Fatti di Roma

AL VIA A REBIBBIA AL PROGETTO ALTRI SGUARDI: CINEMA E SOLIDARIETÀ IN CARCERE

CARCERE


Altri Sguardi, un valido progetto che nasce per creare occasioni di dialogo e riflessione sulla realtà sociale e per esortare i detenuti ad un confronto stimolante e proficuo con i professionisti del settore, aprendoli a nuove possibilità di crescita culturale e di reinserimento sociale. Il carcere, insegna la Costituzione, deve avere un ruolo rieducativo affinché i detenuti una volta usciti siano in grado di reinserirsi nella società senza commettere più alcun crimine e mettendo in gioco le proprie qualità. In questo senso è apprezzabile l’iniziativa ‘Altri Sguardi- Cinema e Solidarietà in carcere’, grazie alla quale i detenuti hanno assistito alla proiezione del film ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’, una pellicola di grande successo dello scorso anno, che parla proprio di un ex delinquente di Tor Bella Monaca che si redime dopo aver scoperto di possedere dei superpoteri ma che dovrà affrontare criminali spietati. Il cinema in carcere così come la musica, il teatro e tutte le attività ricreative sono un investimento e una crescita nei percorsi di reinserimento sociale e di miglioramento della qualità della vita delle persone detenute”. Così, lo riferisce una nota, il Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri è intervenendo nella giornata di ieri alla prima edizione della rassegna cinematografica Altri Sguardi promossa dall’Associazione Mètide in collaborazione con il MiBACT, presso il “Teatro Angerosa” di Rebibbia a Roma.
“Renderli giudici e critici cinematografici significa spronarli ad acquisire sicurezza in se stessi e nelle proprie possibilità, che potranno rispendersi in un futuro contesto pubblico e lavorativo fuori dagli istituti – aggiunge – Lavorare con il cinema e con il carcere significa consolidare dunque il rapporto tra detenzione e società, aprirsi ad una possibilità di dialogo e di empatia, sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento riconoscendo nelle attività descritte un importante strumento di incontro,di comunicazione con l’esterno e di integrazione sociale. E’ necessario raccontare e valorizzare queste esperienze che mostrano nuove chiavi di lettura della realtà socilae e offrono uno scorcio importante sul vissuto del detenuto, mettendo in luce la sua voglia di riscatto e abbattendo i muri della diversità. Tali iniziative inoltre s’inseriscono nelle linee strategiche che si stanno mettendo a punto nel quadro della funzione rieducativa della pena, secondo quanto previsto dagli Stati Generali dell’esecuzione penale e che pongono l’accento sull’importanza della formazione, della rieducazione al fine di uno scopo risocializzante ed inclusivo. A tale riguardo, si rivela fondamentale una collaborazione sinergica tra le Istituzioni, gli Istituti penitenziari e la rete sociale che deve coinvolgere e sostenere le diverse iniziative di sensibilizzazione e formazione, arricchendo il dibattito in corso sulla definizione delle nuove strategie da promuovere per il reinserimento sociale delle persone detenute, con un’attenzione particolare ai laboratori didattici formativi e culturali”.

 

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