IL MEGLIO IN EDICOLA DI MERCOLEDÌ 21 GENNAIO 2015
Affari di ‘ndrangheta: 31 arrestati Il «santuario» era sulla Togliatti (Ilaria Sacchettoni)
«’Qua faremo Polsi, la nuova Polsi sorgerà qua’» diceva il boss al giovane affiliato, indicando la periferia incompiuta, della Palmiro Togliatti. «Questo è il nostro spazio, a Roma, noi partiamo da qua» ripeteva.
Dai santuari delle cosche di Reggio Calabria a Roma Capitale: il passo, in fondo, era breve. Se il «Mondo di mezzo» aveva infiltrato il motore assistenziale capitolino, i 31 affiliati di ‘ndrangheta arrestati ieri su richiesta della Dda agivano nel più tradizionale solco del traffico di stupefacenti. Ma fra cupole nostrane e cosche ortodosse il risultato non cambia: Roma attira la criminalità organizzata.
A gennaio 2013, Massimiliano Sestito, Gianni Cretarola, Francesco Pizzata avevano crivellato di colpi un sessantasettenne alla periferia di Trigoria. Quel pensionato era, in realtà, il genero del patriarca di San Luca, Giuseppe Nirta, Vincenzo Femia, al lavoro nella Capitale. Così è nata l’inchiesta che ha ricostruito un pezzo di economia criminale […]
Due anni dopo, ruoli e attività di questa filiale romana della ‘ndrangheta, sono stati ricostruiti dalla Squadra mobile e dai finanzieri del Gico, coordinati da Gerardo Mastrodomenico. Nell’associazione mafiosa i Pizzata e i Sestito organizzavano lo spaccio mentre i Rollero gestivano l’import di coca e hashish da Colombia e Marocco, riciclando i guadagni, attraverso money transfer cinesi. Il salto di qualità nelle indagini è stato compiuto grazie al pentimento del «picciotto» Gianni Cretarola. «Le sue dichiarazioni hanno reso possibile l’individuazione di una compagine criminale di base romana, solidamente strutturata e caratterizzata» (e, per inciso, con una sponda amicale nella coop di Buzzi, l’Edera). Cretarola è battezzato picciotto nel carcere di Sulmona secondo il codice di San Luca, rintracciato durante le perquisizioni. […]
«La ventola in bagno ha innescato l’inferno» Pasquale è morto così (Camilla Mozzetti)
Si era alzato per andare in bagno Pasquale Castaldo, l’operaio di 51 anni, originario di Afragola, che ha perso la vita, lunedì notte, nell’esplosione avvenuta al primo piano della palazzina alla periferia est di Roma, in via Vito Giuseppe Galati, per cui la Procura ipotizza il reato di strage.
Secondo le prime ricostruzioni, la bombola di gas, lasciata aperta da Giovannina Serra del primo piano sotto sfratto che non voleva lasciare l’appartamento e che più volte aveva minacciato gesti estremi, non sarebbe potuta esplodere senza un contatto elettrico. L’appartamento, però, era vuoto ma il gas fuoriuscito per ore da quell’unica bombola, si era incuneato nei condotti di areazione dei bagni in tutta la palazzina. Un edificio a sei piani che sorge in un comprensorio poco lontano dalla Palmiro Togliatti, in cui proprio i bagni sono stanze cieche, senza finestre. L’operaio campano, dunque, alzandosi nel cuore della notte, entrando in quella stanza e accendendo presumibilmente la ventola di areazione o la luce, avrebbe innescato la deflagrazione.
È bastato un attimo e poi quel boato sordo con le fiamme che in breve tempo sono divampate, avvolgendo l’edificio fino la quarto piano. […] Rimasto bloccato in bagno, Castaldo è morto per asfissia. […] Lascia due figli, Ciro 17 anni e Rachele 23 anni, e sua moglie, Maria Graziuso, arrivata a Roma ieri pomeriggio. Ancora una volta, raccontano i parenti, Pasquale aveva accettato l’ennesimo lavoro in trasferta pur di reggere i colpi della crisi inferti al settore edile. «Era lui che pensava alla famiglia ed era abituato a cambiare città spesso pur di lavorare», racconta la nipote Raffaella.
È stata una lunga notte di terrore, con la gente in strada, le urla dei bambini. «Un inferno annunciato», ripetono in coro molti inquilini del comprensorio che, da tempo, subivano le minacce della donna rintracciata e fermata dalla Polizia ieri sera alle 21.00. «Non se ne vola andare, ripeteva che quella era casa sua – racconta Fabiola – a volte gridava dal balcone o in mezzo al cortile che nessuno poteva cacciarla». Alla fine però è stata costretta a lasciare l’abitazione. «Lunedì pomeriggio alle 17 quando sono rientrato a casa – racconta Vito Iula inquilino al civico 40 – l’ho vista con un camioncino giallo che stava portando via le sue cose, borbottava tra sé e sé».
Sulla facciata della palazzina, ormai annerita dal fumo, è rimasta impressa l’impronta di una mano. L’impronta di uno dei 14 feriti, l’inquilino romeno del terzo piano che, cercando di salvarsi, si è lanciato nel vuoto, riportando fortunatamente solo qualche frattura. Prima che i vigili del fuoco intervenissero, tutti i condomini hanno cercato di aiutarsi. […] Molte famiglie hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni perché inagibili. Una sola, con due bambini piccoli, sarà ospitata, grazie all’assistenza alloggiativa dell’assessorato alle Politiche sociali di Roma Capitale, in un hotel o in una struttura d’accoglienza, mentre le restanti hanno trovano un alloggio da parenti o amici.
Nidi nel caos, la rivolta dei genitori (Sara Grattoggi)
Genitori sul piede di guerra. Pronti scendere in campo, dopo le maestre, «con qualunque mezzo sia necessario, da un’azione legale a una manifestazione di protesta, per ripristinare la normalità» negli asili comunali. Promettono battaglia, le mamme e i papà dei piccoli alunni. Esasperati dalle ormai due settimane di continui disagi nei nidi, che proseguono in attesa di un atto formale della giunta che sospenda — come annunciato — la riorganizzazione dei servizi entrata in vigore il 7 gennaio.
[…] «Lunedì, quando sono andata a prendere mio figlio alle 16.30, ho trovato un’educatrice sola con quasi 20 bambini — denuncia Alessia Cocco, mamma del nido “Stella stellina” nell’XI municipio — Ma come si fa a lasciare 20 bimbi dai sei mesi ai tre anni con un’unica maestra? Temo sia solo questione di tempo prima che qualcuno si faccia male. E sono preoccupata per la sicurezza di mio figlio».
A saltare, insieme al rapporto frontale di un’educatrice ogni sei bambini, non sono stati solo i servizi “essenziali”, come il cambio dei pannolini o la merenda, ma anche tutte le normali attività. «Fino a prima delle vacanze — continua Cocco — mio figlio spesso tornava a casa pieno di farina o di pittura perché le maestre, che da noi sono molto brave, facevano sempre corsi e laboratori. Da gennaio non fanno più attività, riescono a malapena a sorvegliare i bimbi». Non solo. «A volte, quando andiamo a prendere i nostri figli nel pomeriggio, li troviamo con i pannolini sporchi. Ed è capitato che le maestre ci consegnassero la merenda perché non erano riuscite a imboccarli — aggiunge Silvia Maestrini, presidente del comitato di gestione del nido — Questa riforma sembra messa in atto da chi non sa come si vive in un nido, di cosa i bimbi abbiano bisogno». […]
Il sindacato di base ha organizzato ora un nuovo tour di assemblee nei municipi. La prima, stamattina dalle 7 alle 10, riguarderà i dipendenti comunali del XIV municipio, mentre domani saranno riuniti quelli del VI. Con gli asili, insomma, di nuovo a rischio chiusura nelle prime ore del mattino.
Roma, fischi e regalino Rigore finto, Empoli k.o. (Massimo Cecchini)
L’equazione di Silvio Berlusconi va proprio riscritta. La differenza tra una squadra i cui calciatori guadagnano circa 98 milioni lordi (la Roma) e un’altra che arriva ad appena 11 (l’Empoli) viene certificata solo al secondo supplementare grazie a un rigore fasullo assegnato per un presunto fallo di Zielinski su Paredes, dopo l’1-1 del 90’ nato dalle reti del redivivo Iturbe – non segnava dal 5 ottobre – e dell’ottimo Verdi. Ai quarti di Coppa Italia passano quindi per 2-1 i giallorossi tra i fischi […]
Tornando al match, il paradosso è che a fare il turnover più spinto è proprio la squadra con la panchina più corta, ovvero l’Empoli, che in partenza rinuncia ai talentuosi Sepe, Rugani, Valdifiori e Pucciarelli per dare spazio dietro a chi ha giocato meno e in avanti al nuovo acquisto Saponara, chiamato a innescare un tandem d’esperienza composto da Maccarone e Tavano. La Roma invece schiera l’artiglieria pesante in tutti i reparti, rispolverando dall’inizio Cole – che presto lascia spazio a Holebas per un botta alla mandibola e viene portato in ospedale per accertamenti – e non tenendo a riposo neppure Maicon e Pjanic, utili per lanciare tre attaccanti puri come Iturbe, Destro e Totti. […]
Visto che Garcia chiedeva un avvio robusto, il gol arriva subito con Maicon che mette al centro una palla deviata da Barba e messa in rete da Iturbe dopo una fiacca chiusura di Bianchetti. E’ l’unica vera conclusione nello specchio di entrambe le squadre, visto che un diagonale di Tavano (10’) sfila a lato di poco e un paio di conclusioni di Nainggolan (30’ e 40’) vengono neutralizzate dalla difesa empolese. Il pallino del gioco è della Roma, che si sovrappone bene sulle fasce e i toscani non hanno la rifinitura giusta per accendere gli attaccanti negli spazi. L’inizio ripresa è giallorosso, con Destro che prima si divora il match ball dentro l’area tirando alto (2’) e poi impegna Bassi (6’). Da quel momento però la squadra di Garcia annega in uno sterile possesso palla e in una condizione fisica precaria, mentre l’ingresso di Zielinski e Verdi rivitalizza l’Empoli. Il primo sfiora il pari da ottima posizione (12’), il secondo lo certifica capitalizzando in diagonale un lancio di Vecino (35’) su cui Astori e Skorupski sono in ritardo. La Roma tira fuori l’orgoglio e Bassi salva con una doppia parata su Iturbe (47’).
Morale: solo un’errata interpretazione dell’arbitro – intervento di Zielinski su Paredes – consente a De Rossi di andare sul dischetto nel secondo supplementare, mentre Skorupski salva al 120’ sull’ultima incursione di Tavano. I fischi finali e le lacrime dell’Empoli raccontano tutto.
Rincorsona Champions La Lazio ritrova i pezzi (Nicola Berardino)
Mauri? C’è. Verso la sfida dell’Olimpico di sabato sera contro il Milan, la Lazio può contare sul recupero del capitano. Che ieri pomeriggio, alla ripresa degli allenamenti, è tornato a lavorare col gruppo di Pioli. Smaltito l’affaticamento muscolare che sabato mattina, alla vigilia della sfida contro il Napoli, si era riacutizzato costringendolo a dare forfait. Mauri si è allenato con i compagni, ha saltato la partitella finale per evidenti ragioni precauzionali. Soprattutto, per l’esigenza di dosare gli sforzi, evitando contraccolpi. Con il capitano, Pioli riavrà una pedina quanto mai utile nel suo scacchiere. Per ricoprire un posto nel tridente, sulla sinistra, e fare da pendolo col reparto centrale. […]
Da vedere, invece, la situazione per De Vrij. Ieri, il centrale olandese è rimasto a riposo. O meglio si è diviso fra fisioterapia e piscina. La fascite plantare che lo travaglia al piede destro verrà testata in questi giorni. Resta fondata la speranza di vederlo recuperato per il Milan. Nelle prossime ore si saprà di più. […]
Ieri sera, è arrivato a Roma, accompagnato dai suoi agenti, il ventenne difensore olandese dell’Az Alkmaar, Wesley Hoedt, in scadenza di contratto a giugno. Stamane, dopo aver effettuato le visite mediche, potrà firmare il precontratto per legarsi alla Lazio per cinque anni, a partire da luglio. In giornata, dovrebbero arrivare nella capitale anche alcuni dirigenti dell’Az: un particolare che fa intendere come ci sia uno spiraglio, anche ampio, per anticipare l’ingaggio del centrale già dalla finestra di mercato di gennaio. Il club olandese chiede attorno al milione e mezzo di euro per lasciar andare via subito Hoedt, la Lazio è ferma attorno al milione e trecento. Una differenza che appare colmabile. […]