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A CERVETERI LA PRIMA STALLA COMPLETAMENTE ROBOTIZZATA PER PRODURRE LATTE BIOLOGICO

Da oggi Cerveteri non è più famosa solo per la sua necropoli etrusca, ricca di numerose tombe pre-romane. La cittadina alle porte di Roma ospita infatti anche la prima “compost barn” d’Italia: si tratta di una stalla completamente “robotizzata” per produrre latte biologico all’interno dell’azienda zootecnica “Pizzo del Prete” dei fratelli Pietro e Paolo Petruzzi. I due imprenditori sono diventati un esempio di sostenibilità e innovazione a livello nazionale, grazie alle tecnologie all’avanguardia che hanno applicato alla loro realtà.

Tre i robot installati nella stalla per la mungitura automatica, che consente di ottenere prodotti sani e di qualità, nel rispetto del benessere animale e dell’ambiente. L’energia elettrica necessaria per il funzionamento dei macchinati, infatti, è prodotta dai pannelli solari installati sui tetti del capannone. Non solo. Le mucche da latte sono dotate di un microchip, che consente all’azienda di monitorare costantemente la loro alimentazione e il loro stato di salute. Ai tre robot per la mungitura se ne aggiunge poi un altro per l’alimentazione automatica.

Quella gestita dai fratelli Petruzzi è una realtà storica sul territorio, che si estende su una superficie di 150 ettari, dove non avviene alcuna dispersione dei rifiuti in atmosfera, perché i reflui prodotti vengono convogliati in cisterna. “L’approccio innovativo delle nostre aziende con soluzione 4.0- spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri- è fondamentale per l’agricoltura e per ottimizzare le risorse disponibili. L’utilizzo di robot e droni nelle campagne è sempre più diffuso e rappresenta il futuro”.

“L’azienda ‘Pizzo del Prete’ dei fratelli Petruzzi- aggiunge- è una vera eccellenza del nostro territorio, che è riuscita a farsi apprezzare a livello nazionale e ne siamo davvero orgogliosi. Rappresenta un esempio da seguire anche per altre realtà che operano nel settore”.
E sono sempre di più le aziende che scelgono soluzioni tecnologiche per le proprie attività. In meno di un anno è cresciuto del 31% il fatturato dell’agricoltura 4.0, che fra droni, robot, satelliti e controlli da remoto, supera i 2 miliardi di euro di investimenti, per salvare i raccolti anche contro gli effetti dei cambiamenti climatici fra siccità e maltempo. È quanto rende noto la Coldiretti su dati Osservatorio Smart Agrifood del politecnico di Milano, in occasione dell’ultima perturbazione che ha investito l’Italia alla vigilia della semine primaverili, dopo un anno che ha registrato il 30% di piogge in meno e precipitazioni al di sotto della media anche nel primo bimestre del 2023.

“Il benessere animale è il benessere dell’allevatore- affermano i fratelli Petruzzi- per noi è questa la priorità nella nostra azienda. La nostra ‘compost barn’, che è stata la prima ad essere realizzata in Italia, ci consente proprio di raggiungere questo obiettivi. Siamo pienamente soddisfatti dei risultati ottenuti ed è aumentata anche la produzione”. “I parametri igienico sanitari delle nostre bovine da latte sono, infatti, monitorati h24 e così la loro alimentazione. Questo- concludono- ci consente di produrre un latte biologico di qualità e salubre, ma anche di analizzare i dati che ci vengono forniti dai macchinari e di intervenire velocemente con azioni veterinarie, se è necessario”.

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