CHI CONSIGLIA IL SINDACO MARINO SUL VATICANO
Sul sindaco Marino è stato detto tutto e anche di più. Indubbiamente ha commesso errori politici, diplomatici evidenti. Nessuno però ha evidenziato come il primo cittadino sia contornato da collaboratori poco attenti. Al di là del tema della comunicazione che evidentemente lascia a desiderare, occorre riflettere su come il sindaco stia gestendo il rapporto con il Vaticano. Due le persone a cui si è affidato: Silvia Pelliccia stretta collaboratrice di Marino e Francesco Piazza capo del cerimoniale, molto vicino al Quirinale, Napolitano regnante. Entrambi e per diversi canali hanno tentato di accreditare il sindaco presso le sacre stanze vaticane, ma con risultati ininfluenti.
La Pelliccia si è imposta come interfaccia con il mondo cattolico impegnata nel welfare tanto da diventare l’ombra dell’assessore Danese. L’altro, l’avvocato Piazza, già capo del cerimoniale con Alemanno, ha messo a disposizione del primo cittadino tutti i suoi contatti con il Vaticano. Abbiamo assistito così ad un iper presenzialismo di Marino ad ogni evento Vaticano e fonti capitoline ci dicono, proprio, su pressioni del capo del cerimoniale.
Sempre dal Campidoglio – fonti certe – dicono che su consiglio di Piazza il primo cittadino di Roma si è recato a Philadelphia. Sembra che Marino sia stato rassicurato sul fatto che era opportuna la sua presenza e che il Papa lo avrebbe ricevuto a margine dei suoi numerosi impegni statunitensi. Nulla di tutto questo è accaduto. Anzi il Pontefice ha dato in maniera chiara la sua sentenza sul sindaco, che in apparenza è devoto al magistero della chiesa, ma nei fatti lo combatte in maniera aspra e senza confronto.
In tutto questo i “vaticanisti” Pelliccia e Piazza si stanno trovando in grandi difficoltà, perché proprio loro che dovevano mediare con il Vaticano sembra che non lo abbiano fatto. Insomma un vero disastro. Dal Campidoglio ci dicono che il sindaco sia veramente adirato con i suoi collaboratori per questa figuraccia e forse ha cominciato a capire che ha scelto male i suoi consiglieri.
Muzio Scevola