CAMPIDOGLIO, BERDINI “PATTO PER ROMA DOPO NEFASTO REFERENDUM”
“Chiederemo al governo il permesso di poter fare delle infrastrutture su ferro molto leggere che permettano alla città di uscire da questo diluvio di automobili. Già questa potrebbe essere la svolta, un sistema di trasporto pubblico intelligente che dia respiro alla città”, è quanto affermato dall’Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Paolo Berdini, nel suo intervento davanti all’assemblea annuale dell’Acer.
“Visto che ormai sono abituato a ragionare sulle risorse di governo, fatemi dire qualcosa su questo. Milano – continua l’assessore della Giunta Raggi – ora va abbastanza di moda come esempio, ma ha avuto 1,5 miliardi di contributi pubblici per costruire l’Expo, poi con il patto per Milano il governo ha dato un altro miliardo e mazzo. Se io avessi 3 miliardi, più o meno quanti erano in programma per le Olimpiadi, questa città cambierebbe molto“.
“Negli ultimi anni non ho dubbi sul fatto che sia mancata una visione pubblica di Roma. Stiamo per rendere pubblico il patto per Roma e lo faremo dopo questo nefasto referendum“, commenta sempre Berdini che però, con il suo intervento, vuole anche indicare la via per un cammino che la città deve compiere e “dobbiamo trovare il grande pensiero che muoverà Roma, un po’ come venne fatto a Torino quando la Capitale venne spostata”.
“Vi porto i saluti della sindaca che ha la stessa sensibilità che ho io per questa forza produttiva che può essere veramente il punto di svolta per una città che è ferma. Vale la pena stemperare, vi proporrò un patto di lavoro assieme. Io ho grandi amicizie nel mondo dei costruttori e passo per mastino che deve mangiare il polpaccio ma ho rapporti di lunga data. Vi proporrò tre passaggi per confrontarci”, ma non solo critico e portavoce di una situazione complicata in Campidoglio, difatti l’assessore all’Urbanistica tende anche la mano verso i costruttori edili romani riuniti per l’occasione, concludendo con un auspicio perchè “Noi partiamo con un grande ritardo rispetto a come le grandi città stanno guardando al futuro. La distanza che ci separa dalle grandi capitali è enorme”.