IL MEGLIO IN EDICOLA DI MARTEDI’ 3 MARZO 2015
Municipi, la «regola» della tangente (Ilaria Sacchettoni)
Quanto costa trasformare un seminterrato inagibile in sala hobby? Mettiamola così, all’imprenditore della Edil Femaco, Roberto Biagini, sarebbe costato 12mila euro.
Denaro corrisposto, per sua stessa ammissione, al geometra dei servizi tecnici del XIV municipio, Giovanni Grillo (già in carcere), che, in cambio, gli avrebbe permesso di far lievitare di un intero piano dei villini in costruzione in via Virgilio Testa, Casal Del Marmo. Soldi ben spesi, perché, in seguito,anche il lucernaio sarebbe stato promosso a camera da letto (con bagno) a beneficio di costruttore e geometra, benché difficilmente dell’inquilino. «Operazione Vitruvio», terzo atto. I finanzieri delle unità speciali, coordinati dal generale Gennaro Vecchione, hanno notificato altre 4 misure cautelari per reati che vanno dalla corruzione all’abuso d’ufficio.
Oltre ai già arrestati Stefano Urbinati, funzionario comunale dell’Urbanistica e l’imprenditore Sandro Costantini, da ieri sono ai domiciliari l’ex tecnico Andrea Borsci (collaboratore di Edil Femaco), che pur avendo collaborato alle indagini del pm Erminio Amelio, secondo il gip Anna Maria Gavoni, avrebbe contribuito «ad alimentare il sistema corruttivo». Agli arresti anche il vigile Paolo Carbonari, rimasto «impigliato» alla testimonianza dell’imprenditore della Edil Femaco che gli avrebbe versato «5mila euro a fronte di una richiesta iniziale di 18mila per via Guiglielmi». A sua difesa (con qualche enfasi) Carbonari ha postato su Facebook le icone del martirio di San Sebastiano e di Gesù.
A ogni cantiere di Roma Nord (non solo?) la sua mazzetta. Per i villini di via Rescaldina, i cui proventi furono reinvestiti nel cantiere di via Lagnasco (foriero di altre tangenti) Biagini avrebbe consegnato a Borsci «una somma di 2mila o 3mila» per l’attestato di fine lavori di Urbinati. Mentre per uno agli edifici di via Scaldasole in parallelo al Gra sarebbero stati pagati 5mila euro al funzionario pubblico. […]
Bilancio rinviato, altolà della Scozzese (Simone Canettieri)
La discussione sul bilancio slitta a domani, Sel è sempre più di traverso sulla dismissione delle società, il sindaco Ignazio Marino dà il 15 marzo come «ultimatum» per il sì dell’Aula alla manovra e l’assessore ai conti capitolini comincia a essere insofferente: «Se continuano così vado dal Governo e gli dico che il piano di rientro non è attuabile, poi ognuno si prenderà le proprie responsabilità», è lo sfogo di Silvia Scozzese. In Campidoglio sono ore così, ore di tensione.
Il partito di Vendola si trova davanti al solito bivio: essere di lotta (come in parlamento e in strada, sabato scorso) o di governo (come in Comune)? In tutto questo c’è un rapporto non proprio saldo tra il gruppo e l’assessore di riferimento, il vicesindaco Luigi Nieri (nessuno dimenticherà le bordate tra compagni sul salario accessorio e vigili). E allora per Marino mettere in fila tutti i pezzi della maggioranza non è un gioco da ragazzi. Soprattutto placare l’ala sinistra, che non ha mancato di punzecchiare anche ieri durante un vertice con la coalizione e gran parte della giunta. «Sel deve scegliere se stare con la conservazione o con il cambiamento», ha ripetuto il sindaco.
Sapendo di avere le spalle coperte dal Pd, specie dalla componente renziana che in caso di strappo già pregusta un allargamento della maggioranza, magari alla Lista Marchini. Fantapolitica? Può darsi. Ma tra i dem più realisti si fanno anche questi ghirigori politici. Specie negli ultimi giorni con un bilancio che non riesce a essere incardinato. Ieri tutto rimandato: se ne riparla domani. Prima con la commissione, poi in Aula. La sinistra-sinistra vuole rivedere le società che, da piano di rientro, devono essere dismesse: Farmacap, Assicurazioni di Roma, Centro Carni, Consorzio Biblioteche. «Per capire le ricadute occupazionali», dice Peciola. Panecaldo (Pd) prova a tenere la barra dritta. Scriverà un documento politico (con Sel) al Governo Renzi «affinché si prenda a cuore la nostra città, qualora si sbloccassero risorse non impegnate, si ricordi della Capitale». […]
“Vigili a Capodanno fu sciopero selvaggio sindacati da multare” (Gabriele Isman)
Barbone picchiato a Trastevere: E’ giallo (Silvia Mancinelli)
«Un’aggressione selvaggia, un gravissimo episodio di intolleranza» denuncia l’assessore alle Politiche Sociali Francesca Danese. «Una lite verbale, segnalata ad un vigilante da un uomo non identificato e senza conseguenze accertate», ribattono gli investigatori. È giallo sul presunto pestaggio subito la notte tra sabato e domenica in largo San Callisto da un clochard.
Andrea, 48 anni, ospite del centro di accoglienza a bassa soglia della comunità di Sant’Egidio, a Trastevere, sarebbe stato picchiato da quattro, cinque giovanissimi “fascisti” secondo i testimoni. Il tutto a poche ore dal comizio di Salvini e dei “fascioleghisti” in piazza del Popolo. «Un’ambulanza alle 5,17 della stessa notte ha trasportato la vittima con un trauma facciale e cranico al pronto soccorso del San Camillo, da dove poi è stato ricoverato nel reparto di medicina d’urgenza», dicono fonti vicine all’assessorato. Ricovero che però non risultava ieri agli agenti intervenuti sul posto dopo una segnalazione di lite. A creare il “caso” una nota ufficiale diffusa ieri pomeriggio dalla stessa Francesca Danese: «Un gravissimo episodio di violenza e intolleranza ha sconvolto la vita di una persona, ospite di una casa famiglia a Trastevere.
Secondo alcuni testimoni sarebbe stato pestato da quattro, cinque giovani che hanno seminato il panico tra altri senza fissa dimora che trovano rifugio nel quartiere. Il ferito è ricoverato con un trauma facciale e probabilmente dovrà subire un’operazione», ha scritto sottolineando il «clima di intolleranza che sta inquinando l’aria della nostra città». «Sono in contatto con la direzione sanitaria dell’ospedale e gli farò visita per portargli la solidarietà e l’affetto dei romani per bene – ha precisato – quelli che non discriminano e che condannano i branchi violenti». Fascisti, quindi, «ragazzotti reduci dal comizio dei leghisti e degli alleati di Casapound» hanno giurato i “testimoni”. Ben tre persone, infatti, hanno visto e raccontato ad un volontario della struttura di accoglienza che «menavano, menavano e menavano». Lo ha detto un primo clochard, un romeno svegliato intorno alle 3,15 dal rumore di bottiglie rotte. E lo ha ribadito Ibrahim: «Che non lo sai? Sono stati i fascisti». A confermare il raid addirittura un terzo uomo – un italiano senza fissa dimora – che, domenica mattina si è presentato nel centro di Sant’Egidio lamentando il furto di vestiti e coperte subito la stessa notte del pestaggio dai “fascisti”. […]