ATTENZIONE A GINOCCHIA E CARTILAGINI MENTRE SI FA SPORT
Ogni anno in Italia vengono eseguiti oltre 20mila interventi di ricostruzione cartilaginea del ginocchio con una prevalenza nella fascia di età tra i 25-35 anni e sopratutto maschi (60%). I ‘crack’ della cartilagine si verificano con maggiore frequenza negli sport da contatto ed in particolare calcio, sci alpino, basket, ma anche la corsa, soprattutto se eseguita senza un adeguato allenamento. E’ quanto emerge dal 49.esimo Congresso degli ortopedici e traumatologi ospedalieri d’Italia (Otodi) in corso di svolgimento a Verona.
“Le lesioni di cartilagine rappresentano la grande sfida degli ultimi 20 anni. Si tratta di una patologia che sempre più spesso interessa i giovani e i meno giovani per la maggiore pratica dell’attività sportiva in ogni fascia di età – sottolineano i medici Otodi – Questo tipo di interventi è eseguito dall’adolescenza fino ai 50-55 anni, oltre questa fascia d’età la capacità dell’organismo di ricostruire la cartilagine si riduce notevolmente, pertanto è preferibile passare a interventi di sostituzione protesica parziale o totale”.
“I danni alla cartilagine – spiega Fabrizio Cortese, presidente del Congresso – se non trattati in fase precoce portano allo sviluppo di una degenerazione dell’intera articolazione, la temuta artrosi di ginocchio che può in ultimo essere trattata solo dalla sostituzione con una protesi artificiale. La cartilagine che riveste le articolazioni per molto tempo è stata ritenuta un tessuto difficilmente riparabile una volta danneggiato, ma negli ultimi anni sono state sviluppate diverse tecniche per trattare questo tipo di lesioni. Gli interventi di ricostruzione-riparazione sulla cartilagine del ginocchio – aggiunge Cortese – hanno successo nel 70-80% dei casi e i risultati sono clinicamente buoni anche nel caso non si riesca a ricostruire o riparare completamente il difetto cartilagineo”.
“Nel 2017 circa il 30% degli interventi sul ginocchio ha interessato il trattamento delle versioni della cartilagine mediante diverse metodologie – spiegano gli ortopedici – Alcune di queste operazioni possono essere effettuate anche mediante tecniche artroscopiche, cioè attraverso piccoli accessi chirurgici che permettono di accedere al ginocchio attraverso telecamere e di operare con sofisticati strumenti miniaturizzati riducendo quindi l’invalidità degli interventi”.
Sempre negli ultimi anni si sono sviluppate tecniche di riparazione mediante l’impianto di cellule del paziente stesso che possono ridurre l’entità del danno o riparare limitati difetti della cartilagine. Gli impianti di cellule rappresentano circa il 40% degli interventi riparativi mentre la restante parte viene eseguita con tecniche di riparazione, in minore percentuale (circa il 10%) si eseguono trapianti strutturali con cilindri di osso e cartilagine.
“Abbiamo trattato lesioni cartilaginee mediante impianti di cellule del sangue periferico (concentrato di piastrine), del midollo osseo (cellule midollari multipotenti) e – ricorda Cortese – anche cellule del grasso sottocutaneo iniettate nelle articolazioni. La maggior parte di questi interventi vengono eseguiti nel centro-nord e in particolare in centri dedicati alla chirurgia ricostruttiva articolare e alla sport-medicine trattandosi peraltro di procedure spesso molto costose. l’Italia – conclude lo specialista – è sicuramente all’avanguardia in questo tipo di trattamenti avendo iniziato già più di 15 anni fa con le prime tecniche rigenerative, e anche grazie alla rete di banche dei tessuti che consentono la disponibilità di osso e cartilagine per trapianti da donatore”.