ALLARME DEI SINDACATI: IL BILANCIO AMA ANCORA IN BILICO, PARTE LO STATO D’AGITAZIONE
“Nonostante la questione rifiuti della capitale sia ora sul tavolo del Governo, l’assemblea dei soci Ama di oggi, come si temeva, ancora non ha approvato in via definitiva il bilancio della partecipata. Sfuma, ameno di un’improbabile accelerata, la possibilità di approvare definitivamente il bilancio della partecipata entro il 30 settembre,e con essa l’intero consolidato di Roma Capitale”. Così in una nota delle segreterie regionali di Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel.
“E’ una situazione allarmante – prosegue la nota – e ci stupisce che nonostante i problemi fossero noti da cinque mesi, si sia aspettato tanto per risolverla, fino ad arrivare a questa impasse. Senza le nostre denunce non si sarebbe nemmeno aperto il dibattito. Un atteggiamento irresponsabile. Il rischio per gli stipendi e la credibilità della stessa azienda, che ha linee di credito disponibili ma inutilizzabili senza bilancio approvato, preclude gli investimenti necessari e le assunzioni indispensabili per gestire i progetti sperimentali sul porta a porta, voluti da una Giunta che non dà però gli strumenti e la stabilità necessari per pianificare e strutturare un servizio efficiente. L’impegno della stessa amministrazione e del Comune a sbloccare le assunzioni,oggetto dell’accordo dell’11 settembre, sembra sempre più lontano dal tradursi in realtà. La crisi aziendale è alle porte – concludono i sindacati – ora la vertenza è legata al nodo del bilancio. Indiciamo quindi lo stato di agitazione e, se non si dovesse arrivare subito all’approvazione, lo scioperò sarà inevitabile. Domani saremo in piazza Santi Apostoli, di fronte alla Prefettura, per la prima assemblea cittadina pubblica dei lavoratori di Ama, dalle 10.30 alle 13. Ci aspettiamo che il Campidoglio confermi le intenzioni dichiarate e mantenga gli impegni presi. Noi non abbiamo dubbi: Ama deve restare pubblica e dotata di nuove risorse umane e strumentali che le consentano di garantire un servizio davvero efficiente, migliorare le condizioni di lavoro e munirsi di impianti che permettano di rilanciare la dimensione industriale”.