CHIESA, POMPILI VESCOVO DI RIETI: “IL PAPA MI HA TELEFONATO TRE VOLTE. VERRA’ A TROVARCI APPENA POSSIBILE”
“Il Papa mi ha telefonato tre volte. La prima volta ero a Lourdes e mi ha chiamato alle sette. Mi ha raccontato che aveva sentito la scossa, si era svegliato, si era informato e aveva celebrato la messa per noi gia’ alle 4 del mattino. Era mercoledi’ e mi ha accennato all’idea di fare qualcosa all’udienza generale. Poi altre due telefonate: vuole sapere, mi chiede quanti bambini sono stati salvati, quanti sono restati sotto le macerie. Chiede piu’ di quanto io non sappia. Si sente coinvolto. Era venuto da queste parti un paio di volte, quasi in incognito, a gennaio e a luglio. Ci vuole bene e ieri ha annunciato che verrà a trovarci appena possibile“, queste sono le parole che il vescovo di Rieti, Domenico Pompili, ha affidato al Corriere della Sera per raccontare quanto Papa Francesco abbia preso a cuore la questione del terremoto nel centro Italia.
Per quanto riguarda la celebrazione che si terrà domani ad Amatrice il vescovo annuncia che “leggeremo tutti i nomi delle vittime, e speriamo che per domani, quando saranno sei giorni dalla scossa, i nomi ci siano tutti”; sul delicato discorso delle bare e la loro assenza sostiene che “è stato detto così a motivo del gran numero dei morti e anche per la mancanza di uno spazio sufficiente ad accogliere tante bare. E’ una decisione presa venerdì in un incontro di tutte le autorità, alla quale era presente anche il segretario della Cei Nunzio Galantino. Ma stiamo chiedendoci -conclude il vescovo – se non si possa ripensare quella decisione. Ovviamente pregheremo per tutti, che ci siano o no le bare, ma forse sarebbe bene che almeno una parte dei morti ci fossero, se sarà possibile e per quanto sarà possibile”