IL MEGLIO IN EDICOLA DI VENERDI’ 27 MARZO 2015
Pulizia nel Pd, la sfida di Orfini (M. R. S.)
Un post appassionato, ma anche un atto d’accusa a chi resta immobile e osserva il degrado della città. Matteo Orfini, presidente del Pd e commissario del partito a Roma, parla del lavoro che sta facendo e sfida gli altri a fare altrettanto. Lo sfogo sul social è apparso dopo un editoriale pubblicato sul «Corriere della Sera»: il commissario Pd spiega con passione sulla pagina Facebook tutta la sua attività e l’operato di rinnovamento del partito romano, e chiede ad altre compagini cittadine di fare la stessa cosa.
«Da quando sono commissario del Pd di Roma – scrive – ho denunciato in più di un’occasione il rischio di una caduta etica e morale di Roma e ho richiamato tutti – non solo la politica – ad una reazione forte. Noi abbiamo cominciato a farlo: l’analisti più spietata sul Pd di Roma l’ha fatta Fabrizio Barca su mia richiesta. Le parole più dure le ho usate io stesso».
E poi precisa: «Ma soprattutto in questi mesi abbiamo iniziato a ripulire e abbiamo alzato il livello dell’azione politica. Dove quello che facevamo non era sufficiente, abbiamo fatto scelte dure ed inusuali come ad Ostia. Quando molti speravano nella paralisi, noi abbiamo in silenzio lavorato ancora di più».
Il lungo post continua ed entra nel dettaglio concreto della sua azione politica. «Chiudiamo il piano di rientro con un anno di anticipo, riorganizziamo le partecipate con la serietà e la durezza necessarie a chiudere anni di gestione discutibile, sradichiamo i meccanismi criminogeni che hanno trasformato il dolore int terreno di speculazione». Aggiunge anche un esempio: «Facciamo tutto questo con tale durezza che l’assessore Francesca Danese viene messa sotto scorta per proteggerla dalla reazione dei poteri criminali».
Il post è davvero lungo, tocca molti temi. «Il problema di Roma oggi è più grande dell’ipocrisia di qualcuno. La necessità di una rigenerazione della città e delle sue classi dirigenti dovrebbe essere evidente a tutti. Purtroppo non lo è»
Chiede: «Ma davvero gli altri partiti e soggetti economici, non sentono il dovere e l’esigenza di fare qualcosa di simile a quello che stiamo facendo noi? Davvero non comprendono che così si aiuta il preziosissimo lavoro della Procura di Roma?». E in coda al suo post lancia un invito: «Chi ama Roma ha il dovere di partecipare a questa sfida».
Salario, l’autogol dei dipendenti (Lorenzo De Cicco)
Gli effetti del referendum sul salario accessorio si vedranno subito, già dalla busta paga di aprile: gli stipendi dei 24mila dipendenti capitolini subiranno una diminuzione calcolata, dagli stessi sindacati, tra gli 80 e i 200 euro. Perché il voto di due giorni fa, che ha bocciato la pre-intesa firmata da alcune sigle a fine febbraio, fa tornare immediatamente in vigore la vecchia riforma del salario accessorio, quella di agosto 2014, una versione decisamente più «hard» rispetto a quella annacquata da mesi e mesi di trattative tra le parti. Chi sperava che, con la bocciatura dell’accordo, si potessero ripristinare i vecchi premi “a pioggia” giudicati «illeggitimi» dal Ministero dell’Economia, rimarrà con l’amaro in bocca. Ecco perché in tanti nella maggioranza, a partire dal capogruppo Pd Panecaldo, ma anche tra i dipendenti, nel day-after parlano del voto come di «un clamoroso autogol» dei lavoratori.
Per ognuna delle tre categorie di dipendenti comunali (vigili, impiegati e maestre) ci saranno conseguenze. Per i 6mila agenti della polizia locale saranno cancellati sia i bonus per i festivi sia gli extra per le notti. I gettoni erano stati cancellati nella prima versione della riforma del salario accessorio ma re-introdotti in quella che aveva ottenuto il pre-accordo dei sindacati. L’intesa – spazzata via dal referendum – prevedeva di agganciare i premi a un numero minimo di festività lavorate (due) e di notturni (tre) al mese. Ora invece l’extra sarà abolito del tutto.
Le novità più significative riguardano le 6.262 educatrici delle scuole comunali. La riforma prevede per loro un cambiamento dell’orario di lavoro, con la presenza nelle classi che passa da 27 a 30 ore settimanali, come peraltro già fanno le maestre di Milano. La pre-intesa aveva fatto slittare le modifiche all’inizio del prossimo anno scolastico, a settembre. Dopo la bocciatura invece il nuovo orario entrerà in vigore già da lunedì.
Differenziata, la nuova raccolta in tutta la città (Cecilia Gentile)