Religioni

CEI: I SACERDOTI SI AFFIDANO ALLA COMUNITÀ PER ESSERE LIBERI DI SERVIRE TUTTI

Annunciatori della fede in parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anti-crisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, in prima linea nella gestione dell’emergenza Covid 19, i sacerdoti “si affidano alla comunità per essere liberi di servire tutti”. Sono i presupposti con cui la Cei promuove la campagna “Insieme ai sacerdoti”, per rinnovare l’impegno delle offerte deducibili e affidare i preti alla generosità e all’aiuto dei fedeli affinché “possano compiere con serenità il proprio compito”.

“Ogni offerta è il segno concreto di questa vicinanza. Raggiunge tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro – spiega il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni -. Tanto più nel periodo difficile del Covid, in cui da mesi i preti diocesani continuano a tenere unite le comunità disperse, incoraggiano i più soli e non smettono di servire il numero crescente di nuovi poveri. Oggi più che mai i nostri sacerdoti sono annunciatori di speranza, ci incoraggiano a vivere affrontando le difficoltà con fede e generosità, rispondendo all’emergenza con la dedizione”.

Le offerte, negli intenti della Cei, sono lo strumento che permette a ogni fedele di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani che assicurano una presenza costante in tutte le parrocchie per annunciare il Vangelo e supportare le comunità. Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le Offerte sono uno strumento perequativo e di solidarietà nazionale scaturito dalla revisione concordataria del 1984, per sostenere l’attività pastorale dei circa 34.000 sacerdoti diocesani.

Infatti da oltre 30 anni i sacerdoti non ricevono più uno stipendio dallo Stato, la “congrua”, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento. Diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani, le offerte deducibili rappresentano un contributo determinante alla vita di tutte le comunità italiane. Nel 2019 sono state raccolte 84.699 offerte, per un totale di 7.837.075 euro. Queste concorrono a rendere possibile la remunerazione mensile di quasi 34.000 sacerdoti di cui 30.664 a servizio delle 227 diocesi italiane: tra questi circa 400 sono stati impegnati nelle missioni nei Paesi del Terzo Mondo come ’fidei donum’, mentre 2.848, per ragioni di età o di salute, sono in previdenza integrativa. Nel consuntivo relativo al 2019, il fabbisogno complessivo annuo per il sostentamento dei sacerdoti è ammontato a 525,5 milioni di euro lordi, comprensivi delle integrazioni nette mensili ai sacerdoti (12 l’anno), delle imposte Irpef, dei contributi previdenziali e assistenziali e del premio per l’assicurazione sanitaria.

A coprire il fabbisogno annuo provvedono: per il 16,7% in prima battuta gli stessi sacerdoti, grazie agli stipendi da loro percepiti (per esempio quali insegnanti di religione o per il servizio pastorale nelle carceri e negli ospedali); per il 7,5% dalle parrocchie presso cui prestano servizio (ogni sacerdote infatti può trattenere dalla cassa parrocchiale una piccola cifra – quota capitaria – per il suo sostentamento, pari a circa 7 centesimi al mese per abitante). Il resto è assicurato per il 6,5% dalle rendite degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero, per il 67,6% dalla Cei con una parte dei fondi derivanti dall’8xmille e l’1,7% attraverso le offerte deducibili indirizzate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero. I contributi versati, vengono inviati all’Istituto centrale sostentamento clero di Roma, che li distribuisce equamente tra i preti diocesani, assicurando così una remunerazione mensile che va dai 903 euro netti al mese per un sacerdote appena ordinato, fino ai 1.405 euro per un vescovo ai limiti della pensione.

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