1 GENNAIO: IN CENTINAIA PER LA MARCIA DELLA PACE CON S. EGIDIO
Bande musicali americane, sbandieratori, testimoni di guerre e tanti bambini dietro lo striscione “Pace in tutte le terre” a guidare il corteo da largo Giovanni XXIII a piazza San Pietro per l’Angelus di Papa Francesco. È l’edizione 2015 della Marcia della Pace della Comunità di Sant’Egidio, in occasione della 48esima Giornata Mondiale della Pace, celebrata ogni 1° gennaio dalla Chiesa Cattolica. “Non più schiavi, ma fratelli” il motto della Giornata, che ha ispirato anche l’evento di stamattina, a cui hanno partecipato alcune centinaia di persone, concluso dall’ascolto delle parole del pontefice, in una piazza gremita e colorata da enormi palloncini blu con il logo della Comunità.
Oltre 60 – rende noto l’associazione – le organizzazioni aderenti, tra cui Azione Cattolica, Agesci, Coldiretti, Unitalsi. Più di 800, invece, le città di 82 Paesi del mondo in cui Sant’Egidio ha promosso iniziative pubbliche, marce e manifestazioni popolari. Esposti, durante il percorso odierno, cartelli per ricordare i 27 conflitti ancora aperti nel mondo, dal Pakistan all’Iraq, dalla Terra Santa alla Siria. Sul palco a largo Giovanni XXIII le testimonianze di chi ha vissuto la guerra, come Tayeb, giovane pakistano, e di chi opera per evitarla, come Gaia, 11 anni, di Tor Bella Monaca, dei “Giovani per la Pace”.
“Siamo qui insieme per iniziare l’anno nel nome della pace – ha spiegato il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo – non solo a Roma, ma con tante manifestazioni in tutto il mondo, per un grande movimento per la pace. Un movimento che vuole essere ascoltato – prosegue – ed è qui per le persone che, come ricordato dal Papa, più soffrono per la schiavitù: bambini, come quelli colpiti qualche giorno fa dalla ‘strage degli innocenti’ di Peshawar in Pakistan, giovani, stranieri, migranti”.
E ha aggiunto: “Siamo qui per dire che la guerra non ha vinto, perché ci siamo noi, tanta gente che crede nella pace.Lo dimostra anche il recente accordo tra Usa e Cuba. La pace vince anche perché sta crescendo il movimento di pace nel mondo, e ciò ci mostra che dobbiamo rendere la pace popolare. Non è la guerra a essere popolare – chiosa – ma la pace, che è di tutti e tutti la possono fare”. A scandire il corteo lungo via della Conciliazione le note a stelle e strisce delle bande musicali “Marching Royal Dukes” della James Madison University e la “Tiger Marching Band” della Alexis I. Dupont High School. (Omniroma)