CON LO STOP ALLE DONAZIONI DI SANGUE -250 SACCHE AL GIORNO
Stop alle donazioni di sangue nella Asl Roma 2 e nel comune di Anzio. E’ quanto è stato deciso ieri a seguito dell’esplosione di casi di Chikungunya, la malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette, registratasi in quelle zone. Dal momento che non esiste un test in grado di riconoscere l’infezione nel sangue, infatti, le donazioni potrebbero essere particolarmente rischiose.
A causa del blocco delle donazioni, a Roma si prevede il rischio di una carenza di sangue. Con lo stop, infatti, potrebbero venire a mancare “circa 200-250 sacche, che è il numero di quelle solitamente raccolte dalle donazioni della Asl Roma 2″, fa sapere all’AdnKronos il Centro Nazionale Sangue. “Se tutto procede secondo i piani, però, non dovrebbe scattare un’emergenza, ma il blocco delle donazioni è partito solo stamattina. E’ già stato attivato, intanto, il protocollo per una compensazione interregionale e in più dal resto del Lazio e da altre regioni arrivano donazioni straordinarie”. Se tutto ciò non dovesse bastare, “si passerà alla mobilitazione del Piano nazionale per le maxi-emergenze, che prevede che ogni regione abbia delle riserve di sacche di sangue, destinate esclusivamente alle situazioni di emergenza, come nel caso dei terremoti”.
La situazione appare però più preoccupante se si pensa alla ‘storica’ carenza di sangue che la Capitale registra già in partenza. “Abbiamo in programma una riunione domani con tutti i presidenti Avis regionali, per mettere a punto un Piano d’emergenza e sopperire all’inevitabile carenza di sangue che si verrà a creare a Roma dopo lo stop alle donazioni. Si pensi che la Capitale ha, già in partenza, una carenza ‘storica’ media di 48.000 sacche di sangue l’anno, carenza che si riesce a colmare in parte, con 16.000 unità dalle province laziali e con 26.000 sacche dalle altre regioni”. A lanciare l’allarme è Fulvio Vicerè, presidente Avis Lazio.
“Sicuramente – spiega all’AdnKronos Salute – si verranno a creare delle carenze. Ma stiamo già lavorando in collaborazione con le nostre sedi regionali per cercare di arginare il problema. Purtroppo Roma ha una carenza storica di sangue, e sono le regioni del Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia) che di solito ci aiutano di più a sopperire al problema. I donatori stanno comunque rispondendo ai nostri appelli per far sì che, se non sono fra quelli a rischio, si presentino più frequentemente nelle nostre sedi. E’ un problema che comunque ci preoccupa, perché riguarda la salute pubblica, che si affianca alla consapevolezza che la garanzia di aver sangue in tutta Italia non l’abbiamo mai avuta. E’ un problema di cultura. Una persona sana può sempre donare il sangue e questa, anche se preferirei non si agisse in emergenza, potrà essere un’altra occasione per sensibilizzare su questo tema”.