IL MEGLIO IN EDICOLA DI VENERDI’ 27 FEBBRAIO 2015
Marino la settimana scorsa ha vissuto in trincea la scorribande dei tifosi del Feyenoord a piazza di Spagna, ha messo nel mirino per la gestione dell’ordine pubblico il questore Nicolò D’Angelo (strappo ricucito) e il prefetto Giuseppe Pecoraro (il gelo rimane) ora che tutto il mondo ha visto lo sfregio della Barcaccia non può che fare una riflessione amara: non c’è stata equità nel trattamento e nella gestione delle tifoserie. Fatto lampante, se si sovrappongono i titoli dell’andata con quelli del ritorno. Ma Marino non vuole riaprire fronti ancora caldi: «I nostri tifosi sono stati trattati come teppisti». E fa capire di non volere cadere nel gioco dell’opposizione che lo tira in ballo. Lo sdegno va dal Pd e arriva fino a FdI. Questa partita di calcio ha dimostrato i limiti di Roma e il rigore, per usare un eufemismo, di Rotterdam.
Caos multe per un errore dei vigili (Vincenzo Bisbiglia)
Pastrocchio amministrativo al Comando della Polizia Locale di Roma Capitale. Circa 4mila cartelle pazze, comprensive di sanzioni aggiuntive non dovute, sono arrivate ad altrettanti romani per via degli autovelox. Si tratta di multe da 286 euro ciascuna, spedite a casa degli automobilisti beccati in fallo dalle telecamere mobili della Polizia Locale nel settembre 2014. Parliamo, nello specifico, non delle sacrosante contravvenzioni per eccesso di velocità, ma di importi ulteriori che vengono messi in conto a chi omette di comunicare i dati del conducente del veicolo al momento della violazione (ex articolo 126 bis del codice della strada). A quanto pare, però, i trasgressori avevano quasi tutti provveduto a inviare, per fax, raccomandata o addirittura a mano, le informazioni richieste, ma i vigili del Gpit (Gruppo Pronto Intervento Traffico) non hanno mai inserito il materiale nel database. E così, in queste ore, nella sede di via della Consolazione stanno giungendo centinaia di ricorsi di cittadini imbufaliti, che minacciano la class action.
Come prevedibile, l’errore ha creato il caos nel Corpo. L’inserimento, infatti, spetta al Sas, Servizio accertamenti strumentali, che ruota all’interno delle funzioni del Gpit, sotto il diretto controllo del vice comandante Raffaella Modafferi. Proprio l’ufficio della Modafferi, a gennaio, è andato sotto pressione a causa della vicenda del presunto assenteismo di Capodanno, a cui è stato ordinato di reperire dei numeri e stendere una relazione poi inviata anche alla Procura della Repubblica.
Il rischio, ora, è che si vada a creare un vulnus burocratico che porti all’annullamento di tutte le sanzioni inviate, anche quelle dovute. Il valore totale è di 1,2 milioni di euro, ma vanno sommate anche le spese amministrative. Inoltre, visto che parliamo delle contravvenzioni di settembre, è da capire se lo stesso disgusto non possa ripetersi anche con quelle relative ai mesi successivi, con numeri che potrebbero arrivare addirittura a raddoppiarsi.
Il dato delle 4.000 sanzioni non dovute risulta da una stima effettuata dal Sulpl. «E’ difficile capire cosa sia accaduto nello specifico – spiega Stefano Giannini, segretario romano – Mi viene da pensare che la diminuzione del personale impiegato negli uffici e l’aumento della mole di lavoro dovuto all’introduzione di nuove tecnologie, come autovelox mobili e street control, abbia portato i colleghi a restare indietro con il lavoro. […]
SuperRoma! Sbucciato il Feyenoord (Fabio Licari)
Peccato che la banana che gli hanno scagliato nel primo tempo fosse di gomma e non vera. Perché Gervinho, per sdrammatizzare un po’ un clima che sarebbe diventato di lì a poco invivibile, avrebbe potuto sbucciarla e poi mangiarsela. Tipo Dani Alves. Non importa: alla fine la banana è andata di traverso ai tifosi razzisti del Feyenoord, non tutti, per carità, ma una bella percentuale, comunque inaccettabile anche nella civile Olanda. E Gervinho ha segnato ancora, e con lui Ljajic, lanciando i giallorossi agli ottavi e completando la fantastica «manita» italiana. […]
Quello che ci aspettava fuori, dopo le mascalzonate di Roma, accade in campo. Quando si capisce subito che per il Feyenoord è una serata storta e che, dopo un naturale sfogo iniziale, pochissimi minuti, è la Roma a gestire la sfida con personalità. Padrona con il suo 4-3-3 mobile. Con la sola pecca di sbagliare troppo. Chi non sbaglia mira è il cretino che, dalla tribuna, lancia una banana verso Gervinho, minuto 38. L’arbitro non perde tempo e ordina un avviso dello speaker: astenersi, per favore, da simili comportamenti o sono guai. Il primo atto dovuto di una serie di tre prevista dall’Uefa: al secondo caso si interrompe la partita, al terzo si sospende. E che il secondo sia vicino si capisce quando, al 47’ del primo tempo, Ljajic inchioda il Feyenoord, e soprattutto la zona destra della difesa, alle sue responsabilità con il diagonale dell’1-0 (che festeggia indicando al pubblico Gervinho, bravo).
Non è neanche fortunato il Feyenoord, oltre che scriteriato. Perché uno che sembrava poter far male, il centravanti Kazim Richards, s’infortuna alla mezzora e lascia il posto allo spaesato Te Vrede. Il protagonista involontario del caos. Te Vrede entra in sforbiciata su Manolas: brutto fallo da dietro, da «arancione» tendente al «rosso», colore scelto dall’arbitro. È come il segnale: dalle tribune piove di tutto e l’acqua dal cielo è naturalmente la cosa più gentile. Ai saluti fascisti e agli insulti razzisti si aggiungono bottigliette, accendini e perfino un ombrello. Forse uno degli accendini lanciati in campo colpisce il guardalinee Cano. Basta. Siamo quasi al 9’, Turpin ferma tutti e indica gli spogliatoi. Dentro e riunione con l’Uefa. Alla quale di sicuro non spiacerà liberarsi di un cliente scomodo come il Feyenoord (dal punto di vista comportamentale). Un quarto d’ora circa, diversi annunci ai tifosi, poi si rientra con la spada di Damocle della sospensione e relativo 3-0 per la Roma. Da questo momento i tifosi, si fa per dire, smettono di offendere.
E da questo momento, incredibile, il Feyenoord in dieci quasi mette paura alla Roma. Non certo per merito dell’allenatore Rutten che, al rientro, va quasi ad aggredire l’arbitro urlandogli che è sua la colpa se gli animi si sono riscaldati: sì, nel primo tempo c’è un gesto folle di De Rossi su Kazim Richards, una manata non vista, ma cosa c’entra con i razzisti? Turpin fa finta di niente. Merito invece di Manu, ennesimo centravanti olandese entrato alla sosta, che subito approfitta di un errore difensivo per firmare l’1-1 e fa ammattire i romanisti. Per fortuna tre minuti dopo Gervinho, come all’andata, va ancora in gol e il 2-1 cancella ogni speranza degli olandesi. La risposta più bella possibile dell’ivoriano alle offese e alle banane, un bell’aiuto a Garcia (che aveva rischiato lasciando fuori Nainggolan) e al morale della Roma in vista della Juve. […]
Rompicapo Lazio Ora Pioli cerca nuovi interpreti per l’Europa (Nicola Berardino)
Nello sprint verso l’Europa diviso tra campionato e Coppa Italia, la Lazio si specchia in molti rebus, alcuni imprevisti. Che si incastrano in una settimana particolarissima perché racchiusa tra due gare di campionato e la semifinale di Coppa Italia. Domenica, la trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo, mercoledì la prima sfida col Napoli (ritorno al San Paolo l’8 aprile) e la gara interna con la Fiorentina, fissata per lunedì 9 marzo (salvo anticipo all’8). L’esigenza di dosare le forze in questo bivio della stagione è primaria, ma va anche collegata alle notizie dall’infermeria. Senza dimenticare il rischio squalifiche che incombe sulla gara contro la Fiorentina visto che domenica la Lazio scenderà in campo con ben 5 diffidati: Candreva, Cavanda, De Vrij, Parolo e Onazi.
I due successi negli ultimi 180 minuti non adageranno Pioli sull’idea che la squadra che vince non va cambiata. In queste ore il tecnico con il suo staff farà il punto della situazione sulle forze della squadra, partendo dai singoli. Ma ci sono anche sopraggiunte valutazioni da fare: come quelle per il rientro di Felipe Anderson, out col Palermo per squalifica. Con il brasiliano, in cima alloa lista delle novità, c’è quella del ritorno al 4-2-3-1, lasciando il 4-3-3, dopo sei partite di fila. Il modulo adottato nel derby, ma anche nei colpacci di Palermo e Firenze (per larghi tratti della gara) allarga la batteria dei trequartisti. Così Anderson avrebbe spazio al fianco di Mauri e Candreva, eversori del Palermo.
Parentesi , però, per Candreva che oggi dovrebbe riprendere a lavorare a tempo pieno, superando i fastidi al ginocchio destro accusati dopo l’esultanza al gol di domenica. Qualche incertezza sul recupero dell’esterno tiene rialza il 4-3-3: con Anderson al suo posto. Nel 4-2-3-1 ipotizzato, ci sarebbe un centrocampista in meno: Cataldi smistato in panchina. Ma anche per il reparto mediano affiora un rebus: quello per Parolo, che ieri si è allenato a ritmo ridotto. Anche per lui è atteso per oggi il rientro in gruppo, salvo sorprese. Con Cataldi, comunque, in rampa. Così come, oltre a valutare il completo recupero di Mauricio e Cana (pure per loro ieri solo palestra: così in lista è pronto Braafheid, con rimpasto della retroguardia), si aspetta il rientro in gruppo di Marchetti per oggi dopo che il portiere si è fermato due giorni fa per fastidi al costato.
Il rebus più intrigante riguarda, comunque, la presenza di Klose da diluire nel giro delle prossime tre gare. Il 36enne bomber di Opole è stato titolare nelle ultime 5 partite, causa anche l’infortunio di Djordjevic. Dopo che nelle precedenti 19 giornate era stato schierato dal 1’ appena 6 volte (nelle altre: in 10 subentrato e in 3 rimasto in panchina). Il tedesco sta giocando molto anche in funzione della squadra: Pioli gli chiede di aprire varchi ma anche di agire in copertura a metà campo (stessi compiti richiesti a Djordjevic nelle funzioni da centravanti). Un lavoro dispendioso da associare a quello consueto in area (5 gol, rigore-vittoria procurato a Udine). […]