ASCENSORI, COFFEE HOUSE E AZALEE, COSÌ RINASCE VILLA ALDOBRANDINI
Ottanta gradini (in salita) dividono dalla strada un gioiello verde della Roma rinascimentale poco conosciuto proprio a causa della sua limitata accessibilità. E invece Villa Aldobrandini, tra via Nazionale e via Mazzarino, sarà presto fruibile da tutti grazie ai lavori voluti dal Campidoglio per riqualificare il giardino e le strutture architettoniche.
Il cantiere avviato lo scorso 11 aprile segue il progetto preliminare di recupero generale della Villa per una valutazione complessiva pari a 8,3 milioni di euro. L’intenzione è di rendere accessibile la maggior parte dell’area per il Giubileo, mentre tutti i lavori saranno completati nel 2026. I sei ambiti di intervento riguardano il recupero vegetazionale e la riqualificazione del giardino, il recupero dei due padiglioni, il restauro della loggia cinquecentesca di accesso originario alla villa, quello della scala e l’adeguamento con l’ascensore dal portale ottocentesco su via Nazionale e, infine, la riqualificazione dell’area archeologica.
“È uno dei cantieri più significativi e importanti che stiamo realizzando, questa villa è anche un gioiello dell’architettura abbandonato da decenni e in qualche caso da secoli”, ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che ha visitato la villa che costeggia via Nazionale insieme all’assessora all’Ambiente, Sabrina Alfonsi. “La Villa ha subito tante trasformazioni nel corso della sua storia, c’è stata anche una scuola. Qualcuno ci va, ma è ripida e senza servizi: non è valorizzata. Con fondi di Roma Capitale- ha detto ancora Gualtieri- abbiamo ora finanziato il primo stralcio che prevede tre interventi: la riqualificazione del giardino e di due dei tre edifici, il primo con le coffee house che saranno raggiungibili con una scala e con l’ascensore e il padiglione cinquecentesco di Della Porta che consentirà l’accesso principale alla villa con una meravigliosa cordonata analoga a quella del Campidoglio, ma anche un ascensore anche per disabili”.
Con un iniziale finanziamento di 2,7 milioni è stato elaborato il progetto esecutivo di un primo lotto, i cui lavori sono in corso e che prevede il recupero della vegetazione e del giardino, quello del padiglione tra via Nazionale e largo Magnanapoli che diventerà un coffee house e un ascensore di collegamento con il giardino, oltre al recupero della loggia cinquecentesca di accesso originario alla villa che diventerà una sede museale. Nel secondo stralcio di lavori, che partirà da gennaio 2026, è prevista la riapertura del portone su via Nazionale, il restauro della scala e il nuovo ascensore, il recupero del padiglione all’angolo tra via Nazionale e via Mazzarino e l’illuminazione degli scavi archeologici.
“Questa è stata una Villa con delle importanti essenze vegetazionali, per cui anche i tempi di ristrutturazione li abbiamo fatti coincidere con il tempo vegetazionale e tra un mese ci sarà una delle prime piantumazioni che andranno avanti secondo le loro stagioni, facendo anche dei recuperi. La mostra delle azalee, la prima in assoluto, prima di trinità dei Monti, veniva fatta qui e quindi nel ripiantare la parte delle azalee, così come quella delle camelie, in realtà si possono recuperare anche tradizioni che col tempo si sono perse”, ha spiegato Alfonsi, che ha aggiunto: “Stiamo correndo per rendere la Villa accessibile durante il Giubileo. Non lo sarà un edificio, ma per il resto sarà accessibile con le nuove aperture e i nuovi ascensori. La villa sarà chiusa per l’intero mese di agosto per accelerare i lavori, poi chiudiamo i cantieri e li riapriamo a fine Giubileo per recuperare un’altra parte”.
Appartenuta al cardinale Giulio Vitelli e luogo mondano della Roma rinascimentale, la Villa è stata acquisita nel 1600 da papa Clemente VIII Aldobrandini e assegnata al nipote cardinale Pietro, per realizzare quella che si potrebbe definire la nuova vita della Famiglia: da esuli fiorentini, perché antimedicei, a potenti membri del potere di Roma attraverso la carriera ecclesiastica. A seguito di queste vicende familiari, a villa Aldobrandini è stata diretta una considerevole parte della ricchezza desunta dalla devoluzione del ducato di Ferrara, sottratto agli Estensi, e assorbito dallo Stato pontificio: la villa del Vitelli venne così ristrutturata da Giacomo della Porta e qui vennero condotti i 339 quadri della collezione di Alfonso I d’Este, che divenne non una residenza, ma una villa museo tra le più ricche della città.