Religioni

DAL VATICANO NUOVE REGOLE PER GLI INVESTIMENTI, “BASTA SPECULAZIONI”

Il nuovo Documento sulla Politica di Investimenti che entrerà in vigore il prossimo 1/o settembre per la Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano fissa precisi fattore di esclusione o limitazione per gli interventi vaticani in campo finanziario.

Il Comitato per gli Investimenti, ad esempio, “deve fornire una lista dei Paesi da evitare in relazione agli investimenti”, sulla base anche di informazioni dell’Asif (Autorità di Sorveglianza e Informazione finanziaria”: Poi sono escluse “operazioni finanziarie tipiche di strategie speculative”, “investimenti che si basano sul calo dei prezzi delle attività finanziarie o sul fallimento di terzi” (vietato lo ‘short selling’), sono proibiti gli investimenti “attraverso veicoli finanziari non soggetti all’adeguato controllo dei regolatori ufficiali”, quindi “le transazioni in mercati e prodotti finanziari alternativi, privi di adeguata liquidità”.

Sono proibiti “gli investimenti in prodotti finanziari che, non essendo socialmente accettabili, possono danneggiare la missione della Chiesa”. Il Comitato può quindi “ampliare” la lista di settori prodotti e tecnologie esclusi dagli investimenti, come “pornografia e prostituzione; gioco d’azzardo; armi e industria della difesa; centri sanitari pro-aborto; laboratori o aziende farmaceutiche che producono prodotti contraccettivi e/o lavorano con cellule staminali embrionali”. Elencati anche gli investimenti “che non sono esclusi ma che devono essere generalmente evitati”: e cioè “investimenti speculativi in materie prime; investimenti speculativi nell’industria petrolifera e mineraria; investimenti nell’industria dell’energia nucleare; investimenti in società di produzione di bevande alcoliche”.

Requisiti positivi per indirizzare gli investimenti sono invece “il fattore ambientale: si investirà in attività finanziarie i cui emittenti siano rispettosi dell’ambiente nelle loro attività commerciali”. Quindi “il fattore sociale: attività finanziarie i cui emittenti (…) producano un impatto positivo sulla comunità al fine di sradicare la disuguaglianza in tutte le sue manifestazioni”. E ancora, “il fattore governance: si investirà in attività finanziarie emesse da aziende che offrono una gestione onesta, affidabile, trasparente, prudente e fiscalmente responsabile”

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