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A ROMA SEMPRE PIU’ FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’ E I GIOVANI SENZA LAVORO, L’ALLARME DELLA CARITAS

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A Roma “sta aumentando il disagio delle famiglie apparentemente ‘normali’. Sono aumentate in 10 anni del 47,8 per cento le famiglie con un solo occupato, mentre sono 92.790 le famiglie senza occupati, senza pensionati e con almeno una persona disponibile al lavoro. È quanto emerge dal “Rapporto sulle povertà a Roma: un punto di vista”, presentato oggi presso la Città della solidarietà. “L’ufficio statistico di Roma Capitale – si legge nel rapporto – stima ad oltre 125.000 i nuclei familiari con minori e un reddito sotto i 25.000 euro con punte nel V (12.162), nel VI (16.729) e nel X municipio (11.367)”.

“Per i giovani sono tempi difficilissimi: la disoccupazione è aumentata visibilmente per tutte le fasce d’età di circa 10 punti percentuali; praticamente un quarto dei giovani romani (18-29 anni) risulta disoccupato”. È quanto emerge dal “Rapporto sulle povertà a Roma: un punto di vista”, presentato oggi presso la Città della solidarietà. “Il lavoro atipico che si caratterizza per la presenza di contratti a termine o di collaborazione – spiega il rapporto – coinvolge il 51,6 per cento dei giovani tra i 25 e i 39 anni. Oltre la metà dei giovani romani dunque non ha la possibilità di fare progetti a lungo termine e pianificare una famiglia. Quanto ai giovani che non studiano né lavorano, né sono in formazione (i cosiddetti Neet) negli ultimi 10 anni sono aumentati del 68,3 per cento raggiungendo la cifra di 134.556”. I centri d’ascolto della Caritas di Roma rivelano che si tratta, “spesso di giovani mortificati da un iter scolastico fallimentare e da un mercato del lavoro che ha come unica certezza l’instabilità”. Inoltre, spesso, i poveri più giovani sono figli di famiglie travolte da spaventose posizioni debitorie, relative a canoni di locazione non pagati o bollette delle utenze saldate in maniera discontinua; essi accettano più facilmente lavori in nero per fermare atti di pignoramento che diverrebbero esecutivi in presenza di un reddito certificato. “La situazione debitoria dei genitori – si legge nel rapporto – finisce col deprimere in partenza sogni e desideri di mobilità sociale, sempre per timore di espropri, inducendo i figli a lasciare presto gli studi per contribuire al bilancio familiare accettando solo lavori in nero”.

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