Religioni

CHIESA; UN LIBRO SU ALVARO DEL PORTILLO RACCONTA UNA STRAORDINARIA TESTIMONIANZA CRISTIANA

Medina Bayo Álvaro del Portillo


In uscita il volume “Álvaro del Portillo. Il primo successore di san Josemaría alla guida dell’Opus Dei”, Edizioni Ares

Elogio della fedeltà. Potrebbe essere questa la sintesi della vita di Álvaro del Portillo (Madrid 1914 – Roma 1994), il primo successore di san Josemaría Escrivá alla guida dell’Opus Dei che sarà beatificato a Madrid il prossimo 27 settembre.

Álvaro era un ragazzo come tanti nella Spagna degli anni Trenta. Un giovane riservato e sempre sorridente con la passione per i numeri e l’ingegneria. La sua vita fu felicemente «sconvolta» dall’incontro con Escrivá. Restò folgorato dalla sua predicazione, dalle nuove prospettiva di impegno cristiano a cui stava chiamando persone di ogni età e condizione sociale. Álvaro decise di far proprio quell’impegno e la sua via di Damasco fu un ritiro spirituale nel luglio del ’35.

Da quel momento e fino alla fine dei suoi giorni (celebrò la sua ultima Messa nel Cenacolo di Gerusalemme durante un pellegrinaggio per i suoi 80 anni), mise in secondo piano i suoi sogni professionali, anche la propria personalità, per assecondare i disegni di Dio. Non ebbe vita facile. Rischiò più volte la morte durante la guerra civile spagnola e, una volta terminato il conflitto, dovette riordinare la propria vita secondo le esigenze dell’espansione apostolica dell’Opus Dei: viaggi frequentissimi in ogni dove della Spagna, ore e ore passate a formare i giovani e a completare i propri studi.

Certamente lo spartiacque della sua vita fu l’ordinazione sacerdotale ricevuta, dopo tre anni di intensa preparazione, il 25 giugno 1944 da mons. Leopoldo Eijo y Garay. Tutto questo, e naturalmente molto di più, si legge ora nella nuova documentatissima biografia (Álvaro del Portillo. Il primo successore di san Josemaría alla guida dell’Opus Dei, Edizioni Ares, Milano 2014, pp. 760 euro 22) scritta da Javier Medina Bajo, che lo conobbe a Roma nel 1970 ed ebbe modo di collaborare a lungo con lui. Il volume è suddiviso in tre sezioni: «l’infanzia e la giovinezza» (1914-1939), «gli anni accanto al Fondatore» (1939-1975), «padre e pastore» (1975-1994).

Estremamente interessanti i capitoli sul Concilio Vaticano II. Don Álvaro vi prese parte molto attiva fornendo un contributo essenziale alla stesura del Decreto Presbyterorum Ordinis sul ministero e la vita dei sacerdoti. A testimonianza del suo amore per la Chiesa si può ricordare la sua solidarietà con Paolo VI nelle turbolenze del Postconcilio e l’intensa amicizia con Giovanni Paolo II, che istituì la Prelatura dell’Opus Dei (28 novembre 1982) e che volle rendere omaggio alla sua salma a Villa Tevere (Roma). Gesto insolito per un Pontefice. Non erano ancora i tempi delle «uscite» di Papa Francesco. Quando glielo fecero notare, Giovanni Paolo II rispose: «Si doveva, si doveva».

Pochi giorni dopo la morte, l’allora card. Ratzinger ricordò così don Álvaro in una lettera indirizzata al Vicario Generale dell’Opus Dei (25 marzo 1994): «Ricordo la modestia e la disponibilità che caratterizzarono in ogni circostanza il lavoro di don Álvaro come Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede, un’istituzione che contribuì ad arricchire in modo singolare con la sua competenza ed esperienza, che ho avuto modo di comprovare personalmente». Il giorno prima era stato invece Vittorio Messori a tracciarne un toccante profilo sulle pagine del Corriere della sera: era «davvero un padre, come lo chiamano nell’Opus Dei. Veniva voglia di confessarsi, più che di incalzarlo con le domande. Si vedeva che era stato ingegnere, specialista in ponti e strade».

Per chi volesse approfondire la figura di questo santo del XX secolo giovedì 18 settembre a Roma (ore 17, Pontificia Università della Santa Croce) si svolgerà una tavola rotonda per presentare la nuova biografia con interventi del card. Monterisi, Antonio Maria Sicari, Emma Fattorini, Maria Vittoria Marini Clarelli e Cesare Cavalleri.

romasociale.com

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