CARD. BASSETTI: “PER UN CATTOLICO È IMMORALE VEDERE UN NEMICO NEL MIGRANTE”
“Per un cattolico è assolutamente immorale vedere nel migrante un nemico da combattere o da odiare”. Lo afferma, in un’intervista alla Stampa, il presidente della Cei Gualtiero Bassetti, secondo cui “negli ultimi anni, complice una durissima crisi economica, si è diffuso un clima di paura e di incertezza, a volte alimentato in modo irresponsabile, che ha contaminato lo spirito pubblico fino a far emergere alcuni rigurgiti xenofobi”.
“Bisogna stare molto attenti nel promettere al popolo facili ricette. Il rischio grosso è che queste ricette si traducano in soluzioni illusorie e quindi possano generare ancor più frustrazione e rabbia sociale”, avverte Bassetti.
“Il popolo non si accarezza con gli slogan e le promesse mirabolanti ma lo si aiuta a crescere fornendo risposte concrete e parole di verità”. In merito al Congresso di Verona, “la famiglia sta particolarmente a cuore alla Chiesa, proprio per questo ci dispiace che finisca in polemiche strumentali”, commenta Bassetti, secondo cui nelle politiche familiari serve “un nuovo welfare che non si traduca solo in piccoli interventi monetari ma che produca un nuovo intervento sociale a sostegno delle coppie giovani, dei precari, delle donne e della natalità, un rafforzamento dell’alleanza scuola-famiglia e una nuova organizzazione del lavoro che si basi sul cosiddetto fattore famiglia”.
Per il cardinale “i cattolici sono chiamati a mettere in pratica la logica del servizio: non si fa politica per carriera, per soldi o per bramosia di potere. I pastori invece hanno un altro grande compito: esortare alla fedeltà del magistero della dottrina sociale della Chiesa e alla solidarietà. Il laicato cattolico – prosegue – deve superare, una volta per tutte, questa vecchia e sterile divisione tra chi si occupa solo di bioetica e chi solo di povertà. Il messaggio sociale del cristianesimo è unitario e si basa sulla salvaguardia della dignità della persona in ogni circostanza: dalla maternità al lavoro, dal rapporto con la scienza alla cura dei migranti”.