ANTIGONE, ITALIA AL PRIMO POSTO NELLA UE PER SOVRAFFOLLAMENTO NELLE CARCERI
Il tasso di sovraffollamento nelle carceri italiane è pari al 119,8 per cento, ossia il più alto nell’area dell’Unione europea, seguito da quello in Ungheria e Francia. È quanto rivela il rapporto 2019 dell’associazione Antigone, presentato questa mattina a Roma, sulle criticità del sistema penitenziario che vive ancora il perdurare dello stato di sovraffollamento. Secondo l’associazione, al 30 giugno i detenuti ristretti nelle 190 carceri italiane erano 60.522.
Il ministero della Giustizia
precisa che i posti disponibili nelle carceri italiane sono 50.496, un dato che
non tiene conto delle sezioni chiuse. Ce ne sono – rileva il rapporto – ad
Alba, a Nuoro, a Fossombrone e in tantissimi altri istituti. A Como, Brescia,
Larino, Taranto siamo intorno a un tasso di affollamento del 200 per cento,
ossia vivono due detenuti dove c’è posto per uno solo. Nel 30 per cento degli
istituti visitati dall’associazione in questi primi mesi dell’anno sono state
riscontrate celle dove non era rispettato il parametro minimo dei 3 mq. per
detenuto, al di sotto del quale si configura per la giurisprudenza europea il
trattamento inumano e degradante.
Questo aumento del sovraffollamento, si legge nel rapporto,
“al di là dei luoghi comuni agitati da alcune parti politiche, non è
dovuto ad un aumento della criminalità, in particolare quella straniera”.
Infatti, da una parte, il numero di reati è in costante calo e anche gli
ingressi in carcere sono in conseguente diminuzione. Il numero più alto di
detenuti si spiega con l’aumento della durata delle pene, frutto anche delle
politiche legislative degli ultimi anni. Gli stranieri in carcere poi, negli
ultimi 10 anni, sono diminuiti del 3,68 per cento. Se nel 2003 ogni 100
stranieri residenti regolarmente in Italia l’1,16 per cento degli stessi finiva
in carcere, oggi la percentuale è scesa allo 0,36 per cento.