Fatti di Roma

IL MEGLIO IN EDICOLA DI MARTEDI’ 10 FEBBRAIO 2015

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corriere della sera

Zone a luci rosse, il Vaticano «indignato» (Monica Ricci Sargentini)

La proposta del presidente del Municipio IX Andrea Santoro di creare una zona dove la presenza delle prostitute è tollerata sta creando un putiferio. L’Osservatore Romano, in un editoriale firmato da suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, si è detto indignato per «la decisione di istituire aree a luci rosse nel quartiere Eur di Roma» proprio negli stessi giorni in cui si celebra la prima giornata mondiale contro la tratta.

Ieri Forza Italia ha addirittura annunciato che presenterà alla Procura di Roma un esposto contro il mini-sindaco Santoro, il primo cittadino Marino e il comandante dei vigili Clemente in cui si ipotizza il reato di favoreggiamento della prostituzione. È la linea seguita dal prefetto della Capitale, Giuseppe Pecoraro, il quale ha spiegato che le zone a luci rosse a Roma «non si possono fare perché significherebbe ammettere la prostituzione, cioè dire che è lecita. E nel momento in cui si indicano delle zone si configura il favoreggiamento».

Ma il Comune sembra voler tirare dritto per la sua strada, conscio che il problema esiste e bisogna fare per forza qualcosa per risolverlo. «Siamo in un momento in cui possiamo davvero cambiare le cose — ha scritto ieri Santoro su Facebook — . Possiamo essere quelli che riescono a dire basta alla tratta di vite umane. Anzi, possiamo essere quelli che lo fanno, non solo lo dicono». Il mini-sindaco parla di un piano in tre punti: 1) Mandare in strada alcuni operatori che offrono un’alternativa alle vittime di tratta in modo da stroncare il racket. 2) Rendere più efficace la presenza delle forze dell’ordine sul territorio. 3) Implementare un’educazione sentimentale nelle scuole e far crescere i bambini in quartieri puliti.

[…] Il Codacons, che si è detto favorevole all’iniziativa, ha però bocciato l’idea del sindaco Marino di recapitare a casa dei clienti multe con la causalità della sanzione visibile: «La privacy va garantita — ha spiegato il presidente Carlo Rienzi -, altrimenti si violeranno gravemente i diritti essenziali dei cittadini».
Il problema è che non c’è unità nemmeno all’interno del Pd, di cui Santoro fa parte. Giulia Tempesta, vicecapogruppo in Campidoglio, chiede un intervento dello Stato, facendo finta però di non sapere che in Parlamento giacciono ben 12 progetti di legge sulla materia. Per fare chiarezza Matteo Orfini, presidente del Pd, ha annunciato che domani al Nazareno si discuterà della proposta presenti i consiglieri comunali, i parlamentari eletti a Roma, i presidenti di Municipio e l’assessore Danese. Il partito, è la speranza di Orfini, ne uscirà con una posizione unitaria: «Mi aspetto – ha sottolineato – che ci sia una discussione perché il tema merita». […]

Messaggero

Il caso multe pazze: una mini manovra per i mancati incassi (Fabio Rossi)

Street control ma non solo. Nel bilancio di previsione 2015 di Palazzo Senatorio si punta molto sul capitolo multe. Ufficialmente, per scoraggiare comportamenti scorretti degli automobilisti e fluidificare il traffico cittadino. Sul fronte contabile, invece, quella delle sanzioni è l’unica voce sulla quale è possibile intervenire massicciamente per incrementare le entrate. Tanto è vero che il Campidoglio prevede di incassare 250 milioni, nel 2015, e ne ha già stanziati 35 per il «potenziamento delle attività di controllo e accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale». Ma lo strumento, come dimostrano i consuntivi degli ultimi 10 anni, è particolarmente rischioso, visto che le somme effettivamente incassate molto spesso sono inferiori (anche notevolmente) a quelle inserite nelle caselle delle manovre preventive.

Quest’anno, inoltre, pesa anche l’incognita dello street control, la telecamerina che multa a pioggia le auto in doppia fila: uno strumento che, oltre all’effetto deterrenza sulla sosta irregolare, dovrebbe garantire 3-4 milioni alle casse capitoline, che si aggiungerebbero ai 2,5 garantiti dagli autovelox. Con un problemino: per questo tipo di verbali si preannuncia una valanga di ricorsi. […] Già nell’assestamento dello scorso anno l’amministrazione indicò 53 milioni di maggiori entrate da multe, creando però seri dubbi nei revisori di conti sulla reale esigibilità di quelle somme. In caso di riduzione del budget previsto, a pagarne il dazio sarebbe soprattutto il dipartimento della mobilità, al quale vanno buona parte dei fondi ricavati dalle contravvenzioni.

Repubblica

Villa Ada, crolla un pino e distrugge l’area giochi Strage sfiorata, parco chiuso (Giulia Cerasi – Cecilia Gentile)

La furia distruttrice di un pino alto 25 metri si è abbattuta ieri notte sui giochi dei bambini a Villa Ada, la stessa area dove meno di una settimana fa era caduto un altro pino di 30 metri. L’albero, che si è schiantato al suolo per il forte vento, ha ridotto in poltiglia lo scivolo e il castelletto, per fortuna deserti a quell’ora. A poca distanza è venuto giù un altro pino, alto 15 metri.
Alle 8.40 della mattina il Servizio giardini ha chiuso la villa. «Villa chiusa. Pericolo caduta alberi», diceva il cartello sul cancello dell’ingresso sulla Salaria. I giardinieri hanno chiuso e non si sono preoccupati di avvisare le persone che già si trovavano dentro. Risultato: i mattinieri frequentatori del parco sono rimasti prigionieri per più di un’ora. «Fino alle 9.45 sequestrati dentro la villa — racconta Alessandro Leone, presidente dei Leprotti di Villa Ada — Quando abbiamo avvisato il Servizio giardini che c’erano una quindicina di persone chiuse dentro una villa ufficialmente pericolosa, anziani, signore col cane, mamme in attesa, la risposta è stata: “Potete uscire dal cancello del consolato egiziano”. Pazzesco. Era come se ci dicessero: “Vi abbiamo chiuso dentro una villa pericolosa senza avvisarvi ma non preoccupatevi: fatevi 2 chilometri sotto alberi che possono cadere e potrete uscire”. Qual è la logica?». In realtà la villa non era interamente chiusa. Oltre all’ingresso del consolato egiziano sono rimasti aperti il cancello in via Salaria 267 e quello in via Panama, dove c’è il parco Rabin. Chi voleva, come in effetti è successo, aveva tanti modi per entrare nella villa. […]
«La chiusura di Villa Ada si è resa necessaria per la messa in sicurezza dell’area — ribatte l’assessorato all’Ambiente — Ci scusiamo per il disagio arrecato ad alcuni cittadini e verificheremo la correttezza delle procedure. Da quanto rilevato dal Servizio giardini, a una analisi visiva, gli alberi caduti non presentavano problemi riscontrabili ed erano in buono stato vegetazionale. Il problema si è presentato per un apparato radicale non correttamente sviluppato». «Le radici sono cresciute su un terreno tufaceo e non sono riuscite a sfondare — spiega Bruno Cignini, direttore del Servizio giardini — ora tutta l’area resterà interdetta finché non avremo concluso il monitoraggio che affideremo ad una delle ditte che ha già un appalto aperto con noi. Sarà un controllo manuale alle radici e strumentale, con il resistografo sul fusto». L’area vietata, circondata con un’alta recinzione metallica, ha una superficie di 7 ettari e ospita 70 pini di 80-90 anni.
Il tutto in attesa della grande gara europea da 5 milioni per 18 mesi di lavori e 82mila alberature. […]
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Lazio, semaforo rosso Niang blitz, Perotti gol: il Genoa rivede l’Europa (Stefano Cieri)
Genoa, ancora Genoa e per la Lazio è notte fonda. La squadra di Gasperini sbanca l’Olimpico e coglie l’ottava vittoria consecutiva nei confronti di campionato con i romani. Una serie incredibile, iniziata dopo la famigerata vittoria dei biancocelesti per 4-2 nel maggio 2011, quella di Mauri e del calcioscommesse, per la cui inchiesta la Procura di Cremona proprio ieri ha chiuso le indagini. […]
Un successo pienamente meritato, a differenza di quello dell’andata quando la Lazio dominò per gran parte della gara e poi a pochi minuti dal gong subì il gol-beffa di Pinilla. A Roma, invece, è il Genoa che fa la partita, anche se l’inizio è in salita, perché nei primi minuti la Lazio ha due palle-gol grandi così (palo di Biglia su punizione e miracolo di Perin su Candreva). Ma poi, passata la sfuriata iniziale dei padroni di casa, il centrocampo rossoblu sale in cattedra grazie ai muscoli di Kucka e all’inventiva di Bertolacci. Il Genoa toglie respiro ed iniziativa alla squadra di Pioli e prende in mano la partita. La prima avvisaglia, per Marchetti, arriva da una punizione di Niang. Il portiere sventa, ma nulla può alla mezzora quando lo stesso ex milanista, pregevolmente imbeccato da Bertolacci, gli si presenta tutto solo. Il portiere lo travolge e l’arbitro Gervasoni non può che decretare il rigore (che Perotti trasforma) e il cartellino rosso per Marchetti. La partita, che per la Lazio si era già messa in salita, a questo punto diventa una specie di monologo genoano. […]
Errori che potrebbero anche costare caro perché la Lazio, pur in inferiorità numerica, qualcosa tenta comunque di combinare. E a metà ripresa va vicinissima al pareggio con Mauri che, lanciato da Klose, colpisce il palo a Perin battuto. Una perla isolata, però, perché prima e dopo i biancocelesti non vanno oltre qualche mischia in area. Troppo lenta la manovra (certo, l’uomo in meno pesa), troppo tardivo l’ingresso di Keita che, nel finale, insieme con Anderson (subentrato a Candreva dopo l’intervallo) un po’ di apprensione alla retroguardia genoana la mette. La Lazio, però, è un’altra squadra rispetto a quella brillante che appena un paio di settimane fa aveva battuto il Milan per due volte nell’arco di 72 ore. Dopo il k.o. di Cesena, un’altra sconfitta, l’ottava in campionato, che mette fine ai sogni di Champions. […]
Bravo, l’arbitro, anche a invitare verso al fine del primo tempo lo speaker dello stadio a interrompere i buu della curva nord laziale a Niang. Solito malcostume che, peraltro, non incide minimamente sulla prova dell’ex milanista che, alla fine, risulta il migliore in campo. Lui non c’era nelle precedenti sette vittorie di fila del Genoa sulla Lazio. Ma si è adeguato subito alla tradizione. Il suo movimento manda costantemente in confusione la retroguardia laziale. E non è un caso che il Genoa rallenta (e soffre pure un po’) solo nel finale quando Gasperini lo toglie per coprirsi le spalle. Il tridente leggero, senza ariete funziona.
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