A SANTA MARIA DEGLI ANGELI I FUNERALI DI STATO PER ATTANASIO E IACOVACCI

Si sono svolti oggi i funerali di Stato, nella Basilica Santa Maria degli Angeli e Martiri a Roma, di Luca Attanasio, ambasciatore d’Italia in Congo, e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in un conflitto a fuoco nella Repubblica democratica del Congo il 22 febbraio scorso. Presenti le maggiori cariche dello Stato, politiche, civili e militari.
Assente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Per un disturbo vestibolare, Mattarella non era presente neanche all’arrivo delle salme dell’ambasciatore e del militare martedì sera, all’arrivo all’aeroporto di Ciampino, al quale hanno presenziato il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il ministro agli Affari esteri Luigi di Maio. Hanno celebrato i funerali il cardinale vicario di Roma Angelo De Donatis e l’ordinario militare Santo Marcianò.
Presente in chiesa la moglie dell’ambasciatore, Zakia Seddiki, insieme alle loro tre bambine e i familiari del carabiniere Vittorio Iacovacci. Il militare era originario di Sonnino, comune in provincia di Latina nel Lazio. Alla funzione hanno preso parte il presidente del Consiglio Mario Draghi, Renato Brunetta, ministro per la Semplificazione e la Pa, il ministro dell’interno Luciana Lamorgese, il ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il ministro per la famiglia Elena Bonetti, il ministro agli Affari esteri Luigi Di Maio, il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico, la presidente del Senato Elisabetta Casellati, Franco Gabrielli, capo della polizia, il comandante generale dei carabinieri Teo Luzi, il comandante generale della Guardia di finanza Giuseppe Zafarana, i vertici delle Forze armate, la sindaca di Roma Virginia Raggi, Paolo Orneli, assessore del Lazio.
All’inizio della sua omelia, il cardinale De Donatis ha portato la “vicinanza e la preghiera da parte del Papa. In questo giorno sentiamo nostra angoscia di tre famiglie, di due Nazioni, dell’intera famiglia delle Nazioni. Angoscia perché manca la pace tanto desiderata. Angoscia perché vi sono ancora troppi uomini che invaghiti da denaro e potere tramano la morte del fratello. Angoscia perché le promesse di giustizia sono disattese. Luca, Vittorio e Mustafà sono stati strappati da questo mondo dagli artigli di una violenza stupida e feroce che porterà solo altro dolore: dal male viene solo altro male”. “Oggi piangere è doveroso”, ha continuato il cardinale De Donatis. Ci uniamo al pianto delle loro famiglie, degli amici, dei parenti e dei nostri fratelli. E’ il pianto di tanti missionari e di tanti congolesi che hanno ricevuto il loro aiuto. E’ il pianto di un popolo, quello del Congo, devastato dalla violenza e che vede tutti i giorni morire i suoi figli”.
“Mentre oggi preghiamo insieme, vogliamo che questo sia un giorno in cui la preghiera per la pace in Congo, e in tutte le nazioni lacerate dalla guerra e dalla violenza, sia alzata da tutti noi in cielo. Vogliamo che questo sia un giorno in cui molti sentino la chiamata ad essere costruttori di pace, alzandosi in piedi”, ha continuato il cardinale Angelo De Donatis nella sua omelia. “La violenza non è una fatalità. La violenza sta tornando di moda in ogni ambiente e in ogni latitudine, non è solo qualcosa che si manifesta nel nord est del Congo lontano da noi. Speso la violenza, che si annida nel fondo dell’anima, si camuffa in insensibilità. Bisogna smascherare questa violenza. Questi nostri fratelli hanno deciso di compromettersi con l’esistenza degli altri anche a costo della propria vita”.
Alcuni cittadini hanno voluto assistere alla cerimonia, e nonostante le restrizioni dovute al contenimento del Coronavirus, decine di persone si sono riunite intorno alla fontana delle Naiadi a piazza della Repubblica per essere presenti all’ingresso e all’uscita dei feretri dalla chiesa. Qualcuno ha esposto la bandiera dell’Italia. Il passaggio delle auto funebri, al termine della funzione, è stato accompagnato da un lungo applauso dei cittadini presenti.