L’ambiente è sempre più devastato e le prime vittime di questi cambiamenti, dal clima all’inquinamento, sono i più poveri e le persone più fragili. Lo sottolinea la Conferenza episcopale italiana nel documento “Coltivare l’alleanza con la terra” per la Giornata nazionale per la custodia del creato che si celebrerà l’1 dicembre.
Sempre più spesso la nostra terra, città, paesi, campagne, è devastata da fenomeni atmosferici di portata largamente superiore a ciò che eravamo abituati a considerare normale; anche gli ultimi mesi hanno visto diverse aree del paese sconvolte da eventi meteorologici estremi, che hanno spezzato vite e famiglie, comunità e culture, e le prime vittime sono spesso i poveri e le persone più fragili.
Le stesse storie narrate da tanti migranti, che giungono nel nostro paese chiedendo accoglienza, parlano di fenomeni inediti che colpiscono, in modo spesso anche più drammatico, aree molto distanti del pianeta. Si fa strada un senso di impotenza e di disperazione, come fossimo di fronte ad un degrado inevitabile della nostra terra. Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’ invita però a non cedere alla rassegnazione. Ma non basta preoccuparsi per “la devastazione del territorio a seguito del riscaldamento globale” ma occorre una “attiva opera di prevenzione”.
La Cei ricorda che “particolare rilievo avrà in tal senso la Conferenza internazionale Cop 24, che si terrà a Katowicze in Polonia nel dicembre 2018: l’occasione per ripensare ed approfondire le iniziative contro il mutamento climatico avviate tre anni fa dalla precedente Cop 21 svoltasi a Parigi. Sarà importante che l’Italia svolga un ruolo attivo e lungimirante in tale contesto, proponendo impegni realistici ed ambiziosi per l’azione della comunità internazionale”.
“Nella stessa direzione, della costruzione di una società decarbonizzata, dovranno pure andare scelte efficaci da parte del nostro paese nel campo della politica e dell’economia ambientale. Saràn così possibile collegare la promozione di un lavoro dignitoso con una attenzione forte per l’ambiente”. Anche la Chiesa deve esser protagonista nella promozione di “nuovi stili di vita e di consumo responsabile, così come a scelte lungimiranti da parte delle comunità”. La Chiesa cattolica italiana ricorda infine che quella ambientale “è una sfida che le chiese cristiane stanno imparando ad affrontare assieme, riscoprendo in orizzonte ecumenico l’impegno comune per la cura della creazione di Dio”.