A ROMA ARRIVERA’ IL DELEGATO ALLA FELICITA’?
La felicità è lo stato d’animo (emozione) positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri. L’etimologia fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità.
La felicità è benessere TOTALE dell’ individuo: fisico, psichico, educazionale e formativo, ambientale, sostenibile per tempo e risorse. La felicità è dedicare tempo a noi stessi alla conoscenza di noi stessi: è lotta allo stress da competizione. Difficile definire esattamente la felicità: per il sociologo polacco Zygmunt Bauman è riuscire a superare le difficoltà, per lo scienziato Albert Einstein è una vita calma e modesta. Per Il Mahatma Ghandi “ ..la felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in armonia”.
Ma la felicità non è un regalo che cade dal cielo: è frutto di un duro lavoro inter-relazionale tra le persone ed è uno stato di animo che si può imparare e migliorare anche con l’ aiuto degli altri.
Il mondo occidentale, a dispetto delle filosofie orientali su cui peraltro si sono basati i greci in origine, prospera nella felicità del benessere economico, dei beni posseduti e consumati freneticamente al di là delle condizioni ambientali, etiche, giuridiche sociali e sanitarie che li hanno determinati. La felicità del mondo Occidentale del profitto è il PIL (Prodotto Interno Lordo) che pure i bambini delle scuole conoscono e tutti siamo terrorizzati quando scende o diventa negativo perché tante persone vanno in povertà e diventano infelici. Ma un dividendo particolare da distribuire in ogni sorta di contratto economico, sia esso neutro che profittevole, potrebbe essere quello della felicità che esso determina nei contraenti: esso fa parte del contratto e lo impreziosisce. Lo rende a suo modo unico.
Da sempre la felicità ha rappresentato un punto di arrivo importante dell’ Uomo, considerando che la sua ricerca è un diritto costituzionalmente protetto in USA e il termine “happiness” fa parte del celeberrimo discorso del Senatore Robert Kennedy alla Università del Kansas il 18 Marzo del 1968 pochi giorni prima di essere assassinato: eppure, nonostante tanti sforzi e studi dei filosofi per capirne meglio il contenuto, nulla o pochissimo ci viene nelle Società moderne occidentali per la sua ricerca ed il suo ottenimento come benessere costante dell’ Uomo. Semplicemente essa non esiste o è equiparata unicamente al benessere economico, al capitale che si possiede direttamente o indirettamente.
La felicità come l’ ottimismo possono essere insegnati (Prof. Martin E.P. Seligman): si può imparare ad essere felici e qualcuno te lo può insegnare e si possono immaginare CORSI DI FORMAZIONE ad hoc nelle aziende e nelle comunità umane. Un uomo felice o che tende alla felicità, sara’ più produttivo, meno aggressivo e violento, meno costoso e problematico socialmente, più innovativo. Ecco che Sepulveda, scrittore cileno, scrive un libricino dal titolo “Una idea di felicità” e centra in pieno la questione: la felicità appartiene comunque all’ Uomo, anche in questo mondo frenetico, cablato, iperconnesso, ma cupo, individualista privo spesso di sentimenti profondi, violento, indifferente. Lo migliora.
Ecco pertanto la necessità e la proposta di istituire in ogni consesso collettivo pubblico o privato, il DELEGATO ALLA FELICITA’, una figura nuova a cavallo di varie discipline (sociologia, psicologia, filosofia, medicina) che miri a ripristinare nelle coscienze dei singoli – anche vecchi o bambini – l’ importanza vitale di ricercare sempre e comunque la felicità nella propria vita, sia quella personale, ma anche in quella sociale e lavorativa. Perché chi è felice, può essere meno ricco o meno potente, ma vive meglio, si integra meglio, produce di più, innova e forse vive anche di più. Il DELEGATO ALLA FELICITA’ per esempio partecipa in prima persona alla scelta delle politiche di Corporate Social Responsability (CSR) aziendali private e pubbliche, alle scelte delle donazioni filantropiche, alla valutazione del cd “social impact” della filantropia: una società che si regge sul pilastro del DONO è più forte stabile ed equilibrata, in una parola è una società più FELICE.
La Norvegia secondo un recente rapporto dell’ Onu è una delle Nazioni dove il grado di felicità è più alto tra i cittadini: l’ Italia non è una Nazione felice particolarmente secondo questo rapporto. Sta forse concludendosi l’ epoca storica del capitalismo duro e puro, perché le risorse di questo Pianeta stanno finendo: si sta affacciando prepotentemente l’ epoca della Sostenibilità e dello Sharing con un forte approccio alla Filantropia ed al Dono. I prossimi anni potrebbero darci molte sorprese a riguardo e potrebbero essere gli anni della ricerca della felicità.
Possiamo, quindi, pensare ad un Delegato alla Felicità Aziendale, di Comunità, Comunale, Municipale, Regionale, Nazionale, una sorta di alter ego del capitale, che faccia iniziative pubbliche e report periodici ad uso del Decisore.
I soldi fanno la felicità ?? Sembra di no. Il benessere e lo stato di salute di una Comunità, di un sistema economico e sociale, di una Nazione si misura meglio con indicatori graduati sulla felicità (World Happiness Report, UN): il DELEGATO ALLA FELICITA’ dovrebbe portare soluzioni e proposte alla vita collettiva per migliorare il grado di felicità e dell’ ottimismo dei singoli componenti.
Francesco Russo