CULTURA, AL MAXXI LA MOSTRA SHOCK SULLA GUERRA IN SIRIA
Da domani, 5 Ottobre, fino al 9 dello stesso mese, il Maxxi ospiterà una mostra shock di circa una trentina di foto che illustra la guerra senza filtri, con foto di cadaveri, corpi con i segni di frustate, mutilati o bruciati e violentati.
“Nome in codice: Caesar” è il nome della mostra che è stata promossa da varie associazioni come Amnesty Internazionale, Focsiv e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ha come obiettivo non solo quella sensibilizzazione, bensì di raccontare della guerra in Siria, paese che da cinque anni soffre perseguitato da bombe, guerra civile dovuta alla divisione interna tra fazioni, tregue promesse e non rispettate.
Caesar è lo pseudonimo forzato di un ex fotografo della polizia militare di Damasco che da reportage di vita e cronaca quotidiana si è ritrovato a scattare foto di morti dovute a torture e sevizie nelle carceri di Bashar al Assad tra il 2011 e il 2013; dall’inizio del 2014 ha disertato, scappando dalla Siria e portandosi via le copie di oltre 50 mila foto dell’orrore, grazie all’aiuto del Qatar e per questo oggi vive come un fantasma, con una scorta per la sua protezione che lo protegge in un luogo non rilevato.
Le foto hanno suscitato diverso scalpore e riguardo la veridicità delle stesse è stato confermato che non si tratta di fotomontaggi, bensì fino ad oggi hanno aiutato nel riconoscimento di circa 9000 morti a cui non si era riusciti a dare un nome e un volto; il lavoro, purtroppo, è ancora molto lungo e non ancora finito, visto che in Siria anche in questo momento si combatte.