CINEMA, IL SALUTO AL MAESTRO FRANCESCO ROSI
Le porte della Casa del Cinema, immersa nel verde di Villa Borghese, si sono spalancate questa mattina, alle9 in punto, per accogliere il feretro del grande regista, maestro del film-inchiesta, Francesco Rosi, morto sabato scorso a Roma.
I corazzieri hanno preceduto l’ingresso del feretro, portando una corona di rose bianche, mentre ad attenderlo c’erano l’assessore capitolino alla Cultura Giovanna Marinelli e il direttore della Casa del Cinema, Giorgio Gosetti. L’accesso alla camera ardente, allestita nella sala più grande, la De Luxe, é stato inizialmente interdetto per consentire ai familiari e agli amici più stretti di dare l’ultimo intimo saluto al regista,in prima fila la figlia Carolina.
Presente il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, arrivato alla Casa del Cinema di Villa Borghese per dare l’ultimo saluto al maestro, suo compagno di scuola al liceo Umberto I. Ad accoglierlo all’ingresso, il ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, il vicesindaco di Roma Luigi Nieri e il direttore della Casa del Cinema, Giorgio Gosetti.
“Oggi qui c’è tutto il cinema italiano – ha detto Gosetti – Verrà inoltre proiettato sul maxischermo il documentario che ha fatto Roberto Andò con Rosi nel 2002, che racconta tutta la carriera umana ed artistica del maestro. Apriamo la Casa del Cinema con lo spirito di renderla casa sua e di avere una giornata aperta al cinema e a chi si è appassionato all’opera di Francesco Rosi”.
Nel cuore di Giuseppe Piccioni, “al di là della sua cinematografia conclamata”, resta l’opera “I Magliari”. Per il regista, quello di Rosi è “un cinema particolare. Parlare di denuncia riuscendo a fare del cinema non è facile – ha concluso – la denuncia a volte diventa un’operazione di marketing. Lui invece ha fatto denuncia in un momento in cui tutto era diverso”.