DIOCESI DI ROMA: OCCASIONE PER RIPENSARE LE CATECHESI, MA NON SARÀ TUTTO ONLINE
![](https://i0.wp.com/romasociale.com/wp-content/uploads/2020/04/messa-coronavirus.jpg?resize=644%2C358)
Ripensare le modalità di catechesi, a causa del distanziamento sociale imposto dall’emergenza sanitaria. È questo l’input lanciato dal direttore dell’ufficio competente della diocesi di Roma, don Andrea Cavallini, e pubblicata sul sito della diocesi.
La lettera, firmata anche dalla responsabile del catecumenato suor Pina Ester De Prisco, dà indicazioni pratiche sulla “catechesi in questo tempo” e “su cosa puntare”. Sì alle modalità telematiche ma senza cadere in atteggiamenti estremi, in un senso o nell’altro.
“Chiediamo di fare attenzione a due atteggiamenti estremi, che sono da evitare: quello di non fare nulla e quello di fare troppo – si legge in un passaggio della lettera -. Qualcuno potrebbe prendere questo tempo come una ‘vacanza’. Qualcun altro potrebbe, al contrario, cercare di trasferire totalmente in forma digitale quello che è un normale periodo di catechesi in parrocchia, lasciandosi prendere dalla frenesia delle attività, proponendo in continuazione spunti, preghiere, video, pagine da leggere o riempire, ecc., rischiando di intrattenere più che educare”.
Ancora la lettera spiega: “Questa che stiamo vivendo è certamente una grande occasione di conversione e di evangelizzazione. Potete aiutare le persone a leggere con occhi cristiani questo tempo particolare. Potete aiutarli ad ascoltare se stessi, il cuore, lo spirito, rileggendo l’esperienza che vivono restando a casa. Potete aiutare qualcuno a imparare a pregare, a leggere la scrittura o a fare gesti di semplice carità. Nel venir meno dell’ordinario abbiamo tutti tanto da scoprire del nostro rapporto con Dio”.
L’invito è quindi a cogliere questo tempo anche come un’occasione propizia per rivedere alcuni aspetti della catechesi: “Sarebbe davvero miope, come cristiani e come uomini, vivere questo tempo semplicemente aspettando che passi, nell’attesa di riprendere a vivere come vivevamo prima. Per quel che riguarda la catechesi, sarebbe triste perdere l’occasione di ripensarla”.