ALL’OPERA DI ROMA TORNA LISETTE OROPESA CON ‘LA SONNAMBULA’
Torna in scena dal 9 al 17 aprile all’Opera di Roma per la nuova produzione del dramma di Vincenzo Bellini La sonnambula il soprano americano Lisette Oropesa, dopo i successi del film-opera La Traviata diretto da Mario Martone e della tournée in Giappone con il capolavoro verdiano. La stella del canto affronta per prima volta il ruolo di Amina e si confronta con la celebre scena del sonnambulismo, una vera sfida per la vocalità del soprano lirico leggero.
Accanto a lei altre star come John Osborn, che interpreta Elvino, Roberto Tagliavini, nella parte del Conte Rodolfo, e Monica Bacelli, in quella di Teresa. Nelle repliche dell’11, 13 e 16 aprile Amina è interpretata da Ruth Iniesta, Elvino da Marco Ciaponi, il conte Rodolfo da Manuel Fuentes. Sul podio sale Francesco Lanzillotta, che torna al Costanzi dopo L’elisir d’amore diretto nella scorsa stagione. La nuova produzione dello spettacolo è affidata alla coppia di registi francesi Jean-Philippe Clarac e Olivier Deloeuil noti come “Le Lab”, al loro debutto in Italia, che firmano regia, scene e luci. Con loro Christophe Pitoiset (Collaboratore alle scene e alle luci), Luc Bourrousse (Drammaturgia), Pascal Boudet e Timothée Buisson (Video).
In un dramma in cui i virtuosismi del belcanto belliniano svelano i più remoti meandri dell’inconscio, il tema del sonnambulismo ispira ai due registi una messa in scena multimediale, in cui sogni e frammenti di realtà si fondono per esplorare la psiche di Amina e degli altri protagonisti del dramma. “In maniera forse paradossale, abbiamo incentrato questo allestimento non tanto sul risveglio della sonnambula – dicono – quanto sul suo addormentarsi, che viene mostrato all’inizio dello spettacolo. L’allestimento si sviluppa sotto forma di installazione performativa, nella Galleria Elvezia, una galleria d’arte pop-up collocata sul palcoscenico del Teatro Costanzi. Lo spettacolo offre un viaggio all’interno del sonno agitato della protagonista, una giovane che vive in uno stato di dormiveglia, in un regime sensoriale alterato”.
“La sonnambula rappresenta uno dei più alti slanci creativi di Bellini – dice Lanzillotta – sviluppati all’interno di una trama semplice, dai toni innocenti e idilliaci. I pentagrammi di questo titolo sono ricolmi di melodie. Il genere semiserio al quale La sonnambula appartiene, depurato dall’elemento comico, così come i toni idilliaci di cui sopra, non eliminano però i conflitti che in quest’opera si dipanano fra i protagonisti”.
Composta da Vincenzo Bellini in soli due mesi, La sonnambula debuttò a Milano nel marzo del 1831, ottenendo fin da subito grande successo.