Fatti di Roma

IL MEGLIO IN EDICOLA DI MERCOLEDI’ 18 MARZO 2015

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corriere della sera

Giubileo, stupore in Vaticano per le risse sul commissario (Al. Cap.)

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, nel raccontare dell’incontro tra il sindaco Ignazio Marino e il presidente Matteo Renzi, tra le altre cose dice che sì «il governo è a disposizione dal punto di vista economico con Comune e Regione», ma pone anche una condizione: perché va bene immaginare un contributo nazionale ma solamente «se saranno necessari investimenti minimi». E fa notare: «Teniamo conto del fatto che i pellegrini porteranno indotto».

Il messaggio del governo è chiarissimo: «Non c’è bisogno di pensare a cose faraoniche». Sul fronte terrorismo, garantisce Delrio, «ci sarà un adeguamento dei sistemi di controllo». Ma i colloqui sono già cominciati anche con il Vaticano: Marino ieri ha parlato con monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, e i due si vedranno presto per un incontro di pianificazione. Soprattutto, però, da Oltretevere filtrano «stupore» e «sconcerto» per le cifre circolate e per lo scontro politico nato successivamente all’annuncio di Papa Francesco: le stime circolate vengono definite «esagerate», in ragione anche del fatto che c’è molta prudenza anche sulle previsioni riguardo il numero dei pellegrini.

Da Oltretevere fanno notare il confronto possibile non è con i 25 milioni di fedeli che arrivarono nel 2.000, ma con il recente Anno della Fede che ha fatto convergere nella Capitale circa 8 milioni di pellegrini. Data decisiva è probabilmente quella del 12 aprile quando verrà letta la bolla papale di indizione: solo allora sarà possibile avere un quadro definitivo di come si svolgerà il Giubileo e pianificare le commissioni bilaterali. Il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, in un tweet sembra in sintonia: «È un appuntamento pensato per guardare di più ai poveri non diventi dibattito su come diventare più ricchi».

Naturalmente, il Comune cerca di pianificare gli interventi ritenuti necessari a prescindere dalla quantità dei pellegrini in arrivo. E lo spiraglio che si può aprire, in tema di finanziamenti per il Giubileo, è probabilmente sul potenziamento dei trasporti e, certamente, sull’accoglienza: «Facciamola bene», si raccomanda Delrio. Poi: i romani sono attesi da un’estate di cantieri per la sistemazione delle strade. […]

Messaggero

Strisce blu, il Tar boccia gli aumenti (Michela Allegri)

Bocciatura su tutta la linea: l’aumento delle tariffe per la sosta entro le strisce blu deciso dal Campidoglio, è stato annullato dal Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso presentato dal Codacons. È la seconda stroncatura che i giudici amministrativi dispongono nei confronti del Comune nel giro di due settimane. La terza, invece, dall’inizio dell’anno. Lo scorso 3 marzo, infatti, i magistrati hanno contestato l’incremento dei costi dei permessi Ztl, e il 2 febbraio hanno fermato l’innalzamento delle tariffe degli asili nido. La sentenza sul rincaro del posteggio a pagamento, emanata dai giudici della seconda sezione, ha soppresso la delibera numero 48 del 29 luglio 2014, che prevedeva uno scatto del prezzo da 1 euro a 1,50 in tutte le aree, e cancellava le quote agevolate giornaliere e mensili.

Secondo il Tar, il Campidoglio ha utilizzato in modo ingiustificato «la leva finanziaria quale strumento esclusivo per migliorare l’utilizzo degli spazi di sosta», e si tratta di una scelta «non conforme ai criteri di determinazione delle tariffe». La delibera in questione, sarebbe basata su «un’istruttoria incompleta e inadeguata», rispetto allo scopo dichiarato dal Comune, cioè «regolare l’uso dell’auto da parte dei cittadini che arrivano da aree servite dal trasporto pubblico». In parallelo all’aumento dei prezzi di posteggio, infatti, non ci sarebbe stato un adeguato potenziamento dei mezzi pubblici. Un potenziamento che, a detta dei giudici, «avrebbe dovuto precedere e non seguire la rimodulazione della disciplina della sosta». I magistrati riconoscono l’importanza dei parcheggi a pagamento: «Non è in discussione il fatto che le strisce blu costituiscano uno degli strumenti essenziali per la limitazione della circolazione e per superare le enormi criticità ambientali dei centri storici».

Ma sottolineano che, nel caso della delibera numero 48, non ci sarebbe stata «alcuna verifica circa la specifica domanda di sosta nelle diverse zone tariffate», e non sarebbe stata fatta nessuna differenziazione «tra soggetti che provengono da zone coperte da servizi forti di trasporto pubblico, ed utenti che, invece, si spostano da zone periferiche o non adeguatamente servite». I giudici riservano una stoccata anche all’Agenzia per la mobilità, che ha condotto uno studio dello stato attuale della sosta a pagamento. Come si legge nel dispositivo, «l’analisi si limita alla riproduzione degli elaborati dello studio condotto nel 2008 dalla Commissione appositamente istituita». Secondo i magistrati, «deve escludersi che l’Agenzia abbia condotto autonome ed aggiornate verifiche circa l’adeguatezza dell’offerta di trasporto nelle diverse zone». […]

Repubblica

Le mani di Perotti anche sul maxi-appalto per la nuova Fiera (Daniele Autieri)

Stefano Perotti, l’imprenditore accusato di essere il collettore delle tangenti al dominus delle grandi opere Ercole Incalza, ha lasciato più di un’ombra sulla nuova Fiera di Roma.
La cattedrale nel deserto che tuttora sonnecchia tra il grande raccordo anulare e l’aeroporto di Fiumicino al prezzo di un mutuo milionario contratto con le banche è, almeno in parte, figlia dell’impegno professionale di Stefano Perotti.
Nell’appalto di costruzione indetto nel 2004 (quando era sindaco di Roma Walter Veltroni) figura infatti anche la Spm Consulting.
Tuttavia, mentre il grosso dell’appalto, in sostanza la costruzione della Fiera, fu gestito dal gruppo Lamaro della famiglia Toti, la Spm si accaparrò una piccola fetta dei 259 milioni di euro messi a bando, fornendo «attività di sorveglianza per la realizzazione della nuova Fiera di Roma e per tutte le attività ad esse collegate», in associazione di imprese con un’altra piccola società, la Adr Engineering.
Dopo il biennio iniziale, la Spm ha continuato a dare il suo contributo alla Fiera fino al 2012 e lo stesso ha fatto dopo il 2012, quando è esploso il contenzioso con la Lamaro Appalti. In generale, si è sempre trattato di consulenze tecniche, legate a somme di denaro non ingenti e alla messa a disposizione di esperti nell’ambito della sicurezza e della direzione lavori.

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FA7: una stella, tanti padrini (Stefano Cieri)

Una specie di Frankenstein, che però – a differenza del mostro creato dalla penna di Mary Shelley – non fa paura a nessuno. Anzi, è una gioia assoluta. Per gli occhi dei suoi tifosi, anzitutto, ma anche per quelli neutrali. Eh sì, perché Felipe Anderson è uno di quei talenti puri che mette d’accordo tutti. Che è facile ammirare anche se ha appena punito la tua squadra del cuore. La Lazio se lo tiene stretto, la Serie A (in perenne deficit di grandi campioni) pure. Se continua così tanto il club di Lotito quanto il nostro campionato sono destinati a perderlo. Ma intanto il genio arrivato da Brasilia incanta le platee italiane. E fa sognare i tifosi laziali come non accadeva da tempo.

Una specie di Frankenstein, si diceva. Perché nell’eterno e inevitabile gioco che scatta quando nasce una stella (a chi somiglia? quale fuoriclasse ricorda?) la risposta chiama in causa tanti grandi del passato e i due geni del presente, Cristiano Ronaldo e Leo Messi. Per un mosaico quanto mai variegato. Con il portoghese del Real (che è il giocatore cui viene più di frequente accostato) il laziale ha in effetti molte caratteristiche in comune. Innanzitutto la capacità di calciare con eguale efficacia con entrambi i piedi. Dote rara in molti fuoriclasse, basti pensare a Maradona, che a un sinistro da dio accoppiava un destro che – parole sue – gli serviva solo per scendere le scale. Ma di CR7 Anderson ha pure la capacità di cambiare più ruoli, di giostare indifferentemente sulla fascia o al centro. Del madridista non ha (ancora) la potenza, il colpo di testa, la concentrazione feroce, l’intensità. E Messi? Con l’argentino le analogie sono più labili. Però la facilità di dribbling, la capacità di saltare gli avversari come birilli lo avvicinano in qualche modo pure all’asso del Barcellona.

Ronaldo, Messi. Va bene, ci mancherebbe. Ma per un brasiliano non è mai bello essere paragonato a giocatori non brasiliani, per quanto grandi. E infatti a chi gli chiede a quale fuoriclasse si senta più vicino FA7 risponde – sottovoce e con lo sguardo basso, perché gli sembra comunque troppo – che il suo modello è Kakà. La progressione palla al piede del laziale ricorda in effetti quelle dell’ex milanista; come la capacità di sfondare per vie centrali e poi andare al tiro. Di Kakà Anderson ha anche altro: lo stesso carattere d’oro, che lo fa amare dal resto dello spogliatoio, e l’identica professionalità. Volendo, si può aggiungere che anche Felipe, proprio come il Ricky rossonero, ha un rapporto speciale con la Fede, quella con la F maiuscola. Tecnica e velocità: come Kakà, ma anche come un altro grandissimo del passato, Johan Cruijff, uno che – palla al piede – riusciva ad avere la stessa velocità di quando correva senza palla. Felipe non è a quei livelli, ma poco ci manca. Nello scatto breve ricorda invece Robi Baggio, mentre certi numeri da giocoliere portano dritti a Zidane: la ruleta di Zizou è infatti tornata a rivivere proprio grazie a FA7. […]

Spunta una scure sul capo di Garcia: Champions o adieu (Davide Stoppini)

Sic transit gloria mundi, adesso succede pure che in tribuna Tevere due tifosi si prendano a pugni e vengano fermati dalla Polizia perché divisi su Rudi Garcia, l’uomo che aveva unito l’universo Roma e ora ha rimesso la guida tecnica al centro di ogni discussione. In fondo a queste latitudini è pratica abbastanza diffusa: successe con Luis Enrique, poi con Zeman, adesso tocca al francese. Che di certo ci ha messo del suo, passando in soli sette giorni dal tombale «voglio allenare nel nuovo stadio, mi dovrete sopportare a lungo» al sibillino «non sarò mai un peso per questo club, alla fine faremo i conti».

I conti, in verità, a Trigoria hanno già cominciato a farli da un po’. Con il risultato di una proprietà, nella persona di James Pallotta, scontento per l’andamento della squadra al punto di far passare il messaggio che i prossimi mesi saranno decisivi per chiunque. Anche per un allenatore sulla cui permanenza nella prossima stagione non è più giusto scommettere ad occhi chiusi. Anzi: se la Roma dovesse uscire presto dall’Europa League e non conquistare l’accesso alla Champions, l’addio di Garcia sarebbe scontato, a dispetto del contratto fino al 2018. È presto per immaginare eventuali sostituti. Si può giusto segnalare che Mihajlovic si sarebbe offerto e che Di Francesco è un nome da non perdere di vista.

Le parole del post Samp hanno fatto pensare a un tecnico pronto a lasciare lui la baracca, a fine stagione. Magari con qualche proposta in tasca da Francia o Spagna. Di sicuro sfiancato dalla scarsa protezione che avrebbe avvertito nell’ultimo periodo. Il mercato di gennaio è uno dei nodi: con Sabatini c’è distanza di vedute. Tanto che si racconta di un d.s. pronto a rimettere il proprio mandato nelle mani di Pallotta (l’ha già fatto più volte, in carriera). Ma il mercato è solo una delle frizioni Garcia-società: nel frullatore pure la gestione dei giovani, la preparazione atletica, la comunicazione. E al tecnico c’è anche chi rimprovera la scarsa presenza sul campo: gli allenamenti spesso vengono diretti per buona parte dai vice Bompard e Fichaux, alla tattica sarebbe riservato pochissimo tempo, su scala settimanale.

Di tutto questo, però, non si è parlato ieri a Trigoria. In una giornata comunque piena, per Garcia, che ha incontrato il d.s. Sabatini e il d.g. Mauro Baldissoni: i tre hanno pranzato insieme e hanno analizzato la sconfitta la Samp. Nel pomeriggio il tecnico è poi andato a Latina, dove ha assistito (con Baldissoni e Nainggolan) alla vittoria della Primavera. In mattinata, invece, a Trigoria aveva parlato alla squadra a fine allenamento: «Non mollo ora, possiamo ancora tirarci fuori da questa situazione», il discorso del francese […]

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