COMUNE; DOSSIER CHOC DI GABRIELLI: “ANCORA INQUINATO”
Il baco del Campidoglio. Anche se sono usciti tutti di scena, da Buzzi a Carminati, il Comune della Capitale continua a essere una terra di mezzo dove il potere di veto della burocrazia tiene in ostaggio l’intera macchina amministrativa e quindi la vita dei romani.
A quasi un anno dall’inchiesta Mafia Capitale, la relazione che in queste ore il prefetto Franco Gabrielli ha inviato al ministro degli Interni Angelino Alfano parla chiaro: «Criticità ancora in fieri nel sistema integrato dei controlli interni, parzialità e obsolescenza del sistema regolamentare, problematiche concernenti gli atti di bilancio»”. Lo scrive Simone Canettieri su Il Messaggero.
“In più: un piano anticorruzione non ancora applicato in tutte le sue parti, «determine sospette» che non sono state annullate nonostante le indicazioni chiare del Governo e dirigenti tirati in ballo dall’inchiesta sul Mondo di mezzo che sembrano averla fatta franca nonostante le indicazioni chiare emerse nel consiglio dei ministri del 27 agosto – si legge nell’articolo – Su tutto, come una metastasi, una macchina amministrativa tentacolare ed elefantiaca che si oppone al cambiamento «pur in ambiti di estrema rilevanza e urgenza – si legge nel dossier – quali quello della risoluzione delle criticità derivanti dalle vicende di Mafia Capitale».
Una palude dentro alla quale è impossibile muoversi che non lascia ben sperare in vista del Giubileo, ormai alle porte. La relazione che Gabrielli ha presentato al ministro Alfano e al commissario Francesco Paolo Tronca tratteggia una situazione degli uffici che rimane inquinata da un fattore ambientale più che da profili penali. Un contropotere silenzioso ma potente. omniroma