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CHIESA, PAPA FRANCESCO CONTRO LA CORRUZIONE: “SI COMINCIA CON POCO”

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Nuovo anatema di papa Francesco contro la corruzione. “Tanti corrotti, tanti pesci grossi corrotti che ci sono nel mondo dei quali conosciamo la vita sui giornali: forse hanno cominciato con una piccola cosa, – ammonisce il Papa nella messa celebrata a Casa Santa Marta – non so, per non aggiustare bene il bilancio e quello che era un chilo: no, facciamo 900 grammi ma che sembra un chilo. La corruzione incomincia da poco, come questo, col dialogo: ’Ma no, non è vero che ti farà male questo frutto! Mangialo, è buono! E’ poca cosa, nessuno se ne accorge. Fai, fai!’. E poco a poco, si cade nel peccato, si cade nella corruzione“.

Il Papa, riflettendo sul diavolo che tenta sia Adamo ed Eva sia Gesù, nell’omelia di cui dà conto Radio Vaticana, mette in guardia sul fatto che con Satana non si dialoga, perché si finisce nel peccato e nella corruzione. Il Pontefice, dunque, si sofferma sulla tentazione di Adamo ed Eva, poi su quella di Gesù nel deserto. È il diavolo, sottolinea, che “si fa vedere in forma di serpente: è attraente” e con la sua astuzia, dice, cerca di “ingannare, è specialista in questo, è il padre della menzogna, è un bugiardo”. Con Gesù, però, osserva Bergoglio, il discorso è diverso: per il diavolo “finisce male”, ricorda Francesco. Francesco spiega la morale: “cercare di dialogare” con Cristo, perché “quando il diavolo circuisce una persona lo fa con il dialogo”: tenta di ingannarlo, ma Gesù non cede.

Il diavolo – sottolinea ancora papa Francesco – è un mal pagatore, non paga bene! E’ un truffatore! Ti promette tutto e ti lascia nudo. Anche Gesù è finito nudo ma sulla croce, per obbedienza al Padre, un’altra strada. Il serpente, il diavolo è astuto: non si può dialogare col diavolo. Tutti noi sappiamo cosa sono le tentazioni, tutti sappiamo, perché tutti ne abbiamo. Tante tentazioni di vanità, di superbia, di cupidigia, di avarizia”. La Chiesa, dice il Pontefice, ci insegna “a non essere ingenui”, per non dire “sciocchi” e a tenere sempre gli “occhi aperti”.

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