CONTRO IL VIRUS DELLA DISUMANITA’ C’E BIOSOGNO DI MISERICORDIA
Me lo sono chiesto l’altro giorno, quando su facebook mi è capitato sotto agli occhi il post di una mia vecchia conoscenza, non schierata politicamente, che ho sempre ritenuto una persona moderata, che riteneva ipocrita l’iniziativa delle #maglietterosse, promossa dall’Associazione Libera di Don Ciotti per “fermare l’emorragia di umanità”, cui per altro, anche le ACLI di Roma hanno aderito e io per prima, ricevendo anche direttamente critiche da chi voleva strumentalizzare la cosa.
L’attacco di questo post era rivolto a chi preferiva difendere gli immigrati mentre nessuno si schiera pubblicamente per i disoccupati, i giovani che vanno a cercare lavoro all’estero, gli anziani che non arrivano alla fine del mese, quelli che arrivano a suicidarsi perché hanno perso il lavoro e non riescono a provvedere alla propria famiglia.
Il post è stato subito condiviso da varie persone perché ormai rispecchia un sentimento, terribile, che sta dilagando come un virus, quello dell’imbarbarimento delle coscienze, della disumanizzazione del cuore.
Come si può scegliere tra la vita di un disoccupato e quella di un papà che viaggia su un barcone per venire a cercare speranza nel nostro Paese?
Come si può scegliere tra una giovane senza lavoro e un bambino rimasto solo sul quel barcone, perché i genitori non ce l’hanno fatta?
«Siamo certamente in un’epoca dove la persona umana viene usata come oggetto e finisce per essere materiale di scarto – ha detto papa Francesco (cfr https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/nessuno-%C3%A8-materiale-di-scarto) -. Agli occhi di Dio non c’è materiale di scarto, c’è solo dignità». Dunque occorre «riscattare la dignità della persona», una «battaglia che tutti siamo chiamati a compiere».
In questa politica gridata, che sembra di essere più un’arena di tifosi che non davanti a delle istituzioni, in cui si va avanti a colpi di slogan e hashtag, ci vogliono far credere che le priorità dell’agenda di governo diventano scelte per sottrazione, per la serie “tu sì”, “tu no”.
Non è ammissibile generare odio e metterci uno contro l’altro in cambio di consenso.
Non è ammissibile permettere una retorica del racconto che ci mostra vinti e vincitori, ma che non corrisponde alla realtà dei fatti.
Lo sapevate, ad esempio che in Italia, il numero di persone cui è stato fornito un permesso di soggiorno è drasticamente calato, anzi, dimezzato rispetto al 2000? Questo significa che quella dei migranti, come sottolineava l’altro giorno Il Sole 24 ore (cfr http://www.infodata.ilsole24ore.com/2018/07/08/lemergenza-migranti-non-piu-emergenza-caso-italia/), non è più un’emergenza!
E perché invece nessuno ci dice seriamente che visto che in Italia non si fanno più figli (e sulle motivazioni dovrei aprire un capitolo a parte), e non vogliamo quelli degli immigrati, rischiamo che nessuno paghi le nostre pensioni?
Questa non è, non può e non deve essere una guerra tra ultimi e penultimi, che anestetizza le coscienze popolari e fa trionfare i generatori seriali di odio.
Se è vero che chi è stato eletto ha delle responsabilità, è anche vero che la politica è una responsabilità condivisa. Le questioni su cui la società si dibatte e la politica legifera necessitano del contributo di ciascuno ma se ci lasciamo contaminare dal “quel virus” il nostro contributo sarà falsato.
Vogliamo un Governo che sappia trasmetterci una visione di Paese e una politica capace di volare alto.
Vogliamo che le priorità non vengano messe in classifica, ma affrontate una ad una solo tenendo davvero conto della dignità umana.
In questo mondo che cambia, vogliamo trasformare i problemi in opportunità e camminare insieme per andare insieme verso una comunità che non lasci indietro nessuno.
LIDIA BORZI’, presidente delle ACLI di Roma e provincia.