CULTURA E SPETTACOLI, IL LAZIO È LA REGIONE CHE HA PAGATO DI PIÙ LA PANDEMIA

Circa 40 milioni di utenti in meno e un crollo di oltre 410 milioni di introiti. Questa la situazione dei musei, cinema e teatri nel Lazio, dove in un anno si sono registrati cali che superano l’80 per cento, facendo della nostra regione quella che più ha risentito della crisi del settore a livello nazionale. Questo quanto emerge da un dossier della Uil del Lazio e dell’istituto di ricerca Eures sulla situazione del mondo della cultura e dello spettacolo a Roma e nel Lazio nell’era Covid.
“Abbiamo voluto analizzare i dati della cultura e dello spettacolo consapevoli che, insieme al mondo del turismo, dello sport e della ristorazione, questo è il settore in cui purtroppo più si è avvertita la crisi – commenta in una nota il segretario generale della Uil Lazio, Alberto Civica -. Crisi sicuramente per i lavoratori, fermi oramai da oltre un anno, ma crisi anche per gli utenti impoveriti dalla totale mancanza di offerta. È anche su questo che dovremo riflettere in previsione di un necessario e auspicabile rilancio”.
“Stando ai dati del Mibact, la nostra regione accoglie 97 poli museali e aree archeologiche per un valore che corrisponde a circa un quinto del totale nazionale. Solo nella Capitale si concentrano i due terzi dell’offerta museale del territorio, con 64 istituti (di cui metà gratuiti e metà a pagamento). Le 97 aree in questione – aggiunge la nota di Uil Lazio – sono state visitate lo scorso anno da 4,95 milioni di visitatori (di cui 4,5 milioni solo a Roma), ovvero l’80,7 per cento in meno rispetto al 2019, il peggior valore a livello nazionale, dove il crollo è stato del 75,7 per cento. Un decremento che equivale a oltre 20 milioni di visitatori, circa la metà delle ‘perdite’ italiane (pari a 41,5 mila milioni di unità). Solo il Pantheon (il sito più visitato della nostra regione) ha perso oltre 7,5 milioni di visitatori, il parco archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino ha contato oltre 6 milioni di ingressi in meno e il complesso del Vittoriano ha perso oltre 2,6 milioni di visite”.
“In termini di incassi, il crollo è stato dell’81,1 per cento sul 2019, un valore che corrisponde a una ‘perdita’ di 71 milioni di euro, di cui 70 solo nella Capitale (che da sola concentra il 37 per cento delle perdite nazionali) e quasi 48 milioni riconducibili esclusivamente al parco archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino, che ha registrato un crollo degli introiti dell’84,7 per cento – spiega la nota di Uil Lazio -. La crisi della cultura ha coinvolto l’intero 2020, non risparmiando neanche i mesi di riapertura estiva, presumibilmente per effetto della scomparsa del turismo internazionale: il risultato relativamente “migliore” si osserva ad agosto, quando le visite ai musei crollano del 74 per cento e gli incassi del 68 per cento”.
“Discorso analogo per gli spettacoli e le attività di intrattenimento: gli ultimi dati diffusi dalla Società Italiana degli Autori e Editori (Siae) segnalano come nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2020 il Lazio abbia ospitato 107 mila eventi di spettacolo (il 13,3 per cento del totale nazionale, di cui oltre 91 mila proiezioni cinematografiche), coinvolgendo 5,5 milioni di spettatori (l’11,8 per cento del totale nazionale) e registrando introiti complessivi per 72 milioni di euro (di cui 60 milioni di spesa per biglietti e 12 milioni di costi “accessori” relativi alle prevendite, alle prenotazioni ai tavoli, ai servizi di guardaroba e alle consumazioni al bar),” prosegue Uil Lazio.
“Rispetto allo stesso periodo del 2019 – continua – si segnala un crollo degli spettacoli pari al 62,4 per cento (da 284 a 107 mila unità in termini assoluti), una riduzione degli spettatori del 61,5 per cento (da 14,4 a 5,5 milioni di unità) e un decremento della spesa del 67,5 per cento (da 222 a 72 milioni di euro). Le proiezioni annue sembrano annunciare uno scenario ancora più cupo, con un calo degli spettacoli che dovrebbe raggiungere il 67,4 per cento (con 361 mila ‘eventi’ in meno in valori assoluti), una contrazione degli spettatori del 72,8 per cento (-20 milioni) e una riduzione della spesa pari addirittura al 76 per cento (-340 milioni di euro)”.
“Il mondo della cultura e dello spettacolo su cui si regge una parte fondamentale dell’economia di Roma e del Paese è stato devastato dalla pandemia – aggiunge Civica – con inevitabili pesantissimi cali sul fatturato e di conseguenza sulla vita dei lavoratori. Artisti, guide turistiche, operatori, maestranze, un intero universo lavorativo messo in ginocchio”.
“Un universo che avrà serie difficoltà a ripartire anche oggi con le riaperture parziali poiché la totale incertezza ha comportato una mancata programmazione. Cosa fondamentale nel teatro, nel cinema, negli spettacoli dal vivo, ma anche nell’allestimento di una mostra temporanea. Situazione peggiorata ovviamente dalla mancanza di turisti. Bisognerà quindi aiutare in maniera consistente l’intero settore sin da subito e non soltanto attraverso le previsioni del Recovery plan, i cui risultati concreti si vedranno forse dal prossimo autunno”, conclude.