ALLA CATTOLICA DI ROMA RICERCA SULLE CELLULE STAMINALI “BAMBINE”
Ricercatori dell’Università Cattolica di Roma “danno sprint” alla ricerca sulle cellule staminali del momento più magico della vita, la nascita, con un progetto che consentirà innanzitutto di analizzare tutta la ricerca preclinica svolta a livello internazionale così gettare le basi per una traslazione clinica condivisa tra più centri, in pazienti con gravi patologie tra cui sclerosi multipla, morbo di Crohn, artrite reumatoide, malattia acuta da rigetto e fibrosi polmonare.
Si tratta del progetto “International Network for Translating Research on Perinatal Derivatives into Therapeutic Approaches (Sprint)” 2018-2022. Il progetto Sprint è coordinato da Ornella Parolini, ordinario di Biologia applicata e direttore del Centro di ricerca di medicina rigenerativa dell’Università Cattolica, nell’ambito del programma Cost (Cooperation in Science and Technology) finanziato dal Programma ’Horizon 2020’, che permette a ricercatori e clinici d’eccellenza nel campo specifico dell’innovazione della tematica del progetto di collaborare e sviluppare congiuntamente le proprie idee nel settore scientifico e tecnologico. Sprint riunisce esperti in campo accademico, clinico e industriale di oltre 30 Paesi del mondo (24 europei).
Obiettivo: migliorare sia la comprensione di base sia il potenziale di traslazione clinica delle cellule perinatali e loro derivati. Le cellule perinatali su cui il progetto focalizza l’attenzione sono quelle presenti nei tessuti placentari di derivazione sia fetale sia materna (decidua). La ricerca in questo ambito parte nel 2002: Parolini e il suo gruppo del Centro di ricerca E. Menni, Fondazione Poliambulanza di Brescia, che ancora oggi dirige, sono stati pionieri nell’identificare queste cellule e nel dimostrare che possono avere importanti applicazioni in approcci di medicina rigenerativa, non tanto per la loro capacità di trasformarsi in cellule di altri tessuti, ma poiché sono in grado di controllare la risposta infiammatoria dell’organismo mettendo un freno a condizioni patologiche che favoriscono la degenerazione dei tessuti.
Le cellule perinatali sono già in fase di studio in modelli animali per molte malattie degenerative di natura infiammatoria (fibrosi polmonare ed epatica, danno cerebrale, ischemia miocardica, morbo di Crohn), e malattie autoimmuni (sclerosi multipla, diabete, artrite reumatoide).
“I risultati promettenti di questi studi forniscono il razionale e le basi per la traslazione della ricerca dal laboratorio verso l’applicazione clinica”, sottolinea Parolini. “La sperimentazione clinica (per patologie quali morbo di Crohn, artrite reumatoide, sclerosi multipla, fibrosi polmonare idiopatica, la malattia acuta da rigetto e ulcere da diabete) è già avviata in alcuni centri americani, in Europa e in Israele, ma non ancora in Italia”. Uno degli obiettivi del progetto “è esaminare i trial clinici in corso – precisa Parolini – e discutere i risultati e le problematiche per poter identificare punti di miglioramento e arrivare a nuove sperimentazione cliniche”.
La traslazione dei risultati di questo progetto rientra anche tra gli obiettivi della Fondazione Policlinico Gemelli grazie alla stretta sinergia con l’Università Cattolica. Dal progetto si attendono “contributi di alto impatto per la ricerca e per gli studi clinici sulle cellule perinatali, sino a stabilire un consenso e definire le linee guida per le future sperimentazioni cliniche – evidenzia Parolini – Inoltre Sprint si interfaccerà con agenzie regolatorie per ottimizzare le procedure che portano all’approvazione di una terapia che si basa su cellule perinatali. La placenta che ha un ruolo prezioso durante lo sviluppo embrionale e fetale, sembra avere anche proprietà terapeutiche”. “Da tempo conosciamo il potenziale delle cellule staminali ematopoietiche isolate dal sangue placentare, ma è stato entusiasmante – conclude l’esperta – scoprire che anche tutti gli altri tessuti della placenta sono una fonte inestimabile di cellule preziose”.