Religioni

ALLA LATERANENSE UN CONVEGNO SULLA “FABBRICA DEI SANTI”

“Leggiamo le vite dei santi, perché mostrano in modo narrativo e comprensibile lo stile di Dio nella vita di persone non molto diverse da noi, perché i santi erano di carne ed ossa come noi. Le loro azioni parlano alle nostre e ci aiutano a comprenderne il significato”. Il tweet diffuso ieri da papa Francesco può ben fare da introduzione al convegno “Modelli di santità e canonizzazioni a 40 anni dalla Costituzione Apostolica Divinus perfectionis Magister”, che si terrà presso la Pontificia Università Lateranense da domani a venerdì 11 novembre, promosso dal Dicastero delle Cause dei Santi e dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche. Un seminario storico sulla “fabbrica dei santi”, lo hanno definito i promotori.

“Ovviamente, con la semplificazione della procedura apportata dalle riforme di Paolo VI e soprattutto di Giovanni Paolo II, si è avuto un incremento sensibile di Beatificazioni e Canonizzazioni, portato al culmine proprio da Giovanni Paolo II, che nel suo pontificato ha proclamato oltre 450 santi e quasi 1300 beati, numero senza precedenti nella storia del cristianesimo e che rappresenta oltre la metà di tutti i santi e i beati proclamati dalla fine del Cinquecento”, ha detto oggi padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, nella conferenza stampa di presentazione cui ha partecipato anche Bernard Dompnier, membro del Pontificio Comitato e consultore storico del Dicastero, già docente presso l’Università di Clermont.

“Allora – ha proseguito – si pone una domanda, tra le numerose che si presentano nel vasto campo dell’agiografia: quali sono le figure di santità che la Chiesa intende proporre come modelli di vita santa al popolo di Dio? E sorge subito un’altra domanda, in realtà anteriore alla prima: quali sono le figure di santità che il popolo cristiano presenta alla Chiesa in vista della loro Canonizzazione? Quali sono le figure di santità nelle quali pastori e fedeli si ritrovano meglio, nelle quali vedono degli esempi da seguire, degli intercessori vicini alle loro necessità?”.

In questi tre giorni di studi, ha detto ancora padre Ardura, “ci proponiamo di fare in qualche modo un bilancio dei quaranta ultimi anni, da Giovanni Paolo II a oggi, nel campo dell’agiografia, della teologia e del diritto relativi alle Cause dei Santi, e cercheremo di mettere in luce la grande varietà delle figure di santità, dai martiri, ai santi religiosi e laici, uomini e donne, ministri ordinati, papi, dottori, bambini e adolescenti”. “Proveremo a identificare gli ambienti di santità che riflettono la nostra epoca: famiglia e movimenti religiosi – ha spiegato -, e vorremmo almeno toccare alcuni temi di grande rilevanza, come la sfida della inculturazione della santità, santità e mistica, le varie dimensioni e il significato del miracolo nelle Cause dei Santi, senza dimenticare le rappresentazioni dei santi, che dicono qualcosa dell’immagine che ci facciamo della stessa santità”.

Secondo padre Ardura, “certo, si distingue la santità ‘della porta accanto’ dalla santità canonizzata, e quindi è necessario interrogarci sui significati della santità canonizzata, nei vari campi religiosi, sociali, politici”. “Quasi sessant’anni dopo il Concilio VATICANO II che, attraverso i suoi indirizzi pastorali e liturgici, ha limato le celebrazioni dei santi e incentrato il culto sulla Santa Messa e sul Cristo – ha aggiunto -, si deve constatare la permanenza dell’interesse dei fedeli e della devozione popolare verso i santi”. Così, “le figure dei santi più amati ci dicono qualcosa della Chiesa viva, della fede dei credenti, delle loro aspirazioni, della loro relazione con Dio, con i Santi, con la Chiesa, con il loro ambiente di vita – ha concluso padre Ardura -. Quindi, un Convegno su ‘Modelli di santità e canonizzazioni’ non si limita a osservazioni esterne, ma ci fa anche entrare nella vita della Chiesa”.

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