianza di forza e di fede ha dato subito dei frutti concreti: tanti pazienti dell’Ospedale Oncologico di Varsavia, dopo aver conosciuto la notizia dell’ordinazione di Don Michał, hanno iniziato ad andare nella sua stanza per chiedere una benedizione, essere riconciliati con il Signore, oppure sentire un po’ del conforto che solo il Signore può dare.

E anche nel resto del mondo tantissime persone, orionini e non solo, si sono stretti in preghiera intorno a Don Michał. Nella Direzione Generale della Congregazione, a Roma, una lampada accesa davanti all’immagine del beato don Francesco Drzewiecki, martire orionino a Dachau, simboleggia la vicinanza di tutta la famiglia religiosa e a ricordare proprio una frase di San Lugi Orione: “Tutto si ravviverà, se porteremo ardente nelle mani e alta nel cuore la lampada della carità di Gesù Cristo“.

Anche il mondo dei media e dei social ha “adottato” da subito la storia di Don Michał sui siti, i profili Facebook e Instagram di tante persone dalla Corea, India, Giappone, Kenya, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Puerto Rico, Uruguay, Argentina, Chile e quasi tutta l’Europa. Solo il video della sua prima messa è stato visualizzato da oltre 350 mila persone.

La testimonianza di fede di Michał ha toccato i cuori di tanti, che hanno visto l’opportunità di manifestare i loro sentimenti come Micaela che dall’Italia scrive: “ti apprezzo molto anche se non ci siamo mai incontrati“. Persone che si sono sentite di testimoniare la propria fede come Azalia che dall’Argentina, ha scritto: “Predica con la tua vita, anche se per un solo giorno o due. Non temere, sei nelle mani migliori: quelle del nostro Dio“.

Molti sono coloro che stanno aiutando a Don Michał ad esercitare il suo ministero sacerdotale.  “Chiedo preghiere per mio figlio Victor“, ha scritto Vera dal Brasile; o come Jelena dall’Ucraina: “Ti chiedo per una persona malata, molto malata, prega per la sua salute. Ma, se la sua guarigione non è la volontà di Dio, chiedi il sollievo della forza, di quella forza, che solo il cristiano ha, sapendo di portare la propria croce insieme al Signore“. Proprio come testimonia Don Michał con la fede e l’amore per Gesù.

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