IL MEGLIO IN EDICOLA DI VENERDI’ 20 FEBBRAIO 2015
Vigili, il ministero al Campidoglio: punire i comandanti (Alessandro Capponi)
Una lettera spedita mercoledì pomeriggio, una telefonata ieri di Marianna Madia al sindaco Ignazio Marino: il ministero della Pubblica amministrazione ha chiuso l’istruttoria sull’«epidemia» che ha colpito i vigili urbani a Capodanno, con le centinaia di assenze (per malattia, donazione sangue, legge 104…) delle quali si stanno occupando le inchieste, da quella della Procura della Repubblica a quella interna del Campidoglio. E, proprio al Comune, il ministero ha inviato la relazione conclusiva: tre i rilievi principali. Uno dei quali è stato ribadito anche telefonicamente da Madia a Marino: servono sanzioni anche per i dirigenti — i comandanti dei singoli gruppi — che hanno ritardato a inviare la visita fiscale (tra questi, anche il vicecomandante Raffaella Modafferi).
Anche perché in alcuni casi le giustificazioni dei diretti interessati sono state giudicate, dal ministero, «poco credibili». Quindi il messaggio partito verso il Campidoglio appare chiarissimo: giusto sanzionare gli agenti ritenuti responsabili di aver danneggiato la collettività per una (presunta) protesta sindacale, ma non fare sconti ai comandanti.
Un altro «rilievo» di un certo peso riguarda le liste della reperibilità: in questo senso la lettera spedita al Campidoglio parla chiaro, «vanno aggiornate». Molte, infatti, sono state le polemiche legate sia allo strumento utilizzato, la reperibilità appunto, sia soprattutto al fatto che la richiesta di tornare in servizio sembra sia arrivata anche ad agenti ormai in pensione. Il terzo e ultimo «nodo» segnalato dal ministero è quello delle sanzioni: gli ispettori comunicano al Campidoglio di essere in attesa di conoscere a quanto ammontano e in quale misura siano state comminate agli agenti. In sintesi, il messaggio del ministero è ancora una volta inequivocabile: andare fino in fondo.
Poi, naturalmente: è evidente che il ministero sia consapevole che il risultato dell’inchiesta non è stato «rivoluzionario» — in molti, in questi mesi, hanno usato l’espressione della montagna che partorisce un topolino — ma anche che ciò sia dovuto, almeno in parte, alle norme che consentono di «mascherare» da malattia una protesta sindacale. In questo senso il ministro Marianna Madia è già stata esplicita, qualche settimana fa: è necessario trovare un rimedio per fare fronte all’assenteismo di massa o all’assenteismo reiterato, e in questa direzione stanno andando gli esperti che lavorano al decreto legislativo sul Testo unico del pubblico impiego. […]
«La città è stata ferita» L’attacco di Marino a prefetto e ministro (Mauro Evangelisti)
«In mattinata Prefettura e Questura avevano assicurato al Campidoglio che tutto era sotto controllo. Abbiamo visto cosa è successo poche ore dopo». Il sindaco Marino è una furia e mette da parte la diplomazia, anche se in serata si è sentito con il capo di Gabinetto del ministro Alfano che era a Washington a rappresentare l’Italia. Oggi ci sarà un incontro tra sindaco e ministro. Lo sfregio a Roma e a piazza di Spagna di migliaia di vandali al seguito del Feyeenord diventa un caso politico e provoca un altro scontro istituzionale tra Campidoglio da una parte e prefettura, questura e Viminale dall’altra. Marino attacca Pecoraro e Alfano: «Sono seriamente infuriato. È inammissibile. Mi sono sentito diverse volte con il prefetto e abbiamo mandato i tecnici a verificare i danni alla Barcaccia». Ospite di Linea notte, su Raitre, è stato ancora più duro: «Non capisco come sia stato permesso, con 1.300 uomini delle forze dell’ordine, quindi non pochi, a questi barbari di arrivare e violentare il cuore della nostra Capitale, trattando come una discarica un monumento che avevo appena riconsegnato interamente restaurato».
Dalla questura e dalla prefettura replicano: le forze dell’ordine hanno fatto il massimo, non era facile filtrare i tifosi olandesi perché sono cittadini comunitari e alla fine ci sono stati 13 feriti. Ciò che appare assai complicato comprendere è come sia stato possibile che dopo il caos a Campo de’ Fiori della sera prima, gli olandesi abbiano potuto prendere possesso del centro storico anche ieri, fino a danneggiare la Barcaccia di piazza di Spagna («Al di là del valore economico i danni procurati sono una ferita insopportabile per la città» ha detto un Marino). Flop per l’ordinanza antialcol: gli hanno acquistato birre e liquori nei supermarket. L’assessore ai Trasporti, Guido Improta, fa questa sintesi impietosa: «Strade del centro e stazioni metro ridotte a latrine, decine di moto rovesciate, cittadini costretti a rifugiarsi nei negozi e nei portoni, Lungotevere paralizzato, mezzi dell’Atac danneggiati: si dirà che è tutta colpa della nostra amministrazione o finalmente emergeranno le responsabilità di chi ogni giorno deve garantire la sicurezza? Purtroppo la cosa evidente è che oggi lo Stato, che doveva garantire l’ordine pubblico, a Roma era assente».
Ancora Marino: «Mi chiedo come mai alle forze dell’ordine non sia stato ordinato di proteggere la Barcaccia. Sono indignato». Il Campidoglio chiederà i danni al Feyenoord. «Agli olandesi dico: chi rompe, paga». Duro anche Zingaretti: «Uno sfregio a Roma, incivili. Pene esemplari. Solidarietà alle Forze dell’Ordine».
Tangenti e ispezioni Duemila euro per non chiudere ristoranti e pizzerie (Francesco Salvatore)
Papa Francesco ai preti: omelie brevi e chiare
«Omelie brevi e chiare», «sacerdoti né showman né noiosi». Papa Francesco ha incontrato il clero romano sul tema delle omelie e dell’Ars celebrandi, nell’aula Paolo VI in Vaticano e sottolinea anche che «il problema dei preti sposati è presente nella mia agenda».
«Non siate showman», ha detto Francesco al clero presente all’incontro, dopo aver accennato alla divisione fra quei sacerdoti che predicano spontaneamente e quelli che invece lo fanno in un’atmosfera artificiale, lontana da quell’autentico «stupore» che deve derivare dalla preghiera e dall’incontro divino. Nell’introduzione, il Papa ha ricordato quando, durante la Plenaria del 2005, fu «rimproverato» dagli allora cardinali Meisner e Ratzinger dopo la sua esposizione. Quest’ultimo disse all’attuale Pontefice che «mancava una cosa importante, il sentirsi cioè davanti a Dio», come ha raccontato lo stesso Bergoglio. A chiedere al Santo Padre una «riflessione su un tema molto importante per i sacerdoti, che predicano bene ma che possono sempre migliorare» è stato il cardinale Agostino Vallini, che ha definito ascoltare il Papa un «bagno salutare e una luce nel cammino sacerdotale». […]