CONFISCATI BENI PER 30 MILIONI DI EURO A ‘NDRANGHETA E CASAMONICA
La Polizia di Stato di Roma ha confiscato beni per un valore di 30 milioni di euro. Nel corso di una importante operazione degli investigatori della Divisione anticrimine della Questura di Roma, avvenuta a maggio di due anni fa, erano stati sequestrati a pericolosi esponenti organici a cosche di ‘ndrangheta ed appartenenti alla famiglia dei Casamonica, beni e contanti per un valore complessivo di 30 milioni di euro.
Quel maxi sequestro oggi è diventata confisca e la ricchezza accumulata dal sodalizio criminoso, attivo in strutturate attività di traffico di droga, usura e riciclaggio, è stata sottratta alla disponibilità, diretta o indiretta dei proposti e gestita, per conto dello Stato, dall’Amministrazione Giudiziaria.
Nel corso della mattinata, personale della Polizia di Stato in forza alla Divisione Anticrimine della Questura di Roma ha dato esecuzione ai decreti emessi dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Roma, nell’ambito del procedimento di prevenzione convenzionalmente denominato “All’ombra del Cupolone” attivato su proposta del Questore di Roma, con cui si dispone l’applicazione della misura di prevenzione della confisca dei seguenti beni: 10 unità immobiliari che si trovano in Calabria, Roma e Ardea; 21 società e/o imprese individuali con sede a Roma, Milano, Sora (FR), Avellino, Caserta e Benevento; 25 complessi aziendali; 24 veicoli tra cui Maserati, Spider, Porsche, Hummer, Mercedes e Audi; 68 rapporti creditizi per un complessivo saldo attivo di 424.159,13 euro; 1 polizza pegno relativa a preziosi tra cui 3 orologi Rolex. Con i medesimi provvedimenti, per la perdurante ed elevatissima pericolosità sociale riconosciuta, è stata, altresì, disposta l’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S., con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di anni 5, nei confronti di Francesco Filippone, figlio del più noto Rocco Santo, capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta legata ai Piromalli e tratto in arresto, con Giuseppe Graviano, in esecuzione dell’Occc emessa dall’autorità giudiziaria di Reggio Calabria, convenzionalmente denominata “‘ndrangheta stragista” e di Salvatore Casamonica.
Quest’ultimo, figura di spicco dell’omonimo clan, era inserito in una vasta attività di spaccio di sostanza stupefacenti, nel 2015 si rese responsabile di una tentata estorsione ai danni di un commerciante del quartiere Tuscolano e, nel luglio dello scorso anno, è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, cosiddetta “Operazione Gramigna” per aver costituito un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di ulteriori reati quali estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti, tutti con l’aggravante del metodo mafioso.
Le indagini patrimoniali avviate alla fine dell’anno 2015 dagli specialisti della Divisione Anticrimine, coordinati dalla dottoressa Angela Altamura, sono state focalizzate sulla ricostruzione della carriera criminale dei membri del nucleo familiare di Filippone Francesco, del suocero Calvi Francesco, del cognato di Calvi tale Mercuri Michele, di Cicivelli Roberto Giuseppe professionista consulente del gruppo e del Casamonica. In particolare è stata accertata, un’infiltrazione nella realtà economico-finanziaria della Capitale, iniziata alla fine degli anni ’90, ad opera dei proposti Francesco Calvi, Michele Mercuri e Francesco Filippone. Costoro, dopo essersi insediati in questo capoluogo, collegati anche ad esponenti della camorra, erano entrati in contatto con personaggi della criminalità organizzata romana, appartenenti alla famiglia Casamonica, con i quali stringevano alleanze.
In particolare, con l’ausilio di presta nomi, familiari e non, i sodali hanno acquisito locali commerciali, soprattutto nel settore bar/ristorazione in zone ad alta vocazione turistica della Capitale, tramite il reinvestimento di cospicue somme di denaro di provenienza illecita quale il traffico di stupefacenti e l’usura, avviando, altresì, svariate società “cartiere” dedite al riciclaggio di denaro. Ripercorso brevemente il contesto investigato, giova evidenziare che il Tribunale di Roma – Sezione Specializzata delle Misure di Prevenzione- ha accolto pienamente l’analisi economico patrimoniale prospettata dagli agenti della Divisione Anticrimine nei confronti dei proposti la cui sperequazione è stata ulteriormente confermata dagli esiti della perizia svolta dal consulente nominato dall’autorità giudiziaria.
Inoltre, in costanza di sequestro, il Tribunale ha disposto la vendita a terzi di due complessi aziendali nonché la cancellazione dal Registro delle Imprese di 25 società risultate esistere solo giuridicamente, verosimilmente costituite al solo scopo di schermare attività illecite, riciclare profitti indebiti e rendere difficoltose l’identificazione dei soci occulti. Tra le attività confiscate ci sono diversi esercizi commerciali nel settore bar/ ristorazione situati nelle zone più prestigiose della capitale, in particolare i bar: “Pio Er Caffe” e “L’Angolo d’Oro”, un bar con tabaccheria denominato “Tentazioni Caffe”, nonché il ristorante/trattoria “Hostaria Sara Franca”, tutti nei pressi del Vaticano, una trattoria a Trastevere, e il ristorante/pizzeria “MiRò Restaurant Kitchen & Sound”. Inoltre sono state confiscate anche due rivendite di autoveicoli: “My Cars”, con sede operativa in zona Borghesiana, e “Sarocar New”, in zona Laurentina. Il provvedimento di confisca riguarda, anche, una palestra e l’impresa esercente attività di vendita di calzature a Ciampino riconducibile alla famiglia Casamonica. Il tesoro confiscato è pari ad un valore di 30 milioni di euro.