IL MEGLIO IN EDICOLA DI MARTEDÌ 13 GENNAIO
Terrorismo, presidi per 500 obiettivi Il prefetto: «Chiederemo rinforzi» – (R. Fr.)
No alla militarizzazione della Capitale – per ora – ma vigilanze ininterrotte, anche con pattuglie in borghese, rapidi controlli di persone e targhe sospette. Roma va avanti, con l’incubo di Parigi sempre presente. Anche ieri, in Prefettura, sono stati messi a punto i piani di sorveglianza della città e, con Questura, carabinieri e FInanza, sulla ridistribuzione delle forze. Scelte delicate per coprire le aree a rischio, prevenire qualsiasi attacco. La notizia del Vaticano nel mirino dell’Isis con la minaccia di colpire San Pietro – rimbalzata dagli Usa – non è stata confermata, sebbene l’attenzione resti massima. Il prefetto Giuseppe Pecoraro ha presieduto la riunione di coordinamento delle forze di polizia per «rivalutare le misure già varate dopo l’attentato di Parigi. È stata considerata la necessità di attuare ulteriori particolari dispositivi di vigilanza fissa e dinamica a protezione degli obiettivi e dei siti ritenuti più esposti».
Basiliche, scuole – prime fra tutte ebraiche e francesi -, monumenti sono stati aggiunti alla lunga lista di obiettivi sensibili come ambasciate, uffici diplomatici, ministeri, altre sedi istituzionali, catene commerciali, stazioni, metropolitana, aeroporti. E tutti i monumenti.
A breve al Ghetto – dove è vietato il transito ai veicoli dei non residenti (nella foto le pattuglie dell’Arma) – sarà pedonalizzata via del Portico d’Ottavia. […]
«Le forze di polizia hanno assicurato il massimo impegno con le risorse disponibili – spiega ancora il prefetto – ma è stata anche considerata l’opportunità di ricorrere a ulteriori aliquote di personale per rinforzare la sicurezza urbana». Il pensiero va subito al riutilizzo dei soldati in strada – a Parigi avviene da anni, con truppe armate un po’ ovunque (anche sotto alla Torre Eiffel o a Versailles) – ora in servizio davanti alle ambasciate nell’ambito dell’operazione Strade sicure. È possibile che il prossimo Consiglio dei ministri decida l’aumento dei militari da 3mila a 4.250 (quanti erano prima dei tagli) e in quel caso alcune centinaia potrebbero essere assegnati a Roma.
Intanto carabinieri e polizia lavorano di intelligence per anticipare le eventuali mosse di chi avesse l’intenzione di agire a Roma. Raggiungere la Capitale è stato fino a oggi facile – lo dimostra il recente viaggio clandestino in auto, e anche il soggiorno, di Alì Agca fino al Vaticano, per esempio: ecco perché si analizzano i flussi alle frontiere, i voli a rischio, le navi passeggeri e i mercantili che potrebbero nascondere sospetti, i centri di accoglienza, ma anche le posizioni di alcuni stranieri residenti da anni.
Vigili, rotazione beffa: il cambio di ufficio solo per i centralinisti (Elena Panarella)
Al via la rotazione dei vigili urbani per il piano anti-corruzione: con 23 giorni di ritardo sono partiti i primi spostamenti dei dirigenti. Le lettere con i nuovi incarichi erano già state consegnate un mese fa a un centinaio di persone. I primi a essere trasferiti sono stati i funzionari: dal II gruppo (zona Parioli) in 4 sono stati spediti al XV (sempre Roma Nord) e al I Prati, dal Tuscolano in 4 sono stati spostati ai gruppi del Tintoretto e del Casilino. Altri 4 dirigenti dell’Aurelio a Monte Mario, e così via.
Un progetto voluto dal comandante Raffaele Clemente che prevede lo spostamento di 864 caschi bianchi entro gennaio 2016. Il debutto è stato però accompagnato da un coro di critiche: «A girare per il momento sono solo funzionari che stanno dietro le scrivanie e che presto andranno in pensione». […] Per i vigili urbani però il provvedimento «è un bluff». «Quelli trasferiti di certo non lavorano nei posti decisivi – tuonano i sindacati – si tratta di amministratori di software dei computer nei gruppi, di personale che si occupa di buste paga, centralinisti, segreterie. Insomma di certo non si tratta di persone che come ormai siamo abituati a sentire hanno a che fare con reparti chiamati in causa con l’inchiesta di Mafia Capitale o altro».
“Bombe e coltelli, ultrà pronti a uccidere” (Lorenzo D’Albergo)
Erano disposti a uccidere i cento incappucciati che domenica pomeriggio hanno sfidato le forze dell’ordine dopo la fine del derby, trasformando l’area attorno all’Olimpico in un campo di battaglia. La fattura dell’ordigno recuperato al termine degli scontri di ponte Milvio dagli agenti dei reparti mobili della polizia non lascia dubbi: mezzo etto di polvere pirica pressata in un involucro nero assieme a 55 chiodi pronti a colpire, sfregiare e persino a uccidere chiunque avesse avuto la sventura di trovarsi nelle vicinanze al momento dell’esplosione.
«Si tratta di criminali, soggetti che nulla hanno a vedere con il tifo o con il concetto di ultrà», spiega Diego Parente, capo della Digos, a poco più di 24 ore dalla fine dei tafferugli. Giovani teste calde, a volte appena maggiorenni, che sembrano attendere la stracittadina soltanto per misurarsi con polizia e carabinieri. Domenica pomeriggio, agenti e militari dell’Arma ne hanno arrestati quattro. E continuano le indagini per risalire a chi era con loro durante l’ora di guerriglia che ha seguito il triplice fischio di Roma-Lazio.
Tra le fila degli incappucciati, le ideologie e le appartenenze politiche si mischiano con estrema facilità. Basti pensare ai due laziali processati ieri mattina per direttissima: Daniel Donato Colapinto, 32 anni, e Jacopo Cococcia, 21enne, sono stati fermati a fine match, mentre si incamminavano verso la curva Nord in direzione opposta al deflusso degli spettatori. […] Si trova invece a Regina Coeli Andrea Franceschelli, il 23enne romanista proprietario della Fiat Seicento in cui sono state scoperte mazze e molotov sufficienti ad armare un piccolo battaglione. […] 25 mazze, un coltello a serramanico, un casco, un martello, sei bottiglie incendiarie riempite di benzina e già munite di stoppino per l’innesco e decine di petardi “black thunder”. Il proprietario del mezzo è stato rintracciato soltanto alla fine degli scontri: dopo aver visto gli agenti accanto alla sua vettura, è tornato a Spinaceto. Lì, sotto casa, è stato bloccato e poi arrestato dalla polizia.
Durante gli scontri — chiusi con tre poliziotti contusi e un carabiniere ferito proprio dai chiodi di uno degli ordigni lanciato dai laziali incappucciati — è stato arrestato anche un quarto tifoso, Matteo Sarra. Ha 24 anni ed è stato bloccato all’altezza di ponte Milvio nel corso della sassaiola contro le forze dell’ordine dai militari dell’Arma.
Caso Cucchi, tutto da rifare (Vincenzo Imperitura)
«Le lesioni subite dal Cucchi debbono essere necessariamente collegate a un’azione di percosse. E comunque da un’azione volontaria, anche una spinta, che abbia provocato la caduta a terra, con impatto sia del coccige che della testa contro una parete o contro il pavimento». Stefano Cucchi fu quindi picchiato ma non dagli agenti della polizia penitenziaria che erano finiti sotto processo: queste le conclusioni a cui è arrivata la Corte d’assise d’appello che ha così motivato la sentenza di assoluzione per gli imputati coinvolti sul decesso del giovane geometra romano, morto in un reparto dell’ospedale Pertini.
Gli atti del processo ora torneranno alla Procura che potrebbe imbastire un nuovo procedimento: scrivono infatti i giudici che esiste «la possibilità di svolgere ulteriori indagini al fine di accertare eventuali responsabilità di persone diverse dagli agenti di polizia penitenziaria giudicati da questa Corte». […] Quello che, con l’assoluzione decretata dai giudici di secondo grado sembrava un caso chiuso quindi si riapre, anche perché i due processi finora archiviati non sono riusciti ad individuare la causa precisa della morte del ragazzo. «Le quattro diverse ipotesi avanzate al riguardo, da parte dei periti d’ufficio (morte per sindrome da inanizione), dai consulenti del pubblico ministero (morte per insufficienza cardio-circolatoria acuta per brachicardia), delle parti civili (morte per esiti di vescica neurologica) e degli imputati (morte cardiaca improvvisa), tutti esperti di chiara fama – si legge nelle quasi 70 pagine che motivano la sentenza di secondo grado – non hanno fornito una spiegazione esaustiva e convincente del decesso di Stefano Cucchi». […] Si ricomincia da capo quindi, con un nuovo, probabile processo, nel quale potrebbero finire personaggi (come i carabinieri della stazione Appia che si occuparono dell’arresto) finora rimasti fuori dalle indagini.
Totti ritorna centravanti «Il segreto? Mi diverto» (Andrea Pugliese)
Da quel 18 dicembre 2005 sono passati più di 9 anni, anche se per arrivare a dieci ce ne vuole ancora un po’. Esattamente come lo spazio ideale che galleggia in campo tra il 9 (centravanti) ed il 10 (fantasista), quel limbo di eterno in cui si è sempre mosso Francesco Totti. Un po’ trequartista, un po’ falso «nueve», un po’ centravanti. Proprio come ha giocato (e deciso) il derby con la Lazio e come giocherà sabato prossimo, a Palermo. E proprio come lo inventò Luciano Spalletti quel 18 dicembre di 9 anni fa, quando a Genova (contro la Samp) per necessità si affidò a Totti come punta centrale. «Avvicinare Francesco all’area di rigore è un po’ come mettere la volpe vicina al pollaio, trova sempre il modo di creare terrore», disse Spalletti. E Garcia ora che farà?
Il 4-2-3-1 con cui la Roma ha raddrizzato il derby non è una novità, Garcia lo utilizza come carta di riserva dall’inizio della sua avventura italiana. Nell’oceano giallorosso, però, una piccola novità è aver riavvicinato così Totti alla porta, come fatto nella ripresa del derby. Un progetto su cui il francese stava lavorando da un po’, da quando si è reso conto che la Roma era poco cinica e concreta e arrivava a segnare (e tirare) poco e male. […] E Totti? Il giorno dopo si è goduto la gloria in famiglia, rilevando la sua vera ricetta. «Io continuo a godere giocando a calcio e voglio vincere ancora molto con questa maglia — ha detto agli americani di Bleacherreport — Al giovane Totti suggerirei di fare tutto quello che ha fatto il Totti anziano, se è in grado di farlo. Lo scudetto? Roma e Juve sono le più attrezzate per vincerlo, ci proveremo. Con Garcia ho un rapporto meraviglioso, il gol al Manchester è stato il più bel momento di questa stagione». L’intervista è stata rilasciata prima del derby, altrimenti non ci sarebbe stata quota, la risposta sarebbe stata molto diversa. E pazienza se anche al Codacons («È una pubblicità a un nuovo smartphone, Totti va squalificato») quel selfie non piace, Totti si accontenta che abbia fatto il giro del mondo.
Anderson ora piace a Dunga La Lazio si gode un vero tesoro (Stefano Cieri)
Il derby è così. Una partita unica. Che ha deciso, nel bene e nel male, le carriere di tanti giocatori. Per Felipe Anderson la stracittadina romana arrivava al momento giusto, dopo un mese memorabile, vissuto in crescendo. Ma il match con la Roma poteva essere per lui una trappola. E invece no, il talento di Brasilia si è espresso in tutto il suo splendore anche nel giorno più difficile. Devastante il suo primo tempo, peccato solo che la «carezza» riservatagli da Astori lo abbia costretto ad uscire nella ripresa («ho ricevuto un colpo molto forte che mi impediva di correre normalmente. Alla fine sono dovuto uscire, però non dovrebbe essere nulla di grave», ha raccontato ieri).
Ma ciò che FA7 ha combinato fino all’intervallo è bastato e avanzato per rafforzare in tutti gli addetti ai lavori una convinzione: è nata una stella. […] La Lazio se lo gode: è blindato fino al 2018 e, quindi, non rischia di perderlo. Se non di fronte a quella che Lotito definirebbe «una proposta indecente». Anche in patria lo celebrano, tanto che sono in molti a spingere sul c.t. Dunga per convocarlo nella Seleçao (finora il laziale è stato chiamato solo dalla nazionale olimpica). Dunga, tra l’altro, è stato compagno di squadra di Pioli nella Fiorentina. «Non lo sapevo – ha detto ieri il laziale ai media brasiliani – speriamo che questo mi aiuti a trovare la nazionale».
Pioli è pronto a «raccomandarlo» al suo vecchio compagno di squadra. Ma intanto se lo tiene stretto. Sì, perché FA7 è l’argomento più convincente per inseguire il sogno Champions League. Con un Anderson come quello visto nell’ultimo mese e mezzo (cinque gol e cinque assist nelle ultime cinque partite) tutto è possibile. Non è un caso che, proprio in quest’ultimo periodo, la Lazio abbia prima riacciuffato il terzo posto e poi sia rimasta da sola sul terzo gradino del podio.
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